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Avrebbe compiuto 92 anni a ottobre. E' stato due volte semifinalista a Parigi, due volte finalista a Roma e 4 volte tricolore negli Anni ’50. E' considerato l'inventore del rovescio a due mani
di Alessandro Mastroluca | 17 luglio 2019
Quella stessa tecnica che nel 1955, dopo la finale della zona europea di Davis vinta 4-1 sulla Svezia di Davidson e Bergelin, futuro coach, e molto di più, di Borg, campeggia in prima pagina sull’Equipe. “Il a pas de coup droit, rien de service, mais il gagne avec sa retour”, è la didascalia che accompagna la fotosequenza del rovescio, “Non ha il dritto né il servizio, ma s’ impone con la risposta”. È l'anno della finale a Roma con Gardini che infuoca lo stadio delle statue al Foro Italico. Merlo è avanti 6-1 1-6 6-3, nel quarto si lotta. Beppe inizia ad accusare i crampi, manca tre match point point, sul 6-6 crolla mentre Gardini gli salta intorno e grida “Si deve ritirare”. E si prende il titolo mentre il nostro non riesce ad alzarsi da terra.
Passano poche settimane e a Parigi Merlo batte Vic Seixas, l’americano allora numero 2 del mondo, sempre più nervoso per quell'avversario italiano che difende così bene su ogni sua discesa a rete. Il pubblico lo porta in trionfo, ma tutto quello scalpore, quell'entusiasmo lo deconcentrano. Non è abituato, e in semifinale finisce per perdere dallo svedese Davidson che aveva battuto a Roma.