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Il presidente della FIT, in un intervista a L’Unione Sarda, spiega la scelta della sede e le ambizioni degli azzurri: “Il pubblico vedrà un confronto decisivo di una Nazionale forte, con un progetto a breve scadenza: portacela a casa, la Coppa Davis, non solo giocarla a Madrid”
12 gennaio 2020
Sarà il Tennis Club Cagliari ad ospitare il turno preliminare di Coppa Davis fra Italia e Corea del Sud: la sfida, in programma il 6 e 7 marzo, mette in palio la qualificazione per la seconda edizione delle Finals di novembre a Madrid. Il presidente della FIT, Angelo Binaghi, intervistato da Enrico Pilia per L’Unione Sarda spiega le motivazioni della scelta della sede da parte del Consiglio Federale e non nasconde le ambizioni degli azzurri alla luce del grande momento del tennis tricolore maschile.
“All'aperto, in marzo e sulla terra le candidature erano cinque: Bari. Palermo. Napoli, Reggio Calabria e Cagliari, appunto. Ma ha vinto Cagliari semplicemente perché ha fatto l'offerta migliore – sottolinea Binaghi -, perché rispetto agli altri ha anche la struttura migliore, che richiede meno adeguamenti. Un campo centrale con mille posti. che diventeranno più di tremila con le tribune, poi un campo coperto che è diventata struttura obbligatoria, oggi, per l'ltf, quando si gioca all'aperto. E poi c'è comunque il fatto che in Sardegna si è sempre vinto e a Cagliari dal punto di vista organizzativo abbiamo sempre avuto un ottimo livello. Ma fatemi dire che se avesse dovuto decidere il capitano Barazzutti, Cagliari sarebbe stata la prima scelta. Il Consiglio e il presidente hanno creato una competizione fra le città, ma il capitano ha spinto da subito per Cagliari”.
Poi il numero uno della FIT entra più nello specifico sul piano tecnico. “Siamo favoriti rispetto alla Corea del Sud, che tuttavia ha un giocatore di alto livello. Ma sarà un incontro vero, la Sardegna e Cagliari ospiteranno un match con due squadre alla loro massima espressione. Aggiungo che la nostra è una nazionale che vuole vincere la Coppa Davis nel giro di un paio d'anni. Secondo me è la più forte Italia, a qualsiasi livello, mai venuta in Sardegna a giocare un match. Abbiamo i numeri 8 e 12 del mondo, veniamo dopo la Spagna a livello di ranking, con otto giocatori fra i primi cento. E con Sinner che a livello giovanile ha pochissimi rivali. Nessun paragone con il passato”.
L’Italtennis dopo un 2019 fantastico non intende cullarsi sugli allori ma punta a ripetersi. “La Federazione e i ragazzi stanno lavorando per questo. Si comincia dall'Australia, il nostro momento mi sembra ottimo. La generazione di Fognini è al top, abbiamo i migliori giovani del mondo, da Sinner a Musetti, Berrettini lo avete visto tutti, poi Sonego, Travaglia, Caruso e Fabbiano sono sempre in tutti i tabelloni. Sta arrivando la fase del tramonto dei mostri sacri, non ci faremo trovare impreparati”.
Cagliari si prepara dunque ad indossare il “vestito della festa”, come per la Fed Cup 2013. “Si replica. Ma ci saranno meno posti, quindi si scatenerà presto la corsa agli abbonamenti. Rispetto ai 5 mila posti della Fed Cup ne avremo meno. La stagione straordinaria del nostro tennis - anche a livello di acquisizioni - ha creato una grande attesa”, sottolinea Binaghi, con un giudizio sulla squadra azzurra e le prospettive in questa competizione. “E’ la più forte della storia italiana di questo sport, il pubblico vedrà un confronto decisivo di una nazionale forte, con un progetto a breve scadenza: portacela a casa, la Coppa Davis, non solo giocarla a Madrid”.