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L’evoluzione della Coppa Belardinelli, con la formazione al primo posto

La rassegna per selezioni regioni under 11 e 12, in corso a Castel di Sangro, è diventata molto più di un torneo. Si tratta di una delle settimane cruciali per le attività del settore tecnico giovanile, perché unisce competizione, formazione, confronto e raccolta dati. E permette all’ISF di studiare i programmi da proporre successivamente

05 giugno 2023

Per il settore tecnico nazionale e l’Istituto Superiore di Formazione “Roberto Lombardi” si è appena aperta una delle settimane più importanti dell’anno, cruciale per l’attività giovanile. È quella della Coppa Mario Belardinelli, che ha radunato nel Centro Federale Estivo di Castel di Sangro le rappresentative regionali under 11 e 12, ma soprattutto unisce una lunga serie di attività e numerose progettualità che la Federazione Italiana Tennis e Padel propone sul territorio.

Oltre alla competizione iniziata ieri con la cerimonia d’apertura – dice Michelangelo Dell’Edera, direttore dell’ISF –, questa settimana a Castel di Sangro è previsto anche l’ottavo modulo del corso da maestro nazionale, che unisce due corsi differenti: quello per gli under 35 (proposto da otto anni, con l’obiettivo di ridurre l’età media degli insegnanti in possesso della qualifica di maestro nazionale, ndr), e quello ordinario, senza limite d’età, che valuta l’esperienza acquisita dagli istruttori di secondo grado all’interno del proprio percorso formativo”. Tutti dovranno affrontare l’ultimo modulo e il fatto che lo facciano questa settimana non è frutto del caso, ma di una programmazione mirata a costruire un sistema nazionale sempre più forte.

“In questo modulo – dice ancora Dell’Edera – studiamo in aula e verifichiamo in campo i programmi tecnici che andiamo a proporre nei nostri Centri Federali Estivi. Con gli insegnanti andiamo a simulare la struttura di una lezione moderna, quella che poi loro andranno a proporre ai loro allievi”. Oggi, all’interno dei centri il programma didattico è lo stesso da nord a sud, dal Brallo di Pregola a Scoglitti, grazie a un sistema collaudato nel quale l’esperienza di chi dirige il centro rappresenta un valore aggiunto al progetto, e non più il progetto stesso.

Lavoriamo insieme agli allievi maestri per verificare le tre fasi didattiche proposte nei centri: minitennis, perfezionamento e specializzazione. Tre programmi che si differenziano in base alle competenze degli allievi,  ma hanno come comune denominatore il desiderio di costruire il giocatore universale, quello che dal punto di vista tattico, tecnico e psicofisico abbia una universalità che gli possa permettere di affrontare come si deve qualsiasi situazione che il nostro sport va a presentare. Ci lavoriamo anche fuori dal campo, con un programma didattico che mette insieme obiettivi tattico-tecnici e studi di azioni di altri sport di racchetta. L’universalità sta anche nel ritrovare fuori dal campo da tennis determinati obiettivi che poi vogliamo raggiungere al suo interno.

Durante la proposta didattica nei Centri tecnici federali estivi, viene enfatizzata ogni giorno una diversa tipologia di giocatore. “Il lunedì – dice ancora il direttore dell’ISF – lo dedichiamo quasi esclusivamente all’attaccante da fondo campo, dando risalto ai colpi di inizio gioco: servizio, risposta e i due successivi. Azioni nelle quali l’attaccante da fondo esprime molti winner. Martedì tocca al giocatore serve&volley, e si va quindi a enfatizzare come conquistare il punto a rete. Mercoledì all’attacking player, con particolare attenzione al servizio. Giovedì, analizzando il contrattaccante da fondo, ci concentriamo in particolare sulla risposta. Venerdì, mettendo insieme i vari aspetti, andiamo a curare il giocatore completo; sabato quello universale”.

In tutto questo, vengono enfatizzati vari principi didattici che caratterizzano i programmi: gradualità dell’insegnamento, multilateralità, multiformità, studio contemporaneo dell’area mentale, motoria e tecnica. “Uno degli obiettivi principali – continua – è quello di arricchire l’intelligenza motoria dei nostri allievi, proponendo una attività multiforme dentro e fuori dal campo. Trattiamo qualsiasi tema partendo da reale situazioni di gioco. In sostanza, nel corso della settimana andiamo a studiare, insieme agli allievi maestri, tutto ciò che successivamente andremo a proporre nei Centri Estivi”.

Contemporaneamente, all’interno della Belardinelli procede il processo di formazione, grazie all’attivazione di ulteriori due progetti. Il primo è relativo allo studio del doppio: ogni mattina le selezioni regionali a riposo dalla competizione ufficiale svolgono un’ora di formazione in aula, per apprendere le diverse tipologie di posizioni utilizzate dagli specialisti della disciplina. E al pomeriggio le mettono in pratica nella Coppa delle Regioni di doppio, competizione lanciata lo scorso anno che va a sommare i punteggi della competizione tradizionale a quelli dell’evento di solo doppio, determinando la regione vincitrice.

“La particolarità – dice ancora Dell’Edera – è che nella competizione classica il doppio viene giocato con regole standard, quindi con l’utilizzo dei corridoi, mentre nella Coppa delle Regioni vengono utilizzate le misure del singolare. Questo per enfatizzare di più il gioco al volo, spingendo i ragazzini a intervenire a rete piuttosto che a proteggere il corridoio. Questo per trasmettere loro una mentalità diversa da quella che solitamente si vede nei tornei giovanili di doppio. Un progetto che sicuramente a lungo termine ci sarà dei risultati, sia nelle manifestazioni a squadre di punta (Coppa Davis e Billie Jean King Cup, ndr) sia a livello under".

Sempre nel corso della Coppa Belardinelli vengono rilevati anche dei dati determinanti per l’impostazione dei programmi tecnici 2023-2024. “A Castel di Sangro sono presenti 220 ragazzini con i loro insegnanti, i più forti under 11 e 12 d’Italia. Raccogliendo delle statistiche grazie all’aiuto degli allievi-maestri, andiamo a verificare come questi ragazzi si esprimono nei primi quattro colpi. Azioni che nel tennis di oggi sono determinanti. Attraverso l’analisi di questi dati cerchiamo di capire come impostare l’attività per 2023 e 2024. In sostanza, al di là del confronto molto importante fra ragazzini, insegnanti e allievi-maestri, c’è un processo di rilievo di dati preziosissimo per impostare i programmi futuri”.

Sempre a Castel di Sangro, nel corso della settimana è in programma anche una riunione con i tecnici di tutte le regioni, dei settori under 10, 12, 14 e 16. All’ordine del giorno l’attività delle nazionali giovanili. “Insieme – dice ancora il direttore dell’ISF – ragioniamo su quali obiettivi porci nelle varie Summer Cup estive, oltre a individuare i vari ragazzini da convocare in nazionale. Decisioni figlie di un momento di confronto importante, con una valutazione ampia a 360 gradi. Non badiamo tanto ai risultati, a vittorie o sconfitte, ma teniamo in considerazione più stagioni e anche, caso per caso, il progetto che un determinato insegnante sta costruendo per un determinato allievo”.

All’interno di questo panorama, si gioca la Coppa Belardinelli. I più attenti, avranno notato un dettaglio importante nella brochure ufficiale dell’evento: dove sono indicati i nomi dei ragazzini selezionati per ogni regione, accanto sono specificati anche il circolo nel quale si allenano e i nomi dei rispettivi insegnanti. “Questo – chiude Dell’Edera – per dare risalto all’attività dei club virtuosi che producono qualità e degli insegnanti di talento che stanno sviluppando le qualità di allievi talentuosi, costruendo progetti importanti. Risultati che avranno anche un peso nel Grand Prix delle scuole tennis, ideato proprio per premiare l’attività delle scuole tennis che formano ragazzini di valore”.

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