
Chiudi
Il progetto dei raduni tecnici nazionali, che coinvolge 138 ragazzini di tutta Italia dagli 11 ai 16 anni, ha preso il via in settimana. Due le novità principali per i raduni 2022-2023: durata estesa a 4 giorni e apertura anche a preparatori atletici e mentali degli atleti, in modo da sviluppare una sinergia ancora più importante fra ragazzi, staff e settore tecnico
08 ottobre 2022
È un periodo particolarmente fitto per le attività del settore tecnico nazionale e dell’Istituto Superiore di Formazione “Roberto Lombardi”. Dopo i corsi di aggiornamento 2022-2023, scattati lo scorso week-end dalla Campania, in settimana hanno preso il via anche i raduni tecnici nazionali per gli under, che fra maschi e femmine coinvolgono un totale di 138 ragazzi dagli 11 ai 16 anni. I raduni femminili si svolgono a Formia, sotto la supervisione del coordinatore tecnico under 16 femminile Germano Di Mauro, mentre quelli maschili sono divisi fra Bordighera (al Piatti Tennis Center: Riccardo Piatti è consulente del settore tecnico under 16 nonché dell’ISF) e Tirrenia, sotto la supervisione di Luca Sbrascini. Ad aggiungersi ai due tecnici responsabili anche Nicola Fantone, che si occupa progetti speciali under 16.
“A coadiuvare Di Mauro, Sbrascini e Fantone – spiega Michelangelo Dell’Edera, direttore dell’Istituto Superiore di Formazione “Roberto Lombardi” – ci sono naturalmente gli altri tecnici federali responsabili di settore (under 12, 14 e 16, ndr) e tutti i consulenti che la Federazione e l’Istituto mettono a disposizione degli staff tecnici dei ragazzi convocati. Ci sono preparatori mentali, preparatori fisici, educatori alimentari, e uno staff medico sportivo che fa dei test per verificare eventuali disfunzioni, che potrebbero creare problematiche in futuro. In più, vengono svolti test e verifiche per dare ai ragazzi degli indirizzi di lavoro, che si traducono nei cosiddetti compiti a casa da svolgere per migliorare le proprie competenze”.
Due le novità dei raduni tecnici 2022-2023: la prima – subito apprezzatissima – è la durata estesa di un giorno, non più tre ma quattro, per garantire ai ragazzi la possibilità di svolgere almeno 7 strutture di allenamento, se non otto. La seconda, invece, riguarda l’apertura dei raduni non più solo ai tecnici dei ragazzini, ma anche ai loro preparatori fisici e preparatori mentali.
“Si tratta – continua Dell’Edera – di un ulteriore investimento da parte della FIT ma anche da parte dei club. L’idea è di avere un numero sempre più elevato di figure in grado di aiutare i giovani, nonché di formare degli staff di primissimo livello. La presenza di preparatori fisici e preparatori mentali ci permette di costruire insieme dei protocolli che non riguardano solo l’attività tattico-tecnica in campo, ma anche l’attività mentale e quella motoria”.
Per quanto riguarda l’attività tecnico-tattica, la priorità assoluta viene data al principio della distribuzione della pratica. “Significa – dice ancora il direttore dell’ISF – che nelle strutture di allenamento gli allievi devono avere lo stesso spazio e lo stesso tempo per poter sviluppare non solo diritti e rovesci, ma anche colpi di volo, servizio e risposta. Oggi la distribuzione pratica mette l’allievo nelle condizioni ideali per poter sviluppare tutte le azioni di gioco che il tennis di alto livello propone. Nei raduni viene svolta una valutazione ampia di tutte le azioni tennistiche che vanno a costruire il giocatore universale”.
Da un punto di vista motorio, invece, ai ragazzi vengono fatti svolgere dei test per verificarne la mobilità articolare, necessaria per prevenire gli infortuni e in tutte le azioni tennistiche, in termini di rapidità, velocità e tecnica degli spostamenti, dentro e fuori dal campo. Si tratta di una preparazione fisica di più ampio respiro, non riferita strettamente al tennis.
“Per quanto riguarda l’area mentale – spiega Dell’Edera – con i più piccoli cerchiamo di enfatizzare le tecniche di respirazione durante le azioni di gioco, insegnando loro a espirare quando colpiscono diritto e rovescio, per essere decontratti e quindi più veloci con braccio e racchetta. Con i più grandi iniziamo invece a sviluppare vere e proprie tecniche di visualizzazione, che sono un preludio di mental training, cioè di quando inizieranno a seguire tecniche di allenamento mentale ancora più specifiche. Per quanto riguarda le tecniche di respirazione, non curiamo solo l’azione durante i colpi, ma anche tra un punto e l’altro e al cambio di campo. Cerchiamo di insegnare agli allievi la gestione dei tempi, fattore che mette il ragazzo nelle condizioni psicofisiche di fare le scelte giuste durante i punti”.
Infine, all’interno dei raduni vengono anche trattati temi di educazione alimentare, perché per poter ambire a determinate performance l’educazione alimentare deve essere corretta, mentre il team di incordatori controlla che le corde e gli attrezzi dei ragazzi siano adeguati per prevenire infortuni, e per permettere ai giovani di sviluppare tutte le capacità necessarie per raggiungere l’alto livello.
“I nostri raduni tecnici nazionali – spiega ancora Dell’Edera – sono per i ragazzi il preludio a una preparazione che inizia nelle prossime settimane. Andremo a verificare il percorso dei ragazzi con un prossimo raduno previsto fra gennaio e febbraio, nel quale l’argomento principale sarà costruire delle programmazioni agonistiche che possano mettere i ragazzi nelle condizioni di utilizzare i tornei per continuare a migliorare il confronto e le performance”.
In più, a breve partirà anche l’attività regionale dei centri periferici di allenamento (CPA). “Da fine ottobre a metà novembre – chiude Dell’Edera – si svolgeranno i raduni regionali, ma soprattutto i vari tecnici andranno nei club per continuare il lavoro con i maestri e gli allievi, guidandoli nei cosiddetti compiti a casa”.