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Il presidente Angelo Binaghi ha ringraziato il Ministro dello Sport Andrea Abodi nel corso di Vita da Campioni, ciclo di incontri organizzato durante gli Internazionali BNL d'Italia al Foro Italico. Il ministro ha annunciato il tetto sul Centrale entro due anni
18 maggio 2023
“Se non succede un terremoto portiamo in porto questa prima edizione lunga degli Internazionali BNL d’Italia. Al di là di qualche risultato in campo, sul quale noi possiamo ben poco, abbiamo superato il nostro crash-test, come l’ho definito stamattina". Il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel Angelo Binaghi ha mostrato orgoglio per questa prima edizione del torneo dopo l'upgrade e gratitudine verso il Ministro dello Sport Andrea Abodi nel corso dell'incontro che li ha visti protagonisti per il ciclo Vita da campioni, promosso da Sport e Salute, FITP e da Kratesis. Il talk, moderato dal direttore editoriale di Formiche Roberto Arditti, si è svolto nella Biblioteca dell’Accademia della Scherma al Parco del Foro Italico. Presenti anche il direttore tecnico della FITP e capitano della nazionale di Coppa Davis Filippo Volandri; Vito Cozzoli, presidente e ad di Sport e Salute; le Legend dell'organizzazione Maurizio Damilano e Giuseppe Gibilisco, i giornalisti Rai Emilio Mancuso e Eleonora Daniele. Nel corso dell'incontro, Abodi ha chiaramente tracciato i tempi di un cambiamento atteso da tempo. "Per il tetto sul Centrale - ha detto - credo che serviranno ancora due anni".
"Ti abbiamo sentito vicino - ha detto Binaghi rivolgendosi al ministro Abodi -. In particolare le tue parole in conferenza stampa ci hanno responsabilizzato ancora di più e questo ci ha permesso, insieme a Sport e Salute e al gruppo di direttori, credo unico al mondo che questo torneo ha, di arrivare in porto, io direi, con grande successo". In questa ottantesima edizione degli Internazionali BNL d'Italia si è registrato, ha aggiunto Binaghi, l'insieme di "un evento traumatico che si ripeterà di anno in anno ma era la prima volta che succedeva (il raddoppio dei volumi, il raddoppio dei tempi di questo torneo) con un altro evento, quello climatico, credo e spero questa volta irripetibile, non solo per i disagi che ha portato al torneo, agli spettatori e ai giocatori ma per quello che è successo a qualche centinaio di chilometri da qua".
Si è sentita forte, ha aggiunto Binaghi, la vicinanza del ministro dello Sport. "In certi momenti ho sentito la stessa vicinanza, per me assolutamente nuova, che nei primi anni, 2005 e 2006, sentivo in Gianni Petrucci, Raffaele Pagnozzi, Ernesto Albanese: erano i primi tifosi di quella nuova avventura che stavamo lanciando. Anche questa era una nuova avventura. Credo di poter dire che ce l’abbiamo fatta. Dico anche che raggiungeremo, e in qualche caso supereremo, tutti i target che ci eravamo posti e che abbiamo mostrato in conferenza stampa. Anzi questa situazione meteo disastrosa mi fa dire che saranno due anni di record: questo e anche il prossimo, nel quale non potranno ripetersi queste condizioni meteo così disastrose. Siamo sulla strada giusta e credo che il torneo crescerà di anno in anno. Questi sono anche gli effetti di avere il Ministero dello Sport. Significa, in situazioni di criticità, sapere che c’è qualcuno che ci copre le spalle, che è pronto a intervenire e anche a difenderci laddove ci fosse qualche grande problema”.
In condizioni così estreme, è comprensibile che si torni a parlare del tetto sul Centrale. "La macchina è avviata, serviranno ancora un paio d'anni - ha detto Abodi -. Il tema della copertura del Centrale dipende positivamente da Sport e Salute, sulle tempistiche posso esprimere un auspicio - ha detto Abodi -. So già che la macchina amministrativa sta andando avanti. Auspico che il ciclo di governo vada fino in fondo, per cui abbiamo quattro anni e mezzo per fare quello che si deve fare. Credo che ne servano un paio comunque. Vuol dire che forse creeremo qualche disagio al torneo per fare in modo che la casa del torneo sia più confortevole e moderna. Ma di una modernità che tenga conto della storia e che sappia interpretare in modo rispettoso il luogo dove questa nuova infrastruttura si consoliderà".
Eleonora Daniele, Angelo Binaghi, Andrea Abodi, Vito Cozzoli e Maurizio Damilano (foto Fioriti)
Il ministro ha parlato anche dell'importanza della prossimità. "Andare incontro, il saper ascoltare, saper osservare e saper far tesoro di tutto questo per trovare soluzioni sempre più avanzate, è il senso stesso della nostra funzione, della nostra missione". Un senso ancora più forte in un luogo come il Foro Italico e la Sala delle Armi che racconta un percorso di storia e innovazione, all'inizio di un processo di rinnovamento. Un luogo, ha detto, "che presuppone intanto un progetto, un cantiere, e poi il senso di ciò che deve essere fatto, non tanto la celebrazione di ciò che abbiamo fatto. Perché in un cantiere ciò che è stato fatto è acquisito. Su quello che è stato fatto, ciò che vale è ciò che manca. E’ il senso dell’agenda, che poi vuol dire il senso della pianificazione delle attività perché comunque noi, in un giorno non lontano da oggi, entreremo qui dentro e troveremo il cantiere chiuso. E si celebrerà l’opera".
Serve qualche ritocco, ha aggiunto, "anche negli aspetti infrastrutturali che non sono soltanto il completamento dello stadio, che è del tennis nell’immaginario collettivo ma sarà lo stadio dello sport, della musica, stadio dell’intrattenimento: lo stadio della vita e della socialità della nostra Capitale. E mi auguro che vengano recuperate anche le linee architettoniche del razionalismo, del quale il Foro Italico è espressione e custode, che 30 anni fa sono state violentate dalla copertura dello Stadio Olimpico. Mi auguro che lo stesso Stadio Olimpico possa, così come ci siamo detti e come sta lavorando Sport e Salute, essere l’espressione contemporanea, moderna, futuribile".
Abodi torna su un tema più generale, emerso anche in altri interventi di questo ciclo: ovvero l'importanza industriale e insieme sociale dello sport. "Per quanto ci riguarda - ha detto -, lo sport sarà impegno laddove ci sarà più bisogno, e quindi le periferie urbane e sociali, e quelle categorie che per una serie di ragioni hanno avuto dalla vita più svantaggi che vantaggi, perché lo sport possa essere un elemento di sollievo. In qualche modo magari un ammortizzatore sociale, certamente un elemento di inclusione e di coesione.
Abbiamo bisogno di una relazione stretta fra inclusione e coesione. Non c’è inclusione se non c’è coesione. Lo sport è impegno fin dalla scuola ma al di là dell’impegno di Sport e Salute, che riconosco, è un impegno di supplenza. L’ho detto anche in altre occasioni: abbiamo recuperato l’dea dei Giochi della Gioventù perché se da un lato ci interessa far competere studentesse e studenti di tutta Italia insieme, ci interessa stabilire un’agenda di Governo sulla scuola che, attraverso i Giochi della Gioventù, ci imponga l’impegno quotidiano: proprio su infrastrutture e programma didattico, nella doppia dimensione quantitativa e qualitativa".
Angelo Binaghi, Andrea Abodi e Antonio Tajani (foto Fioriti)
Abodi delinea tutta un'agenda politica per lo sport, che parte dalla qualificazione dei docenti, dallo screening sanitario, dalla facoltà per le società sportive di utilizzare le palestre scolastiche dopo le 17.00. Per realizzarla serve un cambio culturale. "Avverto ancora un’insopportabile propensione alla sedentarietà, che ha un costo di circa 4 miliardi, pari a 10 volte il contributo pubblico allo sport".-
Per migliorare la situazione, ha aggiunto, il Governo non deve solo invocare più risorse. Serve un portafoglio "riempito di idee, passione, competenza e relazioni. Se tutto questo succede sono convinto che noi il portafoglio ce lo costruiremo. Certo non è quello che ci ha offerto il PNRR che, ha ragione il Ministro Giorgetti, ci ha dato molti più soldi rispetto al passato. Ma stiamo parlando dello 0,35%. Il che vuol dire che non c’è nessuna corrispondenza neanche su un PIL approssimativo come quello che abbiamo elaborato nelle esperienze passate con il Credito Sportivo, che per quanto approssimativo è un 1,37%. Ci manca un 1%. E l’1% di 200 miliardi, basta fare due conti per capire quant’è. Cos’è che fa la differenza: il modo con il quale ci si presenta e si chiede anche un sostegno finanziario. Mostrare la finalizzazione, la misurabilità dell’effetto, dell’impatto. Allora si rende credibile qualsiasi richiesta".
Dunque, conclude Abodi, "Servono riferimenti certi, interlocuzioni chiare. Servono interlocutori istituzionali che non pensano a se stessi con un approccio autoreferenziale ma pensano generosamente al sistema. Siamo un cantiere. Mi piace definirmi il responsabile di questo cantiere dove certamente qualcosa è stato fatto, grazie a una riforma che ha dato una linea, ma c’è ancora molto da fare".
Nel rimarcare l'attenzione alla duplice dimensione dello sport, Vito Cozzoli è partito da tre parole usate proprio dal ministro Abodi nel suo giuramento. Parole, ha detto, "che il Ministro ha sempre ripreso: il sociale, la scuola e la salute. Sono gli obiettivi della sua attività ministeriale, e di Sport e Salute. Il primo l'abbiamo raggiunto, quello di cancellare il record negativo che vedeva l'Italia come il quinto Paese più sedentario d’Europa. Nella visione di Sport e Salute come braccio operativo del Governo, penso che lo sport crei valore. Penso che sia il miglior investimento per il futuro da ogni punto di vista. E per promuovere valore, sotto la guida del Governo abbiamo messo in campo delle politiche che hanno portato lo sport nei quartieri come lo Zen a Palermo o l’Alessandrino a Roma, che hanno promosso i progetti di inclusione a Bologna, a Matera o a Ponticelli a Napoli, che hanno visto partire lo sport in carcere da Casal del Marmo e da Rebibbia, che hanno visto promuovere una nuova dimensione sportiva anche a seguito della pandemia proprio partendo da qui, dal Foro Italico, come esperienza pilota di Sport nei parchi che oggi coinvolge 1681 Comuni".
Lo sport ha anche una rilevante dimensione industriale, che la crescita degli Internazionali BNL d'Italia rispecchia e testimonia. "Dicono che lo sport valga, rispetto al PIL, il 3,4% - ha aggiunto Cozzoli -. Secondo me vale molto di più però coinvolge 400.000 lavoratori, 10.000 aziende dello sport, 9.500 realtà che gestiscono impianti sportivi. Noi come Sport e Salute promuoviamo tanti eventi sportivi come gli Internazionali BNL d'Italia che generano valore sul territorio, come impatto economico, in termini di crescita, come traino turistico, come promozione della pratica sportiva. Promuoviamo anche la cultura: qui al Foro Italico vedete i “tulipani” del MAXXI. Lo sport è un moltiplicatore di valore da ogni punto di vista. Tutto questo però da soli non funziona. Funziona soltanto se c’è un gioco di squadra".
Un concetto che ha espresso anche Filippo Volandri, da sette anni direttore tecnico della Federazione Italiana Tennis e Padel, e da un anno e mezzo capitano della nazionale di Coppa Davis. "Penso che lo sport, come la scuola, vada sfruttato come veicolo per poter trasmettere delle competenze che ragazzi e ragazze devono avere per diventare innanzitutto uomini e donne migliori. Per me è una grande responsabilità, abbiamo bisogno di rafforzare questo concetto e tutto questo si può fare solo lavorando in team. Ed è questo spirito di collaborazione che permette oggi di avere una golden age nel tennis in Italia".