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Binaghi: "La riforma del 2018? Una rivoluzione positiva". Giorgetti: "Cambiamo per migliorare"

Il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel Angelo Binaghi ha preso parte al secondo incontro del ciclo "Vita da campioni" con Giancarlo Giorgetti, Ministro dell'Economia e delle Finanze e motore della riforma del 2018, e il Ministro dello Sport Andrea Abodi. Al centro il valore dello sport, il rispetto delle regole e l'importanza di istituire organismi terzi di controllo

di | 15 maggio 2024

I relatori dell'incontro per il ciclo Vita da campioni al Foro Italico (Foto Maiozzi/FITP)

I relatori dell'incontro per il ciclo Vita da campioni al Foro Italico (Foto Maiozzi/FITP)

Quello che è successo al tennis in questi anni dimostra che il mondo dello sport è cambiato in modo positivo”. Così il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel Angelo Binaghi ha parlato degli effetti della riforma dello sport voluta nel 2018 da Giancarlo Giorgetti, oggi Ministro dell’Economia e delle Finanze. L’ha fatto nel secondo incontro del ciclo “Vita da campioni” al Foro Italico alla presenza dello stesso Giorgetti, del Ministro per lo Sport e i Giovani Giancarlo Abodi, del presidente di Sport e Salute Marco Mezzaroma e della ex campionessa olimpica Manuela di Centa.

“Credo che dal 2018 nel mondo dello sport ci sia stata una grande rivoluzione positiva, l’ho detto e ripetuto mille volte. Una rivoluzione, ne abbiamo discusso anche in questi giorni, talmente grande che probabilmente alcuni effetti che tocchiamo con mano oggi, come questo collegamento molto più stretto di prima tra lo sport e gli effetti che produce per la salute, magari non erano neanche stati preventivati fino in fondo - ha detto Binaghi -. Oppure il fatto che chi questa riforma non la voleva – come tanti miei colleghi, presidenti di Federazioni - non si rendono conto che tutte le medaglie in più che lo sport italiano sta vincendo, si vincono perché le Federazioni dal 2018 grazie alla riforma, grazie a quello che producono, e quindi a quel 32% che viene ridistribuito a fine anno, hanno molte più risorse da investire ad alto livello. Quello che è successo in questi anni al tennis, che si è finalmente liberato ed ha potuto correre nella prateria che gli si è creata davanti, credo che sia l’esempio più chiaro, più lampante, di come il mondo dello sport sia cambiato in modo positivo. E lo dico sia da un punto di vista numerico – poi magari ne parliamo – ma sia anche come concezione. Questa riforma ha dato anche a noi la forza di dire che noi come prima cosa abbiamo la mission di far diventare il nostro sport sempre più popolare: le medaglie devono essere una conseguenza”.

Il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel Angelo Binaghi a "Vita da campioni" al Foro italico (Foto Maiozzi/FITP)

Dal punto di vista sportivo, ha spiegato Binaghi parlando di questa edizione degli Internazionali BNL d’Italia 2024, “con il Ministro Abodi mi sento in debito. Nel senso che speravo che questo torneo potesse regalare dopo cinquant’anni un grande risultato sportivo al nostro Paese; però diciamo che ne avremo altri quindici. Al Ministro Giorgetti invece posso guardare a testa alta perché credo se non altro che questa manifestazione, che non utilizza un euro di denaro pubblico, produrrà un indotto di oltre 600 milioni di euro”.

Questo risultato economico, specifica il presidente della FITP, “lo dividiamo - perché i meriti sono di entrambi - con Sport e Salute, che a sua volta è una partecipata pubblica. Crdo tutto sommato che siano dei risultati straordinari, ma con il presidente Mezzaroma e col dottor Nepi crediamo che ci sia ancora grande possibilità di sviluppo. Vogliamo crescere ancora, probabilmente alcune modifiche nel site andranno fatte, però credo che il futuro sia nostro, degli Internazionali, di Sinner, del tennis italiano. E di questo dobbiamo ringraziare gli autori di quella riforma, il Ministro Giorgetti, Simone Valente che oggi è qui con noi, e quello che quotidianamente nonostante mille difficoltà Sport e Salute fa per mettere a terra questa improvvisa ma straordinaria riforma”.

Binaghi vede con favore, inoltre, il provvedimento annunciato sulla misurazione delle grandi manifestazioni sportive. “Non vedo l’ora di essere misurato – ha detto nel corso dell’incontro -, perché i risultati che facciamo, se misurati da un ente terzo, avranno più credibilità”. Per quanto riguarda le manifestazioni sportive, il presidente della FITP ha sottolineato da un lato come sia importante “ragionare sul know how, cioè tenere in considerazione che le manifestazioni che si ripetono, rispetto a quelle realizzate una volta sola, permettono a chi le realizza di creare un know how e sostanzialmente di migliorarsi e di creare una struttura che diventa più efficiente anche nel lavoro di tutti i giorni. Naturalmente mi riferisco alle Federazioni”. Inoltre, insieme all’impatto economico, ha aggiunto, “credo sia anche importante valutare se quella manifestazione di livello mondiale può essere il palcoscenico per qualche grande atleta italiano. Perché questo migliora l’impatto sociale, ovvero gli italiani sono più orgogliosi, avvertono maggior benessere se vivono una manifestazione dove un italiano vince. E  permette tramite la visibilità mediatica di raccontare al mondo intero quanto siamo bravi ad organizzare ed anche a vincere grandi manifestazioni. Sarà giustissimo, ma anche stimolante, interessante e divertente vedere come verremo misurati”.

Il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel Angelo Binaghi e Giancarlo Giorgetti, Ministro dell'Economia e delle Finanze, a "Vita da campioni" al Foro italico (Foto Maiozzi/FITP)

GIORGETTI: "SERVE RISPETTO DELLE REGOLE E DIGNITA' PER I LAVORATORI DELLO SPORT"

La crescita dello sport, ha detto Giorgetti, “accompagna la crescita economica e sociale di una nazione, di un Paese. Questo è quello che deve ispirare anche la crescita dello sport nella dimensione italiana. Crescita economica, crescita nella dimensione culturale, educativa; crescita anche sociale e di prevenzione sanitaria. E’ il motivo per cui è nata Sport e Salute, con questo tipo di missione”.

Secondo il Ministro dell’Economia e delle Finanze, “abbiamo fatto dei passi significativi per capire la ricaduta economica e sociale dello sport, ma in altre dimensioni dobbiamo fare sicuramente di più. Come la dimensione educativa. Quando si parla di campioni, come stiamo facendo oggi, una cosa che a me dà enormemente fastidio è il cattivo comportamento di qualcuno che dà elementi diseducativi. Dobbiamo fare di più anche nella dimensione della prevenzione sanitaria, che pure non riusciamo a quantificare nel breve periodo perché fare sport è un vantaggio riscontrato nel medio-lungo periodo, però è matematico, certo, scontato. Credo che finalmente questa dimensione cominci a essere compresa”.

Naturalmente, e comprensibilmente, nel suo ruolo Giorgetti sa di avere innanzitutto il compito di “richiamare lo sport a essere ‘compliant’ come dicono gli anglosassoni, rispetto a quelle che sono le regole, le regole fiscali e previdenziali. In questo senso l’obbiettivo di dare anche al lavoro sportivo una dignità è un’altra cosa importantissima. Noi non possiamo tollerare che ci siano migliaia di lavoratori che non hanno nessuna forma di tutela, di previdenza. Quindi piano piano dobbiamo arrivarci, è un percorso graduale di transizione anche perché il sistema deve essere in grado di recepire e di affrontare i cambiamenti: credo che passi in avanti se ne stiano facendo”.

Lo sport, prosegue Giorgetti, insegna anche il valore del rispetto delle regole. “Entri in campo, c’è l’arbitro che decide e tu impari, cosa che ti serve moltissimo nella vita, che c’è qualcuno ti richiama al rispetto delle regole che è il convivere civile. Se non ci fossero le regole e il rispetto delle regole sarebbe il disastro. Man mano che si alza il livello della responsabilità, il rispetto di queste regole deve aumentare. Il problema è che il sistema sportivo, che è nato ed è stato concepito in epoche diverse, deve in qualche modo adeguare nel corso del tempo le proprie istituzioni e le proprie regole alla società che cambia”.

Purtroppo, ha ammesso, “ci sono dei casi in cui evidentemente le cose non hanno funzionato e sono abbastanza evidenti a tutti. In questo mondo quando cambi qualcosa sembra di fare una rivoluzione. I cambiamenti funzionano nel momento in cui vengono capiti, percepiti e condivisi. I cambiamenti non sono mai contro qualcuno ma fatti per fare crescere lo sport al passo di come dovrebbe crescere la società”.

Il ministro ha affrontato anche una questione legata al tema dei vivai, della valorizzazione dei settori giovanili. “Qualche mese fa hanno fatto una celebrazione della società sportiva in cui giocavo a pallone, in porta, e mi sono emozionato perché hanno ritrovato il mio primo cartellino di quando ho incominciato a giocare. Qui mi ricollego al tema del vincolo sportivo: si dice che deve essere superato ma non ci rendiamo conto che in questo modo rischiamo di distruggere i vivai. Il vincolo sportivo era anche uno strumento che, per carità, limitava la libertà individuale, ma era la fonte di sostentamento per la promozione sportiva. Questo è un problema che ci dobbiamo porre: ci deve essere un modo per continuare a coltivare il sistema dei vivai”.

Giancarlo Giorgetti, Ministro dell'Economia e delle Finanze, a "Vita da campioni" al Foro italico (Foto Maiozzi/FITP)

ABODI: "I CONTROLLI A SOGGETTI TERZI, COME LA NADO"

Secondo il ministro Abodi, la riforma del 2018ha restituito dignità allo sport con l'autonomia finanziaria, ma aveva bisogno di consolidamento e di una fase attuativa. Oggi possiamo misurare in numeri l'efficacia del lavoro che stiamo facendo con Sport e Salute, l'Istituto per il Credito Sportivo, l’Istat, l’Istituto Superiore di Sanità. Questa cultura della collaborazione sistemica e sistematica che anche nel rapporto con le Regioni e i Comuni, soggetti attuatori delle politiche sul territorio, si trasferisce nella percezione del cittadino. Avvertiamo questa presa di coscienza da parte delle amministrazioni e dei cittadini. vedremo quanto i numeri rappresenteranno questo successo”.

Le grandi manifestazioni, ha aggiunto, “sono la massima celebrazione di questo percorso, ma consentiteci di rinnovare l'impegno sulla quotidianità. I momenti di eccellenza trovano la loro consacrazione se rappresentano comportamenti esemplari. Tutto questo non è scontato, va richiamato e coltivato anche attraverso la presenza di campioni e campionesse a partire dalle scuole dove abbiamo un margine di miglioramento enorme”.

Andrea Abodi, Ministro per lo sport e i giovani (Foto Maiozzi/FITP)

 Abodi ha parlato anche della norma proposta con il ministro Giorgetti, che sarà discussa e se approvata inserita nel Decreto Sport, per l’introduzione di un organismo che svolga la funzione di “osservatorio complessivo delle manifestazioni sportive”. Questa norma, ha detto, “è un salto di qualità in termini di consapevolezza e pianificazione. Metterà ordine nel generoso e appassionato disordine delle candidature, darà il senso del calendario, permetterà di misurare gli impatti fiscali e la promozione turistica”.

Lo stesso principio è alla base della tanto discussa Agenzia governativa che dovrebbe prendere il posto della Covisoc nel controllo delle società professionistiche di calcio. “Senza mancare di rispetto all'autonomia che per noi è un riferimento assoluto, a volte si scambiano alcune attività di verifica come il rischio di perdere agibilità nell'autonomia – ha detto -. Noi abbiamo un modello che prevede che i club votino i rappresentanti in Consiglio Federale, il Consiglio Federale nomina la Covisoc che controlla i soggetti che nominano il Consiglio Federale che nomina la Covisoc. Sono persone di grande valore professionale, ma riteniamo che il luogo dei controlli debba essere terzo dalla politica, un po' come succede per i controlli antidoping effettuati dalla NADO, un organismo esterno, indipendente, autorevole, terzo, tecnico”.

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