-

Come si diventa maestri di tennis: il corso spiegato step by step

Così la Federazione Italiana tennis forma i suoi maestri: due bandi ogni biennio, uno ordinario e uno per soli Under 35. Centinaia le domande, 60 per bando gli ammessi, 10 wild card. Il percorso dura due anni cadenzati da 8 moduli, poi tirocinio, tesi ed esame finale

23 gennaio 2021

Diventare maestro: entro la fine di gennaio escono la graduatorie per chi coltiva questa ambizione. Quelle che stabiliscono i nomi dei 120 ammessi ai corsi per ottenere la qualifica di Maestro Nazionale: 60 per il bando ordinario, 60 per quello riservato ai soli Under 35. Una distinzione pensata per garantire un’età media degli Insegnanti di 3° livello più bassa (in passato era pari a circa 53, 54 anni).

Ad attendere i verdetti delle graduatorie ci sono 381 partecipanti al bando, meno di un terzo di loro otterrà l’accesso in questo 2021. 10 posti, per quanto riguarda il bando ordinario, saranno riservati a delle wild card che pur non essendo tra i primi della graduatoria otterranno un lasciapassare. 5 in qualità di allenatori di atleti di interesse nazionale. Qualche anno fa uno di questi è stato Andrea Volpini, uno degli allenatori del Team Piatti che accompagnava Jannik Sinner nel suo percorso di crescita sotto la guida del coach comasco.

Le altre 5 wild card invece sono riservate ai candidati meglio posizionati tra quelli provenienti dalle 5 regioni con il più alto rapporto tra numero di scuole tennis presenti sul territorio, al numeratore, e numero di Maestri Nazionali già certificati, al denominatore. Tradotto: laddove ci sono tante scuole, bisogna garantire un’adeguata quantità di insegnanti qualificati. Per questo la corsia preferenziale.

Gli insegnanti di tennis con qualifica di Maestro Nazionale in Italia sono 1.888 (dati di fine 2020)

Step 1: i moduli scientifici

Chi viene ammesso al corso può cominciare la strada, lunga due anni, per arrivare alla targa. Affronterà tutti i temi didattici mirati all’insegnamento ai ragazzi dagli 11, 12 anni fino ai 19, 20, quelli in fase adolescenziale. Temi e competenze che coincidono con le fasi di perfezionamento e di specializzazione della curva di apprendimento prevista dai programma dell’Istituto Superiore di Formazione Roberto Lombardi.

Si parte con i moduli scientifici, due in totale, che rappresentano il primo step. E che trattano diverse aree, da quella mentale a quella fisica-motoria, toccando anche concetti (approfonditi) di metodologia dell’insegnamento, sport vision, comunicazione, ma anche sport management, educazione alimentare, pedagogia e sociologia.

Le lezioni si tengono on-line, ma in modalità sincronia. A differenza di quanto accade per i corsi da Istruttori di 1° e 2° Grado, le lezioni si svolgono in diretta e in presenza, seppur a distanza. La piattaforma è quella della Scuola dello Sport di Sport e Salute, ma in cantiere c’è il trasferimento sulla piattaforma dell’Università on-line Pegaso. Dello switch però se ne riparlerà a partire dal 2022.

Quello che non cambia è che gli aspiranti maestri per poter accedere ai moduli successivi sono tenuti a superare un esame, da sostenere sempre on-line, fatto da 30 domande a risposta multipla. Generalmente sono 3-4 domande per ogni materia trattata all’interno dei moduli e per considerarsi ammesso allo step successivo il candidato deve totalizzare almeno 18 punti sui 30 a disposizione. Un punteggio universitario, che fa media per la valutazione finale.

Già, perché sia concesso il salto in avanti, alla fine del percorso si ottiene una valutazione espressa in centesimi (e con possibilità di lode), come succede all’esame di maturità.

“Fino a 6 anni fa si terminava il corso soltanto da ‘idoneo’ oppure ‘non idoneo’ - spiega Michelangelo Dell’Edera, direttore dell’ISF R. Lombardi. - Adesso invece i maestri hanno la possibilità di provare la loro eccellenza e questa valutazione ha un peso anche in chiave graduatorie per chi vuole iscriversi al corso di livello ancor più alto, quello da Tecnico Nazionale”.

Step 2: i moduli tattico-tecnici

Una volta superati i primi due moduli, e relativo esame, i futuri maestri nazionali ‘scendono in campo’. Si entra nel vivo con temi molto più pratici, suddivisi a loro volta in 6 diversi step. Nei primi due moduli vengono rispolverati i concetti legati al mini-tennis, per i bambini dai 6 agli 11, 12 anni. Nei due successivi, si approfondisce la fase del perfezionamento pensata per chi ha 11, 12 anni fino ai 14, 15. Negli ultimi due, spazio ai concetti pratici della specializzazione, per ragazzi di 14, 15 anni fino ai 19, 20.

“Scommetto che ci si chieda perché le età delle varie fasi si sovrappongono - suggerisce Dell’Edera -, beh è presto detto: se è vero che c’è un’età oggettiva, anagrafica, per ognuno, è vero anche che ce n’è una biologica e un’altra ancora tennistica. Queste quasi mai coincidono tra ragazzi diversi. La prima sfida del maestro è quella di stabilire le ‘altre’ età del suo allievo, quella biologia e quella tennistica. Questa deve essere la prima cosa da imparare”.

Un’altra curiosità riguarda la denominazione dei moduli: perché tattico-tecnico quando sui giornali sportivi siamo assuefatti alla dicitura inversa, tattico-tecnica? “Perché nella didattica di oggi la tattica deve venire prima della tecnica: oggi dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi il 'perché' e il 'quando' compiere una determinata azione, e soltanto dopo il come”, precisa Dell’Edera.

In questa visione ‘perché e quando’ rappresentano evidentemente la tattica, mentre il ‘come’ coincide con la tecnica. “In passato era il contrario e non è che fosse sbagliato, ma oggi sono cambiati i ragazzini”. Sì, insomma, al modificarsi della materia prima su cui agire, cambiano anche metodologie e paradigmi. E poi così si preserva maggiormente l'individualità dei movimenti.

I docenti dell’ISF che curano soprattutto questa fase del percorso sono Rocco Marinuzzi e Gerardo Brescia, sempre coadiuvati da consulenti specifici per ogni singola area di competenza specifica.

Tornando al percorso, ognuno dei sei moduli dello step 2, prevede una verifica parziale che deve essere superata per accedere allo step successivo. Una volta superato il quarto dei sei moduli tattico-tecnici (il sesto se prendiamo in considerazione tutto il percorso), siamo alla fine del primo dei due anni del cammino verso la qualifica.

“I moduli sulla fase del perfezionamento si concludono per solito in dicembre - racconta Dell’Edera - e a quel punto ai candidati vengono assegnati i titoli delle tesi che dovranno sviluppare nell’anno successivo per poter conseguire la qualifica. Devono essere tesi didattiche o sperimentali, non certo compilative. Che vuol dire compilative? Andare su Google, digitare ‘diritto tennis’ e fare copia-incolla. Non funziona così”.

Step 3: il tirocinio

Nel secondo anno del percorso, mentre dovrà affrontare gli ultimi moduli tattici-tecnici e lavorare sulla stesura della propria tesi, il candidato-maestro dovrà anche accumulare sei settimane di stage. “Non sono consecutive - precisa Dell’Edera - e possono essere svolte, anche in questo caso sotto la supervisione dei tecnici periferici della FIT, veri e propri docenti dell’Istituto quando si tratta di corsi di formazione, durante periodi specifici dell’anno”.

Durante i raduni dei centri periferici sparsi sul territorio, per esempio, ma anche durante gli Internazionali BNL d’Italia o alle Next Gen ATP Finals o nei Centri Estivi FIT. “Da quest’anno anche alle ATP Finals di Torino. Sono tutte esperienze molto formative per chi le vive, perché in quel contesto si lavora direttamente con i ragazzi”. Si tratta del primo momento in cui si mettono in pratica le nozioni apprese.

I Centri Estivi FIT sono una delle possibilità per i corsisti di accumulare le 6 settimane di tirocinio necessarie ad accedere all'esame finale da Maestro Nazionale

Anche il tirocinio prevede una valutazione complessiva, che fa media per la valutazione finale, e tiene conto di parametri quali le capacità di comunicazione, di relazione, la cura dell’immagine e del comportamento con i ragazzi.

Step 4: l’esame finale

Lo step è unico e per comodità ci si riferisce ad esso come “l’esame”. Ma in realtà sono 3 le prove da superare. La prima: 40 minuti di prova di gioco in cui il candidato deve mostrare la propria competenza e la capacità di esecuzione di tutte le azioni di gioco del tennis. “Questo è un passaggio particolarmente delicato - spiega il direttore dell’ISF - perché i ragazzi devono poter imparare dai propri maestri anche solo guardandoli in azione”. 10 è il punteggio massimo per questa prova, con meno di 6 non si passa alla successiva.

Che invece consiste in un’altra prova scritta da 90 domande riguardanti tutti i temi trattati. Solo dopo il superamento di questo passaggio ulteriore, il candidato può presentarsi davanti al Consiglio Direttivo dell’Istituto - e davanti a tutti i suoi compagni corsisti che assistono - per discutere la propria tesi. “Di solito quest’ultimo atto del percorso si tiene nell’aula magna della Scuola dello Sport di Sport e Salute oppure in quella del Centro Tecnico di Formia”.

È un percorso lungo e completo, non è facile da portare a termine: il 10-15% non arriva a sostenere l’esame e un altro 15-20% non lo supera

Il tasso di successo

Alla fine dei due anni, dopo tutti i moduli, le prove, gli esami e la discussione della tesi, il Consiglio direttivo dell’Istituto si riunisce per valutare il percorso di ogni singolo corsista e assegnargli una votazione finale. Solo dopo quel momento, i risultati dei corsi e delle prove vengono ratificati dal Consiglio Federale e vengono spedite le lettere con la comunicazione dell’ottenimento della qualifica. “È un percorso lungo e completo, non è facile da portare a termine, tanto che il 10-15% non arriva a sostenere l’esame e un altro 15-20% non lo supera”.

Il tasso di successo si attesta dunque attorno al 75-80% a seconda delle sessioni. Così l’Italia, la Federazione e l’Istituto Superiore di Formazione R. Lombardi selezionano, plasmano e certificano gli Insegnanti di tennis di 3° livello: ora, quando entrando in un club, vedete appesa una targa con la qualifica di Maestro Nazionale, sapete il grado di preparazione e meticolosità che serve per ottenerla.

 

Coach e allievi, dal club al circuito - Le foto

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti