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Racchette in classe, si riparte! E si arriva fino alle Nitto ATP Finals

Iscrizioni prorogate fino al 3 maggio per le scuole tennis e le scuole primarie per far parte di un progetto, nato nel 2014, che in questi anni ha portato le racchette nelle scuole di tutta Italia. I numeri, le tre fasi e gli obiettivi. La grande festa finale durante le Nitto ATP Finals a Torino

26 aprile 2021

Tutto in una settimana: la ripartenza c’è e deve essere sprint. Anche per il progetto Racchette in Classe, approvato per l'anno in corso dal Ministero dell’Istruzione lo scorso martedì e già pronto a scattare al verde. Il termine per le iscrizioni è stato prorogata fino al 3 maggio, data ultima entro la quale le scuole tennis dei club di tutta Italia e gli istituti di scuola primaria possono aderire all’edizione 2021. Una data da segnare sull’agenda.

Il progetto è nato nel 2014 per portare nelle classi di tutta Italia il fascino e i grandi insegnamenti formativi degli sport con racchetta. Il tutto grazie all’impegno della Federazione Italiana Tennis e alla strettissima collaborazione con la Federazione Italiana Tennis Tavolo e la Federazione Italiana Palla Tamburello.

Due le modalità d’iscrizione. La prima modalità, "appaiata" per così dire, per le scuole tennis o le scuole primarie che hanno già saputo trovare un partner di riferimento sul proprio territorio; la seconda, per club o scuole primarie ancora alla ricerca di una “controparte”. Compito dell’Istituto Superiore di Formazione Roberto Lombardi della FIT, in quel caso, attivarsi per trovare le corrispondenze e creare i legami sul territorio.

ISCRIZIONE CON CLUB/SCUOLA PARTNER

ISCRIZIONE SENZA CLUB/SCUOLA PARTNER

 

Cos’è Racchette in Classe

Nel 2014 il primo progetto Racchette in Classe fu presentato al Ministero dell’Istruzione: fu valutato, “messo alla prova”, validato attraverso una sperimentazione attenta e supervisionata dai commissari del MIUR. L’esito fu più che positivo, fin da subito.

In principio si trattava di 21 circoli, opportunamente selezionati e distribuiti equamente su tutto il territorio nazionale, affiancati a 24 istituti scolastici. Per un totale di circa 500 ragazzini coinvolti. Oggi, a nemmeno 10 anni dall’avvio di un’iniziativa tanto ambiziosa, quei numeri sono esponenzialmente cresciuti.

69.073 sono stati le ragazzine e i ragazzini coinvolti nell’ultima edizione. Anzi, molti di più in realtà hanno avuto la chance di tenere una racchetta in mano in ambito scolastico. Oltre 100.000. Perché i quasi 70.000 sono soltanto quelli che hanno preso parte alle seconda delle tre fasi previste dal progetti.

L'ultima edizione di Racchette di Classe, la festa finale a Roma

Le tre fasi

Così come approvato - e pure molto apprezzato - dal Ministero dell’Istruzione Pubblica, il progetto Racchette in Classe si svolge in tre fasi distinte.

  • Una curricolare, spalmata in sei settimane, con una lezione di mini-tennis a settimana in orario scolastiche e nelle stesse strutture presenti all’interno dell’Istituto, per tutta la classe al suo completo. Lezioni in cui gli insegnanti del club partner della scuola collaborano direttamente con l’insegnante scolastico, premurandosi anche di mettere a disposizione tutti i materiali adatti. Palline (morbide e depressurizzate), reti, campetti e soprattutto racchette. Quelle adatte, dal peso e della lunghezza giusta per la fascia d’età, per garantire un apprendimento corretto e salutare.
  • La seconda fase, extra-curricolare e facoltativa, prevede invece 4 lezioni con cadenza settimanale nelle strutture dei circoli di tennis di riferimento. Così avviene che su 100 ragazze e ragazzi che hanno provato a impugnare una racchetta, circa 70 entrano in un club per la fase successiva. Una percentuale invidiabile.
  • La terza fase è, storicamente, una vera e propria festa. Che solitamente si tiene in maggio a Roma, durante gli Internazionali BNL d’Italia, e che ospita circa 800 persone. In quest’anno così particolare, data e sede sono state modificate: novembre, Torino. Vale a dire Nitto ATP Finals.

I bambini alle Nitto ATP Finals

Due ragazze e due ragazzi di una classe per ogni scuola coinvolta, il loro insegnante scolastico e gli insegnanti delle tre discipline con racchetta. Tutti ospiti - sì: con viaggio, vitto e alloggio incluso - alla kermesse finale più importante della stagione tennistica. Una festa che coinvolgerà moltissimi club della cintura torinese e che sancisce il degno epilogo di un percorso di sport e formazione che soltanto una decina d’anni sarebbe sembrato impensabile.

Perché il progetto sia tanto apprezzato non solo da chi ne prende parte ma anche da chi l’ha approvato, il Ministero, non è difficile a intuirsi. Basta dare un’occhiata agli obiettivi che si prefigge:

  • far acquisire consapevolezza di sé attraverso la percezione del proprio corpo; 
  • far utilizzare il linguaggio corporeo per comunicare i propri stati d’animo; 
  • far sperimentare una pluralità di esperienze di gioco-sport che evidenziano il concetto di multidisciplinarietà;
    far sperimentare in forme progressivamente più complesse, nuove gestualità;
  • far riconoscere i principi essenziali del proprio benessere psico-fisico;
  • far comprendere all’interno delle varie occasioni di gioco e di sport, il valore delle regole e del fair play;
  • far riflettere con un dialogo costruttivo e un progetto educativo interdisciplinare sui temi del benessere psico-fisico, educazione affettiva e relazionale, integrazione con varie tipologie di disabilità psico fisiche e sociali, rispetto dell’altro e delle regole.

Un circolo virtuoso

Parrebbe non esserci altro da aggiungere. E invece altro da aggiungere c’è, eccome. Intanto la vastissima portata dell’iniziativa, che si rivolge a 5.000 istituti scolastici italiani contattati direttamente dal Ministero dell’Istruzione. E poi la valenza sociale che in questo periodo storico si arricchisce ulteriormente di significati.

Senza contare che, a proposito proprio di periodo storico, gli sport di racchetta sono per eccellenza quelli più sicuri in termini di distanziamento sociale, senza la benché minima presenza di contatto o stretta vicinanza fisica con gli altri. A maggior ragione se si considera il decalogo di sicurezza da seguire, un ulteriore margine di tranquillità per i partecipanti e per i genitori.

Non è un dettaglio, di questi tempi, conciliare benessere, movimento, pratica sportiva e totale sicurezza in termini di contenimento del contagio. Come non è un dettaglio la spinta forte e decisa che deriva dalle Istituzioni. La FIT, per esempio, sulle ali di Racchette in Classe investe ulteriori 50mila euro all’anno sotto forma di borse di studio, da 500€ ciascuna, per l’iscrizione alla scuola tennis dei ragazzini più promettenti che si mettono in luce proprio nello svolgimento dell’attività del progetto.

In questo modo si innesca un circolo virtuoso che vede da un lato la racchetta nel ruolo di perno centrale. Sempre più bambini imparano i valori dello sport, del gioco, del divertimento e del benessere derivante da una vita attiva e in movimento. E nello stesso momento aumenta il numero di praticanti e di conseguenza il bacino d’utenza all’interno del quale scovare un futuro campione.

In questo circolo virtuoso gioca un ruolo decisivo anche il supporto di uno dei partner della Federazione Italiana Tennis, vale a dire Ferrero, che sostiene il progetto Racchette in Classe nell’ambito del suo progetto globale Kinder Joy of Moving, che promuove i benefici di una vita attiva coinvolgendo circa 4.400.000 bambine e bambini in 34 Paesi del mondo.

Multilateralità didattica, multidisciplinarità sportiva, inclusione sociale, abbattimento delle barriere dovute alle disabilità, prevenzione, vita attiva: il progetto Racchette in Classe è tutto questo (e molto altro), racchiuso nel sorriso soddisfatto di un bambino con una racchetta in mano.

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