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Verso i bandi con la prova di gioco per insegnare: cos’è e come funziona

Per presentare richiesta di iscrizione ai bandi di concorso per ottenere le qualifiche FIT bisogna rispettare certi parametri. Che in alcuni casi possono essere derogati, a patto di superare con successo i 30 minuti della “Prova di gioco”. Vale due anni su tutto il territorio ma - attenzione - non dà accesso diretto ai corsi

17 gennaio 2021

maestri di tennis

Tra lunedì e mercoledì, nelle varie regioni d’Italia, vanno in scena le prove di gioco per aspiranti Istruttori di 2° Grado di tennis e per Maestri Nazionali. Una settantina i coinvolti, tutti messi nelle condizioni di svolgere questo passaggio importante del percorso nella regione di residenza, in virtù delle disposizioni del DPCM in vigore in tema di contenimento del contagio da Covid-19.

Questo grande sforzo organizzativo si è reso necessario per ovviare all’emergenza sanitaria (solitamente la prova di gioco si svolge soltanto nella regione in cui è indetto il bando) ed è messo in atto dall’ente che nella Federazione Italiana Tennis si prende cura della formazione degli Insegnanti. Ma di che cosa si tratta di preciso? A chi è rivolta? A che cosa dà accesso e come si svolge nella pratica? Per capirlo a fondo occorre fare un passo indietro.

Nel 2012 l’Istituto Superiore di Formazione R. Lombardi, a soli due anni dalla sua nascita, stava già dando una bella impronta al sistema d’insegnamento del tennis in Italia. Tra le varie mosse compiute per far nascere quello che sarebbe diventato il Sistema Italia, oggi riconosciuto in tutto il mondo, ce n’è una che potrebbe suonare come meramente formale. E che invece è molto pratica.

Chi voleva ottenere una qualifica da Insegnante, prima del 2012, poteva procedere all’iscrizione ai corsi attraverso la cosiddetta ‘disciplinare’, una metodologia d’ingresso che prevedeva dei parametri più o meno stringenti, ma senza imporre un numero fisso. Su 100 persone che inoltrassero richiesta, e che rispettassero i parametri previsti, 100 sarebbero stati gli ammessi.

Di lì in poi, invece, con l’introduzione dei bandi di concorso, non solo si sarebbero dovuti possedere i parametri richiesti, ma ogni candidato avrebbe ottenuto dei punteggi in base a determinati pre-requesiti e avrebbe ottenuto un posto in graduatoria. Soltanto i primi della graduatoria sarebbero stati ammessi ai corsi, gli altri avrebbero dovuto ripresentarsi.

Così diventò e così è ancora: 60 posti per ogni bando di concorso (per il tennis, nel beach e nel padel i posti scendono a 40), riservati ai migliori. “Lo abbiamo fatto per alzare l’asticella di qualità dei partecipanti ai corsi e pure per migliorare la qualità della formazione, perché tenere un corso per 60 persone non è come farlo per 300, il livello di interazione e di controllo individuale è più rigoroso”. Parola di Michelangelo Dell’Edera, direttore dell’ISF.

Adesso il numero è chiuso quindi, le maglie più strette, i parametri più elevati: “La graduatoria, come per ogni bando che si rispetti, si stila in base a parametri oggettivi, quali la classifica federale ottenuta, il titolo di studio, gli anni di anzianità trascorsi con una qualifica di livello inferiore a quella per cui ci si iscrive al bando”.

Ebbene, può succedere in questa conformazione dell’ingresso ai processi formativi che taluni abbiano le carte in regola per proseguire ma non possiedano tutti i pre-requisiti. E così è possibile ovviare sostenendo, per l’appunto, una prova di gioco. Va da sé che questa consenta l’accesso all’iscrizione al bando, ma non la possibilità - né tanto meno la certezza - di accedere ai corsi veri e propri.

In altre parole, chi prova sul campo di avere le abilità per fare l’istruttore di 2° Grado o il Maestro Nazionale, ha la facoltà di accedere alla graduatoria che poi definirà i 60 partecipanti al corso e a tutto il processo di formazione. Che poi, a sua volta, si sviluppa in 4 aree:

  1. Modulo Scientifico
  2. Sessione di domande e risposte con il proprio professore e seguente esame
  3. Modulo Tattico-Tecnico e successivo tirocinio
  4. Esame finale.

(Avremo modo di approfondire ognuno di questi aspetti e lo sviluppo dei vari moduli nei prossimi articoli).

Chiarito che la prova di gioco non equivale a un pass diretto per i corsi, sono tenuti a sostenerla quegli insegnanti che, per esempio, ambiscono a diventare Maestri Nazionali ma senza essere mai stati in possesso di una classifica di Prima o Seconda Categoria, oppure chi punta alla targa di Istruttore di 2° Grado senza essere mai riuscito a entrare tra i ‘Terza’.

La prova di gioco prevede ovviamente di comprovare abilità e competenze diverse e più approfondite più è alto il livello di qualifica. Per gli Istruttori di 2° Grado la prova si svolge con le palle Mid, nel gergo tecnico dette ‘Green’, perché la formazione che eventualmente potrebbero seguire una volta superata è incentrata sul mini-tennis e sulla fase didattica del pre-perfezionamento.

La prova di livello superiore, per Maestri Nazionali, ha come detto la medesima durata ma si svolge con palle ‘Yellow’, la normale palla da tennis. Entrambe le prove durano 30 minuti, durante i quali i candidati devono dimostrare di padroneggiare tutte le azioni di gioco. Ogni azione di gioco viene valutata con un punteggio su scala da 1 a 5:

  • scambio sulla diagonale del diritto
  • scambio sulla diagonale del rovescio
  • scambio rete-fondocampo con il candidato a fondo
  • scambio fondocampo-rete con il candidato a rete
  • servizio
  • risposta al servizio

Il totale massimo dei punti accumulabili fa 30. Proprio come all’università la prova è considerata superata con un punteggio minimo di 18. “Per ottenere i punteggi - spiega Dell’Edera - il candidato deve mostrare, da un punto di vista mentale, un atteggiamento proposito; da un punto di vista atletico, una buona tecnica negli spostamenti, un certo equilibrio e un buon trasferimento del peso durante le esecuzioni; per quanto riguarda la tattica, si valuta precisione, regolarità e controllo mentre sotto l’aspetto tecnico è necessario mostrare impatti avanzati, preparazioni semi-circolari e finali di movimento corretti, oltre a impugnature adatte alla didattica”.

Dura 30 minuti, va superata con almeno 18 punti ottenuti su 30 disponibili nelle 6 aree di valutazione corrispondenti alle varie azioni di gioco

Chiaramente la prova per accedere ai bandi di concorso per Maestri Nazionali richiede qualità e conoscenze più approfondite. I tecnici full-time della Federazione, chiamati a valutare i candidati sotto la direzione dei responsabili dell’ISF Rocco Marinuzzi e Gerardo Brescia, in quel caso verificano anche la consapevolezza esecutiva degli effetti (top e back spin), la ricerca degli angoli, le varie traiettorie del servizio (slice, kick e piatto) e molto altro ancora.

Chi supera la prova di gioco riceve un attestato di partecipazione e, per tutta la durata del biennio di riferimento (nel caso attuale 2021-2022), potrà partecipare ai bandi di concorso (ripetiamolo: non al corso, al bando). E potrà farlo per tutti i bandi indetti dall’ISF sul territorio nazionale in quel periodo.

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