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Verso il Simposio 2021: lì dove Piatti “spiegò” Sinner

A 8 mesi dal 5° Simposio Internazionale che si terrà a Novembre o durante le Next Gen ATP Finals oppure durante le Nitto Atp Finals, cominciamo la nostra marcia di avvicinamento andando a ripercorrere le relazioni più significative dei grandi tecnici del mondo. Partendo da Riccardo Piatti che nel 2019 durante il suo intervento definì Jannik “Il prototipo perfetto del tennista del futuro”

17 marzo 2021

Piatti e Sinner

Piatti e Sinner in campo a Bordighera

Il 10 maggio 2019 Jannik Sinner aveva poco più di 16 anni ed era numero 263 Atp. Quel giorno il suo allenatore Riccardo Piatti, all’epoca anche sulla panchina del croato Borna Coric, era uno dei relatori di punta del 4° Simposio Internazionale organizzato dall’Istituto Superiore di Formazione R. Lombardi al Foro Italico, in prossimità degli Internazionali BNL d’Italia.

Piatti, per inciso, sarà tra i relatori del Simposio anche nell’edizione 2021, che si terrà farà a Novembre o durante le Next Gen ATP Finals oppure durante le Nitto Atp Finals.

E' curioso andare a riscoprire come in quella relazione introdotta dalla semplice frase “io sono uno che insegna a giocare tennis”, l’allenatore comasco si espose di fronte ai suoi colleghi provenienti da tutta Italia e da molti Paesi del mondo: “Sinner - disse - è il prototipo perfetto del giocatore del futuro”.

Affermazione che a distanza di nemmeno due anni è già stata confermata dai fatti, e dai risultati, che all’epoca serviva per spiegare un metodo, un approccio, una filosofia di insegnamento del tennis. Perché è a questo che serve il Simposio Internazionale, permettere a istruttori, maestri e tecnici di confrontarsi con le eccellenze mondiali per continuare a migliorare nel proprio modo di relazionarsi ai propri allievi.

Quella relazione di Riccardo Piatti è rimasta impressa a molti. Alcuni insegnanti la hanno anche fissata su carta come parte del processo formativo che, in quell’anno, li stava conducendo al raggiungimento della qualifica di Maestro Nazionale. è il caso Edoard Bardelloni, Roberto Chiappini, Andrea Degl’Innocenti, Massimo Frendo e Antonio Prioriello, per esempio. Che hanno riassunto in un elaborato formativo i punti cardine dell’intervento.

Proprio da lì emergono chiari i capisaldi della filosofia-Piatti, condensata in una delle relazioni più ‘sentite’ di quell’edizione del Simposio. Una filosofia spiegata con parole semplici e dirette: “A me interessa che i miei giocatori facciano le cose giuste, i risultati arriveranno”. Grande importanza all’aspetto di crescita, al processo, alle emozioni provate dagli allievi e al dialogo continuo che viene a crearsi tra di loro. 

Le immagini di un piccolo Sinner sul grande schermo del Foro Italico durante la relazione di Riccardo Piatti il 10 maggio 2019

Un altro punto fermo, secondo le parole di Piatti espresse in quell’occasione, è che nel processo di costruzione di un giocatore “la prestazione conta più del risultato” e che ogni giocatore, pur nella sua unicità, necessità di un unico tipo di approccio. Con riferimento sempre a Jannik Sinner, Piatti invitava da una parte a far crescere i ragazzi con i giusti tempi mettendoli però continuamente davanti a nuove difficoltà stimolandoli così a risolvere da soli i problemi.

Famosa è ormai la frase del coach italiano secondo cui un buon allenatore non deve essere colui che risolve problemi al suo giocatore, ma colui che li crea. E insegnare poi di conseguenza il modo per risolverli, più o meno in autonomia. Solo così sarà favorito quel processo di crescita che punta a far affrontare - e superare - le difficoltà proprie del circuito professionistico.

“Nei tennisti già affermati, cambiano le modalità di insegnamento ma gli obiettivi rimangono gli stessi”. Anche da un punto di vista tecnico. Così nella relazione di Piatti è emerso come l’anticipo e la ricerca della palla “in avanti” deve essere un concetto chiaro e comune per tutti. Questo unitamente ad altri spunti fondamentali, come la centralità del diritto nel tennis moderno, il corretto utilizzo del braccio non dominante e la distanza laterale all’impatto.

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Questi sono tutti i concetti fondamentali che professionisti riconosciuti ai più alti livelli su scala mondiale sono chiamati a condividere e trasmettere agli insegnanti presenti al Simposio Internazionale di Roma. Teoria ma anche tanta pratica e casi reali, come reale è stato il percorso di Jannik Sinner, usato a mo’ d’esempio (e che esempio…) per la platea.

Piatti in quell’occasione ha infatti raccontato che con Sinner si è concentrato sulla preparazione dei colpi, lavorando su una posizione della racchetta più alta in partenza aprendosi così maggiori possibilità di “trovare gli angoli”. Ma anche sulla ricerca corretta della distanza con la palla, sull’efficacia al servizio, su un decision making più rapido.

Del futuro vincitore delle Next Gen Atp Finals (di lì a soli 6 mesi di distanza) Piatti ha raccontato anche di come ha lavorato tecnicamente sul posizionamento dei piedi per produrre più energia verticale e per ottenere benefici in termini di velocità ed angolazioni. Il tutto senza dimenticare l’aspetto personale, quello dell’uomo oltre all’atleta.

“Bisogna far crescere i ragazzi come persone - spiegava Piatti - e per questo Sinner sta sviluppando il suo percorso (si parla sempre del 2019, ndr) affrontando anche dei tornei in modo autonomo, senza accompagnamento. I ragazzi vanno responsabilizzati e messi di fronte a nuove problematiche che non sempre riguardano esclusivamente il campo da tennis”.

Il succo della lezione? “Mai perdere di vista l'obiettivo vero: cioè tutelare i ragazzi proteggendoli dalle situazioni poco costruttive e indirizzandoli verso il miglioramento delle prestazioni. Il segreto del successo di un progetto è giocare bene oggi per vincere domani”. Un segreto che a quanto pare è condiviso da molte realtà di qualità in Italia. I risultati di Matteo Berrettini, di Lorenzo Sonego, di Lorenzo Musetti e di tanti altri parlano da soli.

Ecco qual è il valore aggiunto del Simposio Internazionale organizzato ogni due anni dall’Istituto Superiore di Formazione Roberto Lombardi della FIT a Roma. Ed ecco perché è impossibile mancare.

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