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Dodici mesi fa il 13enne perugino e la sua adorata mamma furono vittime di un terribile incidente mentre si recavano ad Arezzo per la tappa dello Junior Next Gen Italia. Esattamente un anno dopo Yannick ha ripercorso quella stessa maledetta strada per una settimana, per andare a giocare quello stesso torneo… fino al giorno della finale
di Roberto Cozzi Lepri | 02 marzo 2020
Chiudiamo questa piccola parentesi per tornare a raccontare quello che di straordinario ed emozionante è accaduto in una sceneggiatura scritta dal destino, il miglior autore e regista di sempre. Yannick decide di partecipare a quel “maledetto” Junior Next Gen di Arezzo per mettere la parola fine ad una storia lunga un anno, per chiudere quel cerchio incompiuto. Per una settimana percorre la stessa strada con il papà Jean Jacques. Yanni va avanti nel torneo, supera in scioltezza i primi turni fino ad arrivare alla semifinale del sabato, quella mai giocata lo scorso anno. L’avversario è lo stesso, mai affrontato, della passata edizione. Il giovane perugino sconfigge Duccio Cacioli 6-3 6-1 e vola in finale prevista per il giorno successivo.
Papà Jean ci descrive quella surreale domenica aretina: "Siamo arrivati al circolo con le lacrime agli occhi, sapevamo che quella di oggi sarebbe stata la fine di un capitolo doloroso che Yannick era pronto per portare a termine e per colmare un vuoto incolmabile. Ha giocato la finale con grande tranquillità, accerchiato dall’affetto di un pubblico incredibilmente numeroso". Dopo aver messo a segno il punto decisivo Yanni ha alzato gli occhi al cielo lasciandosi andare ad un pianto dolcissimo e dedicando la vittoria a Lei, il suo bellissimo angelo custode, nel giorno del triste anniversario. Un lungo applauso lo ha accompagnato fino all’uscita dal campo. E’ stato un momento commovente per tutti: genitori, spettatori, giudice arbitro, dirigenti del CT Giotto e per suo padre. Oggi si è conclusa una pagina importante della sua vita. Non sappiamo se Yannick riuscirà a continuare a coltivare il suo talento tennistico, se la sua crescita sarà costante, se diventerà da grande un tennista professionista. Sinceramente nemmeno ci interessa saperlo, adesso. L’importante è che il piccolo Ngantcha torni a divertirsi, nel nome della sua dolce mamma.