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Schiavone alla Gazzetta: “Grazie azzurri, i vostri successi hanno alleviato il mio dolore”

La vincitrice del Roland Garros 2010 racconta il buio della malattia, la lotta tenace e la ritrovata voglia di guardare al futuro: “Riparto dal tennis con due grandi sorprese, ma mi dedicherò anche ad altri eventi sportivi. Mi piacerebbe stare all'angolo di un italiano, o allenare la Halep”

14 dicembre 2019

francesca schiavone instagram

L’ansia e le paure di fronte a una diagnosi capace di mettere ko, un duello affrontato con tanto coraggio e determinazione – doti che non le sono mai mancate – fino alla gioia per aver vinto il match più duro della sua vita e alla voglia di guardare al futuro con tanta energia e nuovi progetti. C’è tutto questo, e forse tanto di più a livello emotivo, nelle parole di Francesca Schiavone intervistata per La Gazzetta dello Sport (edizione di sabato 14 dicembre) da Riccardo Crivelli.

Nonostante tu sia un'atleta, tu sia abituata alla competizione, una notizia del genere ti taglia le gambe. Ma non voglio voltarmi indietro, voglio guardare al futuro, a quello che posso ricominciare a costruire”, sottolinea la trionfatrice del Roland Garros 2010. Che ha le idee ben chiare. “La priorità è recuperare la piena efficienza fisica, tornare in forze, ritrovare completamente la salute – spiega la 39enne milanese -. Non sapete com'è meraviglioso adesso alzarsi al mattino, ascoltare il proprio respiro e sussurrare "sì, sto bene". Ovviamente ritroverò i campi da gioco e riavvolgerò il filo di tutto quello che avevo lasciato, ma mi dedicherò anche all'organizzazione di eventi sportivi non solo relativi al tennis. Uno spazio importante sarà riservato ad attività legate a ciò che mi è appena successo, e poi ci saranno due grandi sorprese tennistiche che mi sono appena state comunicate e che vi svelerò nei prossimi giorni”.

“Sono tornata a Milano: senza i miei genitori non avrei potuto affrontare la malattia”

Dopo la grande paura è giusto ora desiderare in grande. “Se dovessi tornare ad allenare, mi piacerebbe stare all'angolo di un giocatore o di una giocatrice italiani, per tenere alti i nostri colori e per condividere un'esperienza comune. Se invece la proposta arrivasse dall'estero, sarei onorata di allenare la Halep, perché è una ragazza seria, di talento e con le potenzialità per tornare numero uno del mondo e rimanerci a lungo”, confida Francesca, decisa ora a “restare milanese per un po’” dopo aver lasciato Miami. “Non appena mi è arrivata la diagnosi, sono tornata a Milano, dai miei genitori. Se non ci fossero stati loro, forse non avrei avuto la forza di affrontare a testa alta la malattia”, riconosce la vincitrice di tre Fed Cup, che rivolge ad alcune persone il suo grazie. “Accanto a papà e mamma, credo sia giusto che io rivolga un pensiero riconoscente e di grande affetto alla dottoressa Cantonetti e alla sua equipe per l'enorme abnegazione e professionalità, nonché a una donna che è sempre rimasta nell'ombra ma mi ha dato una forza incredibile, Virginia Formica (figlia di Luigi, storico medico di Francesca, ndr), che per me ormai è quasi una sorella”.

“Ho seguito in tv i successi degli azzurri”

Durante i mesi di malattia, la Schiavone ha trovato un po’ di sollievo nei programmi tv. “Ormai sono una grande esperta di serie e telefilm, però non ci crederete ma un ringraziamento speciale devo riservarlo ai tennisti uomini italiani. Ho avuto tempo di seguirli con più attenzione e guardarli giocare mi ha davvero divertito. Fognini, Berrettini, Sonego e nelle ultime settimane Sinner sono stati semplicemente fantastici, ovviamente con Fabio c'è un feeling più approfondito, ma degli altri conosco l'ambiente da cui arrivano e la bravura dei loro allenatori: la cosa bella è che tutti loro si meritano di stare dove sono arrivati. E mi hanno colpito non solo per la qualità del gioco, ma anche per gli enormi margini di crescita che ancora si portano dietro e che possono portarli a livelli addirittura più alti”.

E proprio alla famiglia Fognini che sta per allargarsi è dedicata la battuta finale della Schiavone: “Mio Dio, devo comprare il regalo per la figlia della Pennetta che sta per nascere, figurati se non si aspetta un pensiero da zia Francesca”.

 

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