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Nei tornei sul rosso oltreoceano, in pieno inverno, i tennisti italiani hanno sempre avuto una buona tradizione
di Stefano Izzo | 13 febbraio 2020
Fognini, che per la prima volta è rimasto in Europa in questo periodo dell’anno rinunciando alla gira sudamericana, nel 2013 è arrivato fino in semifinale ad Acapulco, appuntamento messicano che dal 2014 ha cambiato pelle passando al cemento. Fabio non sarà, quindi, a Rio de Janeiro, torneo che lo ha celebrato finalista nel 2015 (dopo il successo in semifinale su Rafa Nadal) e semifinalista due anni fa, sconfitto prima da David Ferrer e poi da Fernando Verdasco. Il ligure ha iscritto il proprio nome nell’albo d’oro dell’altro seeding brasiliano, San Paolo 2018, che a partire da quest’anno sarà sostituito dall’Atp 250 di Santiago del Cile. Fognini aveva sfiorato il colpaccio anche a Buenos Aires nel 2014, battuto ancora in finale e sempre David Ferrer.
L’impresa nella capitale argentina è riuscita Marco Cecchinato un anno fa: la vittoria in finale sul “peque” Schwartzman ha consegnato al Ceck il terzo titolo in carriera. Baires ha portato fortuna anche a Paolo Lorenzi, protagonista nel 2016 fino alla sconfitta in tre set nei quarti con Rafa Nadal, e pure ad Alessandro Giannessi, partito dalle qualificazioni e giunto fino al secondo turno nel 2017, portando punti pesanti per l’imminente ingresso in Top 100. E a San Paolo nel 2015 ha vissuto la pagina più bella della sua carriera Luca Vanni: dalle qualificazioni fino alla finale (resterà l’unica a livello Atp per il tennista toscano) persa con l’uruguaiano Pablo Cuevas. Una favola da tramandare ai nipotini.