
Chiudi
Il coach del romano fa il punto della situazione in vista di una stagione dalle grandi attee: “Matteo purtroppo salterà il match di Davis a Cagliari ma rientrerà a Indian Wells a metà marzo. Con la consapevolezza che nel 2019 ha compiuto un salto triplo e deve darsi il tempo per crescere ancora”
di Luca Fiorino | 27 febbraio 2020
A chi sa attendere, il tempo apre ogni porta. Matteo Berrettini è in via di guarigione e pronto a ripartire più motivato che mai dopo l’infortunio agli addominali che lo ha costretto a rimanere fermo ai box nelle ultime settimane. Dopo aver vissuto un 2019 da favola culminato con l’ingresso in Top 10 e la prima storica partecipazione alle ATP Finals, il romano ha partecipato a un solo torneo in questa stagione (Australian Open) per poi saltare gli appuntamenti successivi a cui era iscritto in Sudamerica.
Fortunatamente il periodo buio è ormai alle spalle e il rientro sul rettangolo da gioco appare decisamente più vicino. “Abbiamo preferito non bruciare le tappe onde evitare di sottovalutare questo problema fisico che si era palesato in Coppa Davis nella sfida contro Taylor Fritz - spiega coach Vincenzo Santopadre - Matteo non sarà purtroppo presente per l’impegno contro la Corea del Sud a Cagliari, ma rientrerà con ogni probabilità per il torneo di Indian Wells a metà marzo”.
L’uomo che si solleva è più grande di colui che non è mai caduto. Malgrado la giovane età, Matteo Berrettini si è già imbattuto in passato in guai fisici che ne hanno rallentato la crescita. Per questa ragione, di esperienza in termini di recuperi ne ha da vendere. “In altri tempi questo stop l’avrebbe accusato maggiormente - rivela Santopadre -. Già dal primo controllo effettuato il 16 dicembre l’ho visto invece più sereno. Chiaramente non ha preso bene l’infortunio, ma dopo un incupimento iniziale è stato bravo a reagire in maniera eccezionale. Il pregresso degli infortuni in un certo senso lo ha aiutato a vivere meglio questa nuova situazione ma me lo immaginavo. Matteo, anche in passato, ha sempre trovato del tempo per riflettere e trovare nuovi stimoli. Sono fiducioso, penso che la storia possa ripetersi”.
Forfait dopo forfait, settimana dopo settimana, Matteo non si è mai fermato tra lavoro in palestra e sul campo da tennis. “La parte preventiva ha prevalso su tutto. Non c’è stata nessuna lesione e nessuna ricaduta, semplicemente abbiamo deciso tutti insieme di non forzare inutilmente i tempi – chiarisce l’allenatore capitolino -. La situazione oggi è nettamente migliorata grazie al lavoro certosino svolto dal ragazzo assieme a un osteopata spagnolo. Stringere i tempi col rischio di aggravare la situazione non avrebbe avuto alcun senso dato che siamo alle prime battute della stagione. Se si fosse trattato degli ultimi tre tornei dell’anno, probabilmente Matteo sarebbe sceso in campo. L’obiettivo principale era quello di non andare in paranoia e lavorare per bene, mentre adesso che le cose sono migliorate posso svelare che lo rivedremo presto in campo. Dove? Al 98% a Indian Wells, il restante 2% purtroppo non dipende da noi…”.
Giudica bene solo chi soppesa, si informa e confronta. La pianificazione iniziale dei tornei di febbraio stilata da Berrettini e il suo team è stato uno dei temi più discussi sul finire della passata stagione. Nonostante i programmi siano alla fine saltati a causa dell’infortunio occorso a Matteo, Vincenzo Santopadre ha voluto lo stesso chiarire la situazione motivando quella scelta e placando lo scetticismo generale di allora. “Per farsi un’opinione si dovrebbe prima avere una visione d’insieme con tutti gli elementi a propria disposizione per poi valutare sulla base di ciò che si sa. La programmazione in Sudamerica di questo febbraio era un’idea partorita da più di un anno. A fine 2018 lo avevo incentivato a prendere qualche decisione all’apparenza più scomoda, sebbene l’ultima parola spetti sempre a lui”, sottolinea il coach del romano.
Santopadre illustra quindi nel dettaglio il ragionamento e i motivi di quella scelta. “Lo scorso anno Matteo avrebbe preferito giocare sulla terra al posto dei tornei di Sofia e Marsiglia. Siccome lui si sentiva più a suo agio sul rosso, gli consigliai di andare a giocare invece sui campi veloci indoor dov’era meno competitivo e abituato. Se a quell’età non prendi determinate scelte dopo è più difficile farlo – dichiara Vincenzo -. Per questo motivo gli ho addolcito la pillola e l’ho spinto ad andare sul veloce al coperto lo scorso anno per poi disputare la tournée sudamericana nel 2020. In questo modo, comparando le due esperienze, avrebbe potuto fare una scelta più assennata in futuro avendo i due termini di paragone su cui potersi basare. Bisogna anche aggiungere che quest’anno durante le iscrizioni bisognava prendere in esame la classifica da top 10, la Coppa Davis da giocare in Italia e i viaggi intercontinentali da affrontare in tre mesi. È stato preso tutto in considerazione con i vantaggi e gli svantaggi di entrambe le situazioni. Lui era propenso ad andare in Sudamerica perché aveva fra le altre cose il desiderio di poter giocare con la nonna materna brasiliana Lucia lì presente. Alla base della competizione ci sono gli stimoli e sono del parere che le motivazioni siano una parte fondante nello sviluppo della carriera di un professionista. Magari la decisione non sarebbe stata corretta a posteriori, ma era corretto agire così a mio modo di vedere”.
Confermarsi è da sempre la parte del lavoro più difficile. Matteo Berrettini ha guadagnato in un lasso di tempo ristrettissimo posizioni su posizioni in classifica a suon di vittorie e partite memorabili. Le pressioni ora sono tante ma fanno parte del gioco. “È ovvio che tutto ciò che c’è intorno ti possa oggi far vacillare - riconosce Santopadre -. Matteo ha fatto un salto triplo lo scorso anno ed è arrivato al vertice molto in fretta. Cosa fare? Bisogna viversela serenamente, trovare un equilibrio e stabilizzarsi. Dovremo da oggi in poi essere bravi nell’analisi e vedere le cose in chiave positiva curando gli interessi di Matteo unicamente per il suo bene. Se due anni fa gli avessero detto che un giorno sì e l’altro pure ci sarebbe stata gente pronta a chiederti autografi in continuazione e a farti interviste, credo che avrebbe firmato a occhi chiusi. Matteo deve essere contento di ciò che ha fatto e non dimenticarsi mai da dove è arrivato e in quanto poco tempo è arrivato lassù”.
Cambiano le aspettative, aumentano le pressioni ma la strada da perseguire è sempre la stessa nonostante la differente dimensione. “Anche per noi in fondo è una situazione nuova - ammette Vincenzo -. Siamo tutti sulla stessa barca e l’obiettivo principale è andare tutti nella stessa direzione. La sua crescita passa anche dalla nostra e in tal senso tutti, nessuno escluso, dobbiamo allenare quotidianamente la pazienza. Il ruolo dell’allenatore e del team è quello di essere bravissimi a monitorare la situazione con l’evolversi delle necessità anche a costo di prendere decisioni più fastidiose. Rientra nell’ambito della professionalità d’altronde”.
Dove si può intervenire per migliorare un top 10? Una delle migliori qualità di Matteo, da sempre, è una spiccata capacità d’apprendimento. “Lo scopo principale è proseguire il lavoro cominciato nella seconda parte della stagione passata. Ciò significa provare a vivere in maniera leggera ma non superficiale ogni situazione ed evitare di consumare energie inutili. Bisognerà chiedersi il giusto e non troppo dandosi il tempo necessario per crescere ancora. Dovremo dribblare ogni fonte d’insoddisfazione e progredire giorno dopo giorno. In questo Matteo è un ragazzo d’oro, molto esigente da se stesso. Assorbe tutto e si dedica agli allenamenti con anima ed energia anche durante i tornei quando si ha poco tempo a disposizione per lavorare extra campo. Quello che gli ricordo sempre è di volersi bene e riconoscersi i meriti che l’hanno portato in top 10. Sembrerà banale – chiosa Santopadre – ma la cosa più sbagliata è dare tutto ciò per scontato”.
Il countdown è giunto ormai quasi al termine. Matteo Berrettini è pronto a riprendersi la scena a partire da Indian Wells per la gioia del suo allenatore e di tutti gli appassionati del Belpaese.