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Tre giovani tenniste azzurre raccontano l’impatto con la realtà trasformata dal Coronavirus e la loro nuova quotidianità. Con tutta la voglia di godersi gli affetti, non sprecare il tempo e mantenersi positive in vista della ripartenza
di Tiziana Tricarico | 18 marzo 2020
Il tennis ai tempi del Coronavirus è fatto di storie: tornei interrotti senza alcuna forma di comunicazione ai giocatori ed alle giocatrici, aerei per tornare a casa presi all’ultimo momento, decisioni che molto probabilmente andavano pianificate prima. E poi c’è la nuova quotidianità, fatta improvvisamente di un tempo infinito non più (o solo in minima parte) scandito dagli allenamenti e dalla routine di un atleta. Dopo lo “sfasamento” iniziale prevale - per fortuna - la voglia di utilizzarlo in qualche modo questo tempo, anche semplicemente per riordinare i pensieri. In attesa che venga vinta la battaglia contro il Covid-19 e che tutto possa prima o poi tornare alla normalità.
Eccole storie di Elisabetta Cocciaretto, Melania Delai e Sofia Rocchetti
“Sono tornata dal Messico lunedì 9 marzo nel pomeriggio e mi sono trovata catapultata in una dimensione surreale” - racconta Elisabetta Cocciaretto - ad Acapulco e Monterrey era tutto tranquillo. All’arrivo in Italia mi sono ritrovata invece in una situazione strana, complicata, di cui in Messico non si era avuta percezione. A casa i miei non mi hanno abbracciata. Poi è arrivato il decreto di Conte. Devo ammettere che i primi 3 o 4 giorni l’ho presa male, vagavo tipo vegetale…”.
Poi il carattere solare ed ottimista della 19enne marchigiana, numero 156 del ranking mondiale, ha preso il sopravvento: “Cerco di sfruttare il lato positivo di questa situazione come il fatto per esempio che era almeno da tre anni e mezzo che non mi capitava di restare a casa con la mia famiglia per più di una settimana” - scherza Elisabetta -. “E poi cerco di darmi da fare il più possibile: sono nella lista delle tenniste che sono autorizzate ad allenarsi ma per il momento sto facendo lunghe camminate e un po’ di corsa nel mio quartiere. Inoltre studio (è iscritta al primo anno di Giurisprudenza; ndr) anche se con un po’ di fatica: sono alle prese con Diritto Romano e vorrei iniziare anche Filosofia del diritto. Chissà che non riesca a dare gli esami. Certo forse dovrei limitare un po’ l’uso del telefono…tra le giocatrici che sento più spesso c’è Federica Rossi: lei però vive una situazione un po’ diversa tra le montagne della Valtellina”.
Un inizio di 2020 segnato da alti e bassi per la tennista di Porto San Giorgio: con le note positive della qualificazione al main draw degli Australian Open (un bel regalo per il suo 19esimo compleanno), dell’esordio vittorioso in Fed Cup con la nazionale azzurra a Tallin, in Estonia, e del best ranking - numero 153 - firmato il 3 febbraio. Ma anche con un paio di sconfitte evitabili per lei che ha deciso di concentrarsi soprattutto sui tornei Wta, chiaramente partendo dalle qualificazioni.
“Vincere con la maglia della nazionale è stata una bella emozione” - dice -. “Per il resto troppi alti e bassi: non ero sufficientemente concentrata sui miei obiettivi e non mi stavo allenando bene. Approfitterò di questo periodo per schiarirmi le idee, per ritrovare le mie priorità ed i miei obiettivi. Certo è una situazione complicata, un’interruzione nel corso delle cose, ma c’è anche il tempo per pensare e riflettere. Cosa direi a chi se ne va in giro? Dobbiamo restare a casa, è importante”.
"Stavo giocando il Grade 1 di Casablanca, in Marocco, ed ero in semifinale” - racconta Melania Delai - “già giravano voci sulla possibile sospensione del torneo. Fino alla sera prima, però, ci avevano detto che era tutto ok. Poi, poco prima di scendere in campo, è arrivato un sms sul telefonino di Flavio Cobolli…un modo un po’ strano per comunicare una cosa tanto importante. A Casablanca sembrava tutto normale, avevamo giocato il torneo tranquillamente: solo all’aeroporto ho visto qualche persona con la mascherina”.
La 17enne trentina che vive vicino Jesolo ha iniziato il 2020 con la finale nel Grade 1 di Traralgon, in Australia: quindi gli ottavi nel tabellone junior di Melbourne con la delusione per i tre match-point mancati con Victoria Jimenez Kasintseva, poi vincitrice del titolo, mentre grazie alla semifinale in Marocco è arrivato il best ranking junior, numero 22.
Ora lo stop forzato. “La prima sensazione? A parte la preoccupazione per quello che sta succedendo, è la noia. Posso comunque allenarmi un po’ la mattina (anche lei è nella lista delle tenniste autorizzate; ndr) e per questo mi ritengo fortunata: nel pomeriggio poi faccio un po’ di preparazione fisica sul terrazzo di casa. Comunque era parecchio che non mi capitava di avere tanto tempo libero” - sottolinea “Melly” -: “credo di aver fatto più videochiamate negli ultimi giorni che in tutta la mia vita! Soprattutto con Lisa Pigato, Enola Chiesa e le ragazze che sono al Centro tecnico di Formia”.
L’occasione però è buona anche per concentrarsi sulla scuola: “Sono iscritta al quarto anno del liceo linguistico e ne sto approfittando per studiare un po’. E poi guardo la mia serie tv preferita, ‘Elite’. Certo non è facile stare in casa tutto il giorno: manca uscire con gli amici, stare all’aria aperta, andare a cena fuori, passeggiare in spiaggia. Ma bisogna comunque cercare di imparare qualcosa, sperando che passi tutto presto. Quindi state a casa perché è un bene per voi e per tutti quanti. Se ci sono delle regole c’è un motivo”. Ed a proposito di regole uguali per tutti aggiunge: “E’ stato giustissimo bloccare il circuito ITF anche perché già da qualche settimana gli italiani erano sfavoriti in tutto e per tutto a cominciare dagli spostamenti. Ed è stata importante la petizione lanciata sui social proprio da un giocatore italiano" (Claudio Fortuna, ndr).
"Quando sono partita dall’Italia a fine febbraio già la preoccupazione era tanta per le notizie che giravano. In Grecia invece era tutto tranquillo ed anche se il nostro volo arrivava da Milano non ci ha considerato nessuno” - racconta Sofia Rocchetti -. “Da un giorno all’altro però è saltato tutto: avevo perso al primo turno del main draw ad Heraklion dopo aver superato le qualificazioni ma ero rimasta perché ero in semifinale nel doppio con Monica Cappelletti quando è arrivata la sospensione. Abbiamo rischiato di non riuscire a tornare in Italia: per fortuna abbiamo preso l’ultimo volo Alitalia per Roma prima che chiudessero tutto”.
La 17enne di Jesi, che solo da qualche mese sta affiancando i tornei pro agli appuntamenti junior, è rientrata in Italia quando era già in vigore il decreto del Governo. “Una situazione del genere non era mai capitata a nessuno di noi. Cerco di sfruttare l’occasione per stare più tempo con la mia famiglia” - dice -. “Teoricamente anche io potrei allenarmi ma in pratica è quasi impossibile. Faccio preparazione fisica a casa il pomeriggio perché qualche attrezzo ce l’ho, ed una corsetta ogni tanto. Sento spessissimo Eleonora Alvisi ma anche le altre ragazze. Sono i primi giorni e sto facendo tutto con calma. E’ triste perché non c’è nessuno per strada. Del resto come numero di contagi siamo più vicini alle regioni del Nord che a quelle del Centro Sud. Speriamo finisca presto”.
L’antidoto alla tristezza per Sofia sono i libri: “Sto leggendo ‘Il codice da Vinci’ ed ho terminato in pochissimo tempo sia ‘Open’ che ‘Rafa’. E poi studio: sono iscritta al quarto anno del liceo scientifico. Senza dimenticare ‘Homeland’, la mia serie tv preferita. Sono ottimista perché credo che l’Italia stia gestendo tutto molto meglio degli altri Paesi e vorrei aggiungere che chi continua ad andarsene in giro è irrispettoso soprattutto di chi le regole invece le segue”.