BORG: L’UOMO DI GHIACCIO
Uno dei tennisti più vincenti di sempre, simbolo di un’epoca e idolo di migliaia di tifosi e tifose. Borg è stato il più grande campione del periodo romantico del tennis in cui le racchette erano pesanti e fatte di legno. Nella sua carriera ha vinto cinque volte il trofeo di Wimbledon (dal 1976 al 1980), sei volte il Roland Garros (1974-75, 1978-81) e il Masters nel biennio 1979-80. Il suo caratteristico rovescio a due mani, allora costituiva una novità e nessuno aveva la sua velocità di spostamento, la sua capacità di concentrazione e la stessa resistenza negli incontri-maratona. Borg si ritirò nel 1983 a soli 26 anni perché nauseato dai massacranti allenamenti quotidiani. Da allora più nulla, almeno sino alla fine del 1990, quando ormai 34enne, sposato con la cantante italiana Loredana Bertè, annunciò il suo rientro nel circuito e si preparò allenandosi segretamente in Italia con alcuni giocatori locali e con qualche giovane svedese. Stavolta al suo fianco non c’era lo storico coach Lennart Bergelin, ma una sorta di guru del fitness fisico e mentale, il 79enne Ron Thatcher noto come “Tia Honsai”, che Borg chiamava “Il professore”. Grande esperto di discipline Shiatsu, ammise candidamente di non aver mai avuto niente a che fare col tennis ma che, col suo aiuto, Bjorn sarebbe potuto tornare addirittura sul trono di Wimbledon. La sua apparizione a Montecarlo nel 1991 dopo 7 anni di inattività fu invece un tentativo coraggioso, ma destinato alla delusione e allo sconforto di tutti quei fan che avevano ancora impresse nella mente le gesta dell’orso svedese. Vestito di bianco, senza marchi e con la sua vecchia Donnay in legno (completamente dipinta di nero), in un’epoca in cui tutti avevano già abbandonato quel materiale, fu nettamente battuto per 62 63 dall’onesto regolarista spagnolo Jordi Arrese (62 63). Dopo il flop, si prese un altro periodo di tempo per rifinire la preparazione e cercare di adattarsi ad una nuova più moderna racchetta, ma i risultati furono a dir poco fallimentari. Nelle ultime tre apparizioni nel 1993 riuscì quanto meno a portare i match al terzo set e nell’ultimo, quello con Volkov a Mosca, ebbe persino un match-point cedendo al tie break decisivo. San Francisco. Si è scritto tanto sui motivi del suo rientro: qualcuno ha ipotizzato che la spinta fosse di carattere economico, visto che pare avesse dilapidato il suo ingente patrimonio, qualche altro ha invece detto si trattasse solo della voglia di rimettersi in gioco. Comunque sia, una parentesi della quale i suoi ammiratori avrebbero fatto volentieri a meno, ma che intacca solo in minima parte il fascino di un campione entrato a pieno titolo nella leggenda del tennis.