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Nole a Fabio: "Giocherò fino a 50 anni". Poi quarantena, meditazione e fondo solidarietà

Il numero uno del mondo ha ospitato Fognini in diretta su Instagram. Tanti i temi trattati, dall’isolamento forzato al Players Relief Fund e alle nuove regole da introdurre nel tennis. In chiusura invitato anche Fiorello

di | 22 aprile 2020

Djokovic e Fognini in diretta su Instagram

Djokovic e Fognini in diretta su Instagram

Da una parte il numero uno del mondo Novak Djokovic, dall'altra Fabio Fognini. Questa volta non c'è una rete a dividerli, ma si tratta di una diretta Instagram show un po' in inglese e un po' in italiano. Gag e risate, come quando Fabo ha chiesto a Djokovic a quale età vorrebbe ritirarsi. "A 50 anni!", la replica di Nole: "Per il momento non ci penso a farmi da parte". E per finire anche un'incursione a sorpresa nel finale di Fiorello, grande amico del serbo.

Primo argomento affrontato l’ansia vissuta durante la quarantena e come affrontare lo stress mentale: “I primi 10 giorni sono stati molto molto duri - ha raccontato Fabio - non siamo abituati a stare così tanto tempo in casa con la famiglia. Ora va bene, aiuto Flavia, faccio lo chef, sono bravo a cucinare la pasta al tonno, fortunatamente qui ad Arma di Taggia abbiamo il giardino, perché altrimenti Federico è come King Kong, non si ferma mai”. Djokovic da diversi anni segue una rigorosa dieta vegana affidandosi esclusivamente a sostanze naturali e a un’intensa attività di meditazione per il controllo dei nervi, molto utile probabilmente in questo periodo di isolamento forzato. “Tu sei un ragazzo molto spirituale - ha detto sempre Fabio - hai qualche esercizio che fai per il rilassamento, non solo nel tennis? Io sto facendo qualcosa in questo periodo, esercizi di respirazione. Ti conosco e credo che tu faccia qualcosa di simile”. Tesi confermata da Nole: “Gli esercizi di respirazione sono molti più utili di quanto si pensi, io mi affido a esercizi yoga la mattina. Molti pensano che la meditazione sia un qualcosa di religioso, ma non è così. Questi esercizi servono solo per essere calmi in un mondo moderno in cui tutto scorre molto veloce. Abbiamo migliaia di informazioni che ci bombardano, la meditazione per me è essenziale per rimanere presente a me stesso, è come fare un reset. Per noi, tennisti e atleti che sono da soli sul campo, è fondamentale. Lo faccio da 10 anni. Mi ha aiutato in campo e fuori dal campo”.

Fognini ha raccontato che anche lui adotta esercizi di respirazione: “Mi hanno hanno aiutato soprattutto fuori dal campo. Ma ci sono tecniche per allenare il tuo cervello ad avere un ‘programma positivo’ quando si è sul campo, per mantenere la concentrazione, per mantenere uno stato particolare in campo. È importante fare cose più specifiche nel tennis, ma ogni allenamento mentale deve essere personalizzato. Non sono orgoglioso delle reazioni che ho avuto sul campo. Per molti anni sono stato in prigione mentalmente perché sentivo la colpa dei gesti che facevo. Alla fine, qualcosa molto semplice mi ha aiutato: io sono così sono un uomo che fa errori, a volte faccio queste cose. Come recupero dopo queste azioni è più importante di quello che è successo prima”.


I due hanno poi affrontato il tema del Players Relief Fund, il fondo che i giocatori dell’ATP, i tornei del Grande Slam e l’ITF hanno deciso di creare per supportare finanziariamente i tennisti tra la 250esima e la 700esima posizione della classifica mondiale, i più colpiti economicamente dall’emergenza sanitaria da coronavirus e dallo stop del circuito. Dopo un confronto con Nadal e Federer, il campione di Belgrado ha proposto la creazione di un fondo con il contributo dei giocatori compresi nei top 100 del ranking di singolare e nei primi 20 della classifica di doppio e destinato ai colleghi in difficoltà. Inizialmente si era parlato di una variabile a seconda della posizione in classifica da 5mila a 30mila dollari. Con i contributi previsti da ITF, tornei dello Slam e ATP la somma potrebbe superare i 4 milioni di dollari, oltre 3,5 milioni di euro. “Non voglio fare annunci e dare conferme prima del tempo - ha chiarito Djokovic - l’ammontare totale verrà comunicato nei prossimi giorni, ma contribuiranno tutti. E ognuno potrà donare quanto vuole. Ho parlato con Roger e Rafa cercando di proporre una formula basata sulla classifica, ma è difficile obbligare tutti i giocatori a donare denaro, indipendentemente dal ranking. Dobbiamo fare quello che è in nostro potere per permettere al tennis di allargare la propria base, attrarre le generazioni giovani e far passare il messaggio che è possibile fare il tennista professionista guadagnando in maniera dignitosa anche senza essere in cima alla classifica”.

Quindi ecco il tema tornei a porte chiuse. Gli organizzatori degli US Open in calendario a fine agosto ci stanno pensando. “A nessun giocatore piace l’idea di tornei senza pubblico", hanno detto in coro, ma entrambi si rendono conto che in tempi brevo"potrebbe essere l’unico modo per riprendere a giocare". Djokovic è preoccupato anche per l’età media dell’appassionato di tennis, che secondo recenti sondaggi si avvicina ai 60 anni. “Dobbiamo cercare di innovare e cambiare, continuamente. Perché questa è la direzione del mondo attuale. Le NextGen di Milano sono un buon esperimento per vedere quali regole nuove si possono adottare”, ha proposto il serbo.
In chiusura di diretta è stato chiamato Fiorello. Lo showman italiano e Nole hanno ripetono il duetto eseguito al Festival di Sanremo lo scorso febbraio cantando “Terra promessa” di Eros Ramazzotti. E Fiorello ha strappato la promessa al numero uno del mondo di essere presente al festival anche nel 2021. Una promessa benaugurale.
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