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La passione per il tennis non ha limiti e confini - Video

In un periodo difficile come quello che stiamo vivendo una luce che brilla e ci spinge a guardare al futuro. Dall’Africa alla Francia, storie di passione ed entusiasmo

di | 16 maggio 2020

Bambini improvvisano una partita di tennis in Gabon

Bambini improvvisano una partita di tennis in Gabon

La passione per il tennis non ha limiti e confini. Basta guardare questo video girato in Gabon, uno stato dell’Africa centrale che affaccia sull’Oceano Atlantico, fra la Nuova Guinea e il Congo. Ecco le immagini di due bambini che provano a giocare una partita di tennis, usando bidoni di plastica e pezzi di legno come racchette in un campetto di fortuna altrettanto improvvisato. Il tutto davanti agli occhi dell'ex tennista Emmanuel Omokomongamon. Le loro risate e il divertimento che trasmettono dimostrano che si può sognare anche ad occhi aperti, magari fantasticando una finale di fronte al proprio idolo nel torneo preferito. In un periodo difficile come quello che stiamo vivendo una luce che brilla e ci spinge a guardare al futuro. E lo sport, come sempre, è un faro di speranza.


Il francese Arthur Reymond si è costruito un campo da tennis a pochi metri da casa

E sempre dal tennis arriva una una delle storie più belle della quarantena forzata che ha praticamente coinvolto il mondo intero. Arriva da Tolosa e il protagonista è il 21enne Arthur Reymond, il numero 589 del ranking Atp. Con il circuito fermo, molti tennisti sono stati costretti a reinventare i propri allenamenti, tra scambi con il muro, preparazione atletica tra le mura di casa e così via. Quanto fatto da Raymond, però, ha dell'incredibile: con l’aiuto del padre ha praticamente costruito a pochi metri da casa un campo in terra battuta in due settimane sfruttandone uno dei vicini inutilizzato da tempo. “Ci ricordavamo che nel giardino dei nostri vicini c’era un campo da tennis - racconta Reymond - quindi io e mio padre siamo andati da loro per chiedere se potessimo usarlo e per verificarne le condizioni. Era un campo di patate, nel senso letterale del termine. Tutto ciò che avevamo erano una pala e una carriola. Abbiamo acquistato da un circolo nei paraggi diciotto sacchi di terra rossa da venticinque chili l’uno e abbiamo iniziato. Il primo giorno, dopo una fatica terribile, avevamo completato un box del servizio. Il nostro vicino pensava che non avremmo mai finito…”.
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