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Binaghi: “E’ l’inizio di un’era che non ha precedenti”

Il presidente della FIT ha commentato a caldo nello studio torinese di SuperTennis la bella prestazione della squadra azzurra contro gli Usa

26 novembre 2021

“Io ho un po’ di esperienza come spettatore di Coppa Davis: ne ho visti di match. Oggi Sinner è stato impressionante”. Così esordisce il presidente della FIT Angelo Binaghi ospite negli studi torinesi di SuperTennis subito dopo il secondo singolare che ha sancito la vittoria dell’Italia sugli Usa nel primo match di queste Davis Cup Finals by Rakuten.

“Impressionante perché, secondo me, ha battuto un giocatore come Isner che, perlomeno all’inizio, fino a quando non si è demoralizzato, giocava anche bene. Ha dato 6-2 6-0 a Isner, sul veloce, perdendo un game, il primo, nel quale ha avuto anche un paio di palle break. Ora siamo 2-0 sugli Stati Uniti mettendo in campo tre esordienti, i due singolaristi e il capitano E senza poter schierare il nostro giocatore che in classifica è davanti a tutti, Matteo Berrettini. 2-0 agli Stati Uniti senza il nostro giocatore più forte? Se ce l’avessero detto qualche anno fa ci saremmo messi a ridere”.

“Innanzitutto bisogna fare i complimenti a Lorenzo Sonego che è stato molto, molto bravo – prosegue Binaghi -. Però dopo abbiamo visto qualcosa di ancora diverso, davvero impressionante. Credo di dover dire due cose. La prima è che sono contento: abbiamo fatto bene a fare di tutto pur di avere in casa questi due gironi della Coppa Davis. E’ stato molto problematico perché venivamo dall’organizzazione delle Next Gen ATP Finals e soprattutto dalla prima, molto problematica organizzazione delle ATP Finals. La seconda cosa che voglio dire, in modo ancora più convinto rispetto alle settimane scorse, è che abbiamo aperto un grande ciclo. Saranno 4, 5, 6 anni o di più ma consiglio gli appassionati, sin dai prossimi giorni ma soprattutto nei prossimi anni, di seguire questa squadra di Coppa Davis: credo che ci farà sognare molto”.

E ancora su Sinner: “A me fanno sorridere quelli che, quando Sinner perde un match, sono delusi, pensano di aver riposto male proprie aspettative su questo ragazzo. Questa è gente matta: abbiamo un fenomeno. A vent’anni è tra i primi 10 del mondo. E ha ancora ampi margini di crescita: io scommetterei su di lui piuttosto che su Alcaraz che come gioco è già più completo e maturo. Tra l’altro (Sinner n.d.r) è in buonissime mani con l’amico Riccardo (Piatti n.d.r) e uno staff che è tra i migliori del mondo. Speriamo che non serva ma se dovesse servire qualcosa, ci siamo anche noi che vorremmo dare una mano. Ma non ce ne sarà bisogno, e quindi godiamoci questo momento straordinario. Siamo dei dirigenti fortunati”.  

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Sonego in conferenza stampa ha ricordato quanto è stato importante avere al fianco Gipo Arbino ma anche la Federazione sin dagli inizi: “La Federazione finalmente adesso riesce a fare quello che deve. Il merito è dei ragazzi, dei loro allenatori, delle loro famiglie - afferma il presidente FIT - Noi siamo riusciti finalmente a far passare un concetto che nelle generazioni precedenti ancora non passava e cioè che rappresentiamo tutto il Paese, non solo quelli che stanno con noi o che stanno a Tirrenia o che sono simpatici a Volandri. Oggi credo che questo abbia creato sia a livello particolare, del team di Coppa Davis, sia a livello generale su tutto il territorio, un clima di fiducia molto migliore di prima. Credo che questo aiuti anche i giocatori”.   

Davis Cup Finals, Italia-USA a Torino: Lorenzo Sonego esulta (foto Sposito)

Una super prestazione di squadra, questa contro gli Usa: siamo già al massimo? “Credo che il massimo si deva ancora raggiungere. Abbiamo avuto l’esperienza con le donne e credo che questo 2021 maschile sia paragonabile al 2006 quando vincemmo la prima Fed Cup e ci dicemmo: ci è andata bene, difficilmente batteremo questi risultati. Lo dicevamo nel 2006. Dunque, mai dire mai, consiglio cautela: è possibile che nei prossimi anni vedremo anche qualcosa di più grande di quello che stiamo vedendo oggi. Incrociamo le dita, stiamo con i piedi per terra…”

Davis Cup Finals, Italia-USA a Torino: l'abbraccio tra Sinner e capitan Volandri (foto Sposito)

L’ultima volta che l’Italia superò gli Usa, era il 1998, a Milwaukee, poi arrivò in finale. Il fatto rievoca dolci ricordi, suggeriscono in studio: “Credo ci sia poco da rievocare - conclude Binaghi – credo di poter dire che iniziamo un’era che non ha precedenti nel tennis italiano. I risultati e le prospettive sono queste. Abbiamo manifestazioni che non avevamo mai avuto in Italia, la possibilità di vedere i nostri grandi campioni e di poterli valorizzare ancora di più; abbiamo un movimento in crescita straordinaria, abbiamo anche il padel in grande crescita. Siamo nel pieno di un circolo virtuoso e il nostro compito è fare in modo che duri più a lungo possibile. Ovviamente i risultati e queste grandi soddisfazioni sono merito dei giocatori”.  

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