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Il “Bole” tra Davis e circuito Atp: “Gioco almeno altri due anni”

Il bolognese, reduce dal successo in doppio con Fognini a Rio, va per i 37 anni e mette la sua esperienza al servizio della squadra azzurra. “Oggi l’Italia è una delle nazioni più forti del mondo, nessun traguardo è vietato”, sottolinea

di | 03 marzo 2022

Davis Cup: Simone Bolelli in allenamento (foto Sposito)

Davis Cup: Simone Bolelli in allenamento (foto Sposito)

Il “Bole”, al secolo Simone Bolelli, ha partecipato a ben 25 incontri della nazionale, 26 con la presenza in quel di Bratislava. Un’avventura, quella del bolognese di Budrio, cominciata ben 15 anni fa (correva l’anno 2007…) in Israele: solo 10 tennisti di casa nostra possono vantare più convocazioni in maglia azzurra. Va per i 37, quasi il doppio degli anni dei rampanti Sinner e Musetti, ma la sua esperienza in Coppa Davis è sempre preziosa. Singolarista di belle speranze (non tutte rispettate… ahimè) da giovane, doppista per vocazione e professione (9 titoli in carriera tra cui quello storico agli Australian Open 2015 in coppia con Fognini) ora che qualche capello grigio comincia a farsi largo.

Che atmosfera si respira in squadra?

“Diciamo che il team è sempre stato unito, adesso chiaramente ci sono le nuove leve e quindi l’obiettivo è integrare i ragazzi più giovani. A parte l’aspetto tennistico, andiamo molto d’accordo a livello personale, sono tutti bravi ragazzi, hanno voglia di fare team. Hanno capito in fretta che per una competizione come la Coppa Davis la squadra è importantissima, basilare. Quindi anche loro danno il loro contributo, stanno costruendo le stagioni che verranno. Ad alcuni di noi sono rimasti pochi anni di carriera, loro ne hanno tanti davanti. Per Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, che sono i più giovani con i loro 19, 20 anni, far già parte stabilmente della squadra di Davis è una cosa davvero ottima”.

Davis Cup: Lorenzo Musetti e Simone Bolelli, prove tecniche di doppio (foto Sposito)

Come ci si sente da veterano di un gruppo giovane e in grande crescita?

“Ne ho vissute tante, sinceramente non penso che i ragazzi nuovi abbiano problemi a giocare questa competizione tanto particolare. In Davis ci sono emozioni e sensazioni diverse rispetto a un torneo. Io cerco di dare il mio contributo sempre, sia in campo che fuori. Sono molto fiducioso, giocano e si allenano con grande serietà e impegno. Li vedo con tanta voglia di far bene, di voler vincere”.

Giovane anche capitan Volandri…

“Filippo si è integrato benissimo, cerca di gestirci al meglio, di avere ogni aspetto sotto controllo e sa quello che deve fare. Personalmente per me è la seconda volta con lui capitano dopo l’esperienza di Torino lo scorso novembre, ma lo conosco da diversi anni. Siamo quasi coetanei…”.

Davis Cup: la volée di diritto di Simone Bolelli (foto Sposito)

Di recente il successo a Rio in coppia con Fognini. Qual è la molla per andare avanti?

“L’entusiasmo c’è, non so quanti anni ancora giocherò, penso almeno due. Adesso sono in un buon momento, vincere il torneo di doppio a Rio in coppia con Fabio è stata una bella soddisfazione. Peccato non sia qui a Bratislava per un infortunio… Cerco di divertirmi, di affrontare questi ultimi anni di carriera che mi restano con serenità, di godermi il campo, le emozioni, i momenti, i tornei, le vittorie. Ci saranno anche le sconfitte, certo, però fa parte del gioco. Quest’anno compio 37 anni, ma la voglia è sempre la stessa”.

Il tennis italiano vive un momento magico, forse il migliore della sua storia…

“E’ una questione di generazioni e quella che sta venendo fuori adesso è molto forte. Merito anche dei maestri che hanno contribuito alla crescita di questi ragazzi, degli staff che hanno intorno, della sinergie attuate dalla federazione. Però alla base c’è la materia prima che è buonissima. Parliamo di Berrettini, di Sinner, di Musetti, di Sonego. Sono tutti fortissimi, in più hanno un ottimo entourage dietro che li fa stare tranquilli, li fa crescere. Non a caso oggi l’Italia è una delle nazioni più forti del mondo”.

Tante aspettative si traducono anche in una pressione maggiore…

“Probabilmente un po’ di pressione c’è, soprattutto se guardiamo la classifica. Poi in campo è diverso, ma l’Italia può sognare, può pensare di fare le cose in grande partita dopo partita. Adesso siamo ancora alla fase di qualificazione alle Finals, dobbiamo essere concentrati e battere la Slovacchia. E’ la chiave principale in questo momento, pensare ai match di venerdì e sabato. E’ evidente che guardando a lungo termine abbiamo una squadra molto forte e competitiva. Nessun traguardo è vietato”.   

Davis Cup: Simone Bolelli e Lorenzo Musetti, prove tecniche di doppio (foto Sposito)

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