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Deborah Chiesa: “Ho una forma di artrite, ma tornerò a competere”

L’annuncio social della 24enne di Trento, che stava preparando il rientro dopo otto mesi di stop: “Non so ancora quanto questo ulteriore infortunio mi terrà lontana dai campi, però la mia voglia di giocare rimane sempre bella salda e si fortifica ogni giorno di più”

di | 19 febbraio 2021

Il nuovo anno si è aperto con una notizia poco piacevole per Deborah Chiesa, che stava preparandosi per il rientro a tempo pieno in campo dopo otto mesi di stop per l’infortunio da sovraccarico al piede sinistro e una riabilitazione lunga e complicata dall’emergenza Covid.

La 24enne tennista di Trento, attualmente numero 419 del ranking WTA dopo aver disputato l’ultimo match ufficiale nel settembre scorso al torneo ITF da 25mila dollari di Grado, ha infatti pubblicato un lungo post sui propri profili social per aggiornare sulle sue condizioni di salute. In particolare, la giocatrice che fa base ad Anzio al Piccari&Knapp Tennis Team ha annunciato di soffrire di una forma di artrite.

Volevo darvi un piccolo aggiornamento - scrive Deborah - Purtroppo il mio 2021 non è iniziato nel migliore dei modi. Verso metà dicembre scorso hanno iniziato a gonfiarmisi le dita delle mani, con annesso dolore a stringere i pugni, a prendere oggetti e soprattutto a tenere la racchetta in mano. Dopo varie visite specialistiche, mi è stata diagnosticata una forma di artrite, con la quale a quanto pare dovrò imparare a convivere. È stato un duro colpo, considerando la mia assenza dai campi per 8 mesi nel 2020 a causa del passato infortunio al piede.
Non so ancora quanto questo ulteriore infortunio mi terrà lontana dai campi, ma da qualche settimana a questa parte ho iniziato una terapia e sta andando meglio, per questo motivo ho deciso di dare un aggiornamento solo ora. La mia voglia di giocare e tornare a competere rimane sempre bella salda, anzi, si fortifica ogni giorno di più.
Cerco di rimanere positiva, anche se non è facile, nella speranza che potrò tornare ad allenarmi al più presto”.

Deborah Chiesa e Lara Arruabarrena a fine match (foto Getty Images)

Dopo aver conquistato tre titoli ITF da 25mila dollari nel 2017 (a Zawada, Santa Margherita di Pula e Torino) e aver raggiunto la finale nel 60mila dollari di Hechingen, la Chiesa è stata convocata per la prima volta in Fed Cup nel febbraio 2018 per l’incontro con la Spagna al PalaTricalle di Chieti, vinto 3-2 dalle azzurre, esordendo in singolare e imponendosi al tie-break del terzo set sull’iberica Lara Arruabarrena.

In aprile dello stesso anno la capitana Tathiana Garbin l’ha poi convocata nuovamente per il play-off del World Group contro il Belgio a Genova, dove è scesa in campo in doppio con Jasmine Paolini.

In quella stessa stagione la tennista trentina ha superato le qualificazioni al Roland Garros, cedendo 7-5 al terzo al primo turno del tabellone principale alla svizzera Belinda Bencic, dopo aver mancato ben 5 match-point.

Sempre nel 2018 Deborah Chiesa ha raggiunto il best ranking al numero 143 WTA, poi però sono cominciati i problemi fisici e le insicurezze. E ora questa diagnosi che complica ulteriormente il cammino di Deborah, nel frattempo impegnata anche sul fronte dello studio universitario, alla facoltà di lingue.

Nelle sue parole, oltre alla comprensibile amarezza e sconforto, c’è comunque la voglia di non mollare e guardare avanti, traendo magari esempio anche da altre campionesse che sono riuscite a gestire questo tipo di problema senza dover rinunciare al loro essere atlete professioniste.

Deborah Chiesa

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