
Chiudi
Elisabetta compie 20 anni a Melbourne dove può uscire dalla stanza d’albergo 5 ore al giorno come racconta al ‘Corriere Adriatico’: “Spegnerò le candeline al mio ritorno a casa. Passo gran parte del tempo sui libri: sto preparando un esame all'università”
di Gianluca Strocchi | 25 gennaio 2021
Si è guadagnata sul campo il diritto a un posto nel tabellone principale degli Australian Open passando per il secondo anno consecutivo le qualificazioni. Elisabetta Cocciaretto dopo le tre convincenti affermazioni a Dubai che le sono valse l’agognato ticket per la trasferta Down Under sta affrontando le due settimane di quarantena a Melbourne previste per tutti coloro che arrivano da altri Paesi. E così, praticamente in clausura in una stanza d’albergo, da dove può uscire solo per 5 ore complessive al giorno (per allenarsi, fare palestra e mangiare), la tennista azzurra passa anche il suo 20esimo compleanno, lunedì 25.
“Aspettarmi un compleanno così? Assolutamente no. Lontano da casa è già capitato ma mai in queste condizioni. Magari spegnerò le candeline quando tornerò a casa”, ammette la ragazza di Fermo intervistata da Roberto Senigalliesi sul ‘Corriere Adriatico’.
Sicuramente un’esperienza che rimarrà impressa nella mente della giovane marchigiana, a maggior ragione considerando che per i primi tre giorni nella città dello Stato di Victoria è stata bloccata in camera per via delle positività al Covid riscontrate su alcuni dei voli che portavano gli atleti a Melbourne (non il suo).
“Bisogna adattarsi. Sapevamo di dover fare sacrifici per gli Australian Open, in tempo di pandemia, seguiamo le direttive del Tennis Australia, anche se fa strano stare tutto il giorno in una stanza. Ora, almeno posso allenarmi, anche se solo per 5 ore”, afferma Cocciaretto, spiegando poi come trascorre la lunghe giornate, da sola, nella sua stanza d'hotel. “Un po' di ginnastica, qualche telefonata oppure mi scambio messaggi con amici e parenti, ma soprattutto gran parte del tempo la passo sui libri. Sto preparando un esame all'Università, sono iscritta a Giurisprudenza a Camerino, quando mi ricapita di avere tempo anche per studiare? Diciamo che faccio di necessità virtù”.
Come dire che sono prima di tutto i testi di diritto a farle compagnia, almeno fino agli impegni agonistici (il 31 gennaio scatteranno i tornei WTA che precedono il primo Major stagionale). Una situazione inedita per i professionisti della racchetta, che può ripercuotersi pure sul piano psicologico.
“L'umore è abbastanza buono, bisogna guardare avanti. Speriamo di tornare a giocare presto e che la quarantena finisca. Anche se per tre giorni non ho visto neanche il mio coach, guardando solo dalla finestra Melbourne, mangiando con il servizio in camera, come tutti in questo grande albergo. Ognuna di noi può allenarsi solo con una giocatrice. Io mi alleno con Sara Errani. Assieme c'è il mio tecnico Fausto Scolari e Alice Savoretti, anche lei marchigiana, che è allenatrice di Sara”.
Dodici mesi fa Elisabetta trovò semaforo rosso al primo turno di fronte alla tedesca Angelique Kerber (campionessa dell’edizione 2016), provando però l’emozione di calcare un palcoscenico prestigioso come la Rod Laver Arena. Stavolta, magari come regalo di compleanno, con la carica positiva che la contraddistingue si augura di fare meglio. Sarebbe importante in termini di classifica e come iniezione di fiducia per il 2021.
“Cosa mi aspetto? Innanzitutto che si possa tornare a gareggiare. Vorrebbe dire che la pandemia è finalmente passata. La classifica mondiale? Non ci penso, l'importante è migliorare. Il resto sarà una conseguenza”, conclude ‘Kokki’ fedele al motto “Vula bass e schiva i sass” (“Vola basso e schiva i sassi”) che le ripete spesso il proprio coach Fausto Scolari.