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Il tennis italiano non delude (anche senza Sinner)

In un suo commento sul Corriere della Sera di oggi Marco Imarisio sottolinea, partendo dalle imprese di Errani/Paolini e di Musetti alle Olimpiadi, il momento straordinario del tennis tricolore e di una Federazione capace di pensare a lungo termine

03 agosto 2024

Azzurri in semifinale alle Olimpiadi

Azzurri in semifinale alle Olimpiadi

I Giochi di Parigi 2024 hanno confermato una cosa molto importante. E cioè che il tennis italiano è una realtà ai massimi livelli sempre e comunque. Anche se nell'occasione ha dovuto rinunciare al suo numero uno, e numero uno del mondo Jannik Sinner. In un suo commento sul Corriere della Sera di oggi Marco Imarisio, inviato alle Olimpiadi, sottolinea, partendo dalle imprese di Errani/Paolini e di Musetti, il momento straordinario del tennis tricolore e di una Federazione capace di pensare a lungo termine. E sono i fatti a dimostrarlo: "Non vincevamo una medaglia nel tennis da cento anni.... Questo torneo olimpico sembra la continuazione dell'ultimo Roland Garros. Con i francesi che chiedono ammirati, ma voi italiani dove li trovate tutti
questi giocatori?"

"Appena due mesi fa, dopo l'incoronazione di Sinner sul Philippe Chatrier, il presidente della nostra Federazione, Angelo Binaghi, era stato intervistato come fosse l'oracolo di Delfi dai giornalisti dell'Équipe.... Non c'è una sola risposta, e non è vero che si tratta di semplice fortuna. A testimoniarlo c'è la profondità del nostro movimento. Sette giocatori nei primi ioo del ranking, e una nidiata di giovani, dei quali oggi sappiamo cosa fare".

"Il salto di qualità è cominciato quando il nostro tennis ha smesso di pensare per cortiletti.... - scrive ancora Imarisio - Oggi l'Italia è quel Paese dove il settore pubblico (la Federazione) si mette a disposizione dei privati, affiancandosi con discrezione a coach di nuovo conio, pronti a sostenere il giovane talento nella fase più delicata, il passaggio da juniores a professionista".

"La Federazione ci ha messo molto del suo, lavorando affinché l'Italia, da
periferia isolata diventasse una capitale del tennis. Non solo con la vetrina delle Atp Finals a Torino, ma con i tanti eventi minori che quasi ogni settimana permettono ai ragazzi di costruirsi una classifica senza spendere cifre insostenibili in giro per il mondo". 

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