Chiudi
Sul prestigioso quotidiano Le Figaro un ampio servizio che mette a fuoco l’escalation del tennis azzurro maschile intervistando il presidente della FIT Angelo Binaghi. Loro sono al crepuscolo della ‘generazione Tsonga’, noi invece…
10 maggio 2021
Il titolo è: perché il tennis italiano ha fatto ‘big bang”, cioè ha fatto “il botto”. Un articolo di mezza pagina su Le Figaro racconta ai francesi perché il loro tennis della generazione Tsonga è al crepuscolo mentre il nostro della generazione Berrettini, Sonego, Sinner Musetti sta esplodendo (nell’ampio e ben documentato articolo di Romain Schneider ovviamente i Transalpini siamo noi). Un’interessante punto di vista che merita lettura attenta. Ve lo proponiamo integralmente, con il beneplacito dell’autore.
di Romain Schneider
Quando nel preambolo chiediamo al presidente della Federazione Italiana, Angelo Binaghi, le ragioni del successo del tennis transalpino, scherza: “Non ve lo spiego, altrimenti in Francia ci copiate”. In un momento in cui la ‘generazione Tsonga’ è al crepuscolo e la successione è tutt'altro che assicurata, la Francia può guardare con una certa invidia il rinnovamento dall'altra parte delle Alpi.
L'Italia attende, dal 1976 con il successo di Adriano Panatta al Roland Garros, una vittoria nel Grande Slam maschile. Le donne hanno aperto la strada con una generazione d'oro negli anni 2000. Francesca Schiavone ha trionfato nel 2010 al Roland Garros e Flavia Permetta ha vinto gli US Open 2015 in finale sulla sua connazionale Roberta Vinci. E anche Sara Errani è stata finalista a Porte d'Auteuil nel 2012.
La ristrutturazione della Federazione
Oggi i ragazzi tengono alto lo stendardo azzurro. Sulle orme di un campione leggendario come Nicola Pietrangeli, doppio vincitore agli internazionali francesi (1959 e 1960). Ci sono quattro italiani nella top 30 della Race nel 2021, nessun altro Paese ne ha altrettanti. “Tutto è iniziato con Marco Cecchinato, ha spiegato il leader Matteo Berrettini (finalista domenica a Madrid contro Alexander Zverev) all'ultimo Roland-Garros. “Ci allenavamo con lui e pensavamo, okay, questo ragazzo è bravo, ma non è mostruoso, quindi possiamo farcela anche noi".
Il palermitano Cecchinato, da n.72 del mondo, era arrivato fino alle semifinali del Roland Garros dell'edizione 2018, battendo anche Novak Djokovic. Poi il 24enne romano Matteo Berrettini è arrivato in semifinale agli US Open 2019. A 31 anni, Fabio Fognini ha sollevato, nel 2019, a Monte-Carlo il trofeo più bello della sua carriera ed è entrato poche settimane dopo la top 10 mondiale. La prima volta per un italiano dai tempi di Corrado Barazzutti nel 1978. Nel 2020, al Roland Garros, cinque azzurri sono approdati al terzo turno (per la prima volta dal 1955 e un record nell'era Open). E non è stato il frutto del caso. “All'inizio degli anni 2000, c'erano meno tesserati e i risultati economici furono disastrosi. spiega a Figaro Angelo Binaghi, al timone della FIT dal ... 2001.
È stata decisa una profonda ristrutturazione della Federazione, e un investimento a lungo termine, con risultati oltre le nostre aspettative. Nel 2004 la Federazione ha istituito due centri tecnici, a Tirrenia, vicino a Pisa, per i ragazzi, a Formia, vicino a Roma, per le ragazze, al fine di identificare e formare i futuri campioni. "Questa non è stata la ragione principale del nostro successo", sostiene Binaghi – che risiede nella nostra capacità di promuovere la nostra disciplina che è diventata molto popolare. Abbiamo il nostro canale televisivo di tennis, SuperTennis, che è una TV gratuita in chiaro, fondata tredici anni fa, che trasmette tennis 24 ore al giorno. Ci ha permesso di raggiungere un nuovo pubblico e ha riportato i giovani nei club".
In controtendenza, il tennis in Italia ha il vento in poppa. "E 'il primo sport individuale e ora il secondo in termini di tesserati dietro al calcio", dice con soddisfazione Angelo Binaghi. E c'è stata un'esplosione del padel che voi non avete ancora in Francia. Anche da quella sono arrivati molti tesserati”.
La Federazione annoverava quindi circa 130.000 tesserati all'inizio degli anni 2000, ora ne ha 355.000. È stato istituito un sistema di borse di studio per i 10-15enni e, una volta professionisti, è stato creato un programma appositamente per i 18-24enni, che ricevono wild card per i tornei internazionali in Italia, senza dover percorrere migliaia di chilometri o spendere cifre astronomiche: “È un sistema simile alla Francia con wild card per i giovani che si affacciano ai tornei di alto livello, precisa il presidente della Federazione. Tutti hanno la possibilità di giocare dei Challenger (tornei subito sotto la fascia del circuito ATP, ndr) molto presto. Abbiamo molti tornei di questo genere in tutto il Paese".
Largo ai giovani
L'Italia è ormai il secondo Paese al mondo per numero di tornei Challenger organizzati, subito dopo gli Stati Uniti, questo permette ai giovani emergenti di confrontarsi con la competizione e maturare. Due transalpini (italiani n.d.t.) erano presenti in media nei tabelloni dei Grande Slam juniores negli anni 2010. Poi Lorenzo Musetti ha vinto il titolo agli Australian Open nel 2019 a 16 anni. Nel 2020, il contingente azzurro a Melbourne è arrivato a 7. Come il calcio, l'Italia ha anche degli ottimi allenatori. Riccardo Piatti è il mentore di Sinner da quando aveva 13 anni. Simone Tartarini allena Musetti da quando ha cominciato, all'età di 9 anni. Berrettini collabora da dieci anni con Vincenzo Santopadre. "Il nostro approccio è supportare i giocatori nei loro progetti privati", continua Binaghi. Prima, tutto era molto più centralizzato".
Jannik Sinner, il prodigio (19 anni, 18° mondo), è già annunciato come futuro numero 1 al mondo. L'ex sciatore stabilisce record di precocità uno dopo l’altro. Primo giocatore nato nel 21° secolo a vincere un torneo sul circuito principale (Sofia 2020), recente finalista al Masters 1000 di Miami, è stato il più giovane a raggiungere i quarti di finale a Parigi da Novak Djokovic nel 2006 e il primo a riuscirci alla sua prima partecipazione dopo un certo Rafael Nadal. Lorenzo Musetti, 19 anni, proveniente dalle qualificazioni a Roma nel 2020, ha vinto le sue prime due gare sul circuito principale contro Stan Wawrinka e Kei Nishikori. Successivamente il carrarese è entrato nella top 100.
Al di là di queste pepite d’oro, Binaghi insiste: “L'importante è che abbiamo nove giocatori tra i primi 100 (solo Spagna e Francia, con 11 giocatori, fanno meglio). Abbiamo anche molti giovani che si stanno avvicinando. Il potenziale c'è. Quando uno dei nostri giocatori perde, ce ne sono ancora cinque o sei che possono andare lontano”.
A cominciare da questa settimana e dal Masters 1000 di Roma, al Foro Italico, dove, a differenza della scorsa stagione, a gridare “Forza” ci sarà un po' di pubblico a partire dagli ottavi di finale e mettere in luce questi nuovi volti che reciteranno ruoli da primattori e forse presto gareggeranno nel Masters in casa. Torino ospiterà infatti il ??grande evento di fine stagione da quest'anno al 2025.
da LE FIGARO del 10 maggio 2021