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Dopo la trasferta a Melbourne, il sanremese si appresta ad affrontare gli appuntamenti in Argentina, Cordoba e Buenos Aires, e poi di Santiago del Cile
di Enrico Casareto | 20 febbraio 2021
Australia Felix. Due match persi, ma esperienze tecniche e personali molto importanti, è questo il bilancio della trasferta di Gianluca Mager nel paese dei canguri. Il nostro giocatore può così archiviare con soddisfazione i suoi giorni australiani, nonostante la quarantena osservata dopo l’arrivo a Melbourne. Per fortuna il ventiseienne sanremese non si è trovato a bordo degli aerei su cui hanno viaggiato atleti risultati positivi al covid e ha così evitato l’isolamento totale.
Melbourne, una trasferta più che positiva.
“E’ stata un po’ dura all’inizio - racconta Gianluca, disponibile come sempre -, perché abbiamo dovuto rimanere chiusi in una camera di albergo per 14 giorni, ci è stato permesso di uscire per gli allenamenti solo 5 ore al giorno. Terminata la quarantena però tutto è stato perfetto, ma devo dire che anche durante l’isolamento parziale siamo stati trattati benissimo e ogni cosa mi è parsa organizzata nei minimi dettagli. Mi porto a casa ricordi bellissimi, durante la quarantena mi sono allenato con Andrea Vavassori con cui ho un rapporto di amicizia più che consolidato e anche dal punto di vista dei match disputati sono soddisfatto, perché ho giocato bene in entrambi i match e, con il senno di poi, la sconfitta con Karatsev è maturata addirittura contro un giocatore che ha saputo issarsi fino alle semifinali degli Australian Open”.
Le partite disputate da Mager a Melbourne non hanno avuto sicuramente un copione semplice, ma sono state ben interpretate dal giocatore ligure. Nel Melbourne 1 Gianluca si è arreso solo al terzo set, battuto dal beniamino di casa Thompson dopo aver incamerato un brillante primo set con il punteggio di 6-4 in forza di un’ottima resa del servizio. Agli Australian Open, come già accennato, la sconfitta con Karatsev, proveniente dalle qualificazioni di Doha, va analizzata alla luce del percorso complessivo del russo nel torneo, con il traguardo delle semifinali raggiunto dopo aver superato Auger Alassime e Dimitrov. Senza contare i due recenti Challenger vinti a Praga e Ostrava dopo il lockdown
“Con Karatsev non ho giocato male, anzi, -spiega ancora Mager-, quando l’ho affrontato era più indietro rispetto a me nel ranking, ma l’ho trovato in forma e si è visto quanto lo fosse durante il torneo. Ha servito molto bene, ha tirato forte, fisicamente era molto preparato e io in ogni caso ho fatto partita pari per lunghi tratti di match. Con Thompson, un altro cliente difficile, avevo giocato bene. Quindi sono contento nel complesso dei match che ho giocato”.
Da sinistra: il vincitore Cristian Garin con "Guga" Kuerten ed il finalista Gianluca Mager
Gianluca Mager esulta dopo l'esordio vittorioso in Davis (foto Sposito)
Ora il Sudamerica, ma la mente torna all’esordio in Coppa Davis dello scorso anno.
“Nel fine settimana partirò per il Sudamerica, dove mi fermerò per tre settimane – racconta Gianluca -, in calendario ho prima gli appuntamenti in Argentina, a Cordoba e Buenos Aires, poi il torneo di Santiago del Cile, mi sento carico e fiducioso, anche in virtù delle buone sensazioni che comunque ho avuto nei match in Australia”.
A proposito di Sudamerica, il ricordo non può che andare alla fantastica finale raggiunta a Rio de Janeiro lo scorso anno, dopo aver battuto fra gli altri Thiem, già ai tempi numero quattro del mondo. A parte le sensazioni positive per il prossimo futuro, il ricordo di Gianluca Mager non può che andare alla maglia azzurra che sarebbe arrivata poco dopo il prestigioso piazzamento in Brasile.
“Non ci pensavo proprio alla nazionale, non mi pareva possibile - ammette Mager - e mentre giocavo a Rio non realizzavo neppure che di li a poco l’Italia avrebbe giocato a Cagliari contro la Corea. Il 25 febbraio poi Barazzutti diramò le convocazioni. Si giocò a porte chiuse ma la soddisfazione fu enorme, ricordo la grande emozione di giocare il singolare contro Sung Nam, arrivò la vittoria per 63 75 e un punto molto importante. Quel match per ,me rappresentò la realizzazione di un sogno che avevo sempre cullato fin da ragazzino. Quella maglia azzurra, il mio esordio in nazionale, rimarrà un ricordo indelebile per me”.