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Vanni: “Su le maniche per tornare a giocare gli Slam”

A 35 anni il toscano, reduce dai quarti nel challenger di Parma dopo otto mesi di stop, non ripone nel cassetto le ambizioni: “E’ una sfida con me stesso: se continuerò a stare bene come adesso penso di poter risalire in classifica”

di | 18 novembre 2020

Luca Vanni

Luca Vanni colpisce di diritto (foto Magni)

Ritornare a sentirsi un tennista, in grado di aspirare a traguardi ambiziosi a dispetto dell’anagrafe, dopo i timori e le ansie che iniziavano ad emergere durante il lockdown. I quarti di finale raggiunti agli “Internazionali di Tennis Città di Parma”, challenger ATP andato in scena la settimana scorsa, valgono per Luca Vanni molto di più dei punti che gli hanno consentito un balzo di 68 posti in classifica, riportandolo al numero 442 del ranking. E poco importa che lo stop nell’incontro che valeva il pass per le semifinali abbia lasciato qualche rimpianto, considerando che ha perso con due tie-break con il francese Quentin Halys, senza aver concesso palle break e avendo invece mancato ben 13 opportunità per togliere la battuta all’avversario.

Il tennis a volte è anche questo – dice con un accenno di sorriso il 35enne toscano ripensando a quella partita -, evidentemente era la settimana di Halys visto che al 1° turno ha annullato 6 match point a Gaio, al secondo ha vinto 7-6 al terzo con Viola e poi mi ha superato 76 76 facendo appena un punto in più di me nel computo totale. Però non ho grosse recriminazioni sulle palle break, nella metà dei casi mi ha fatto servizio vincente o ace, gli unici miei errori sono stati su un passante di rovescio uscito per pochi centimetri e un diritto d’attacco. Ma si sa, su una superficie veloce, una o due palle possono cambiare il volto di una partita e in tal senso il giorno prima era andata bene a me. Comunque, a mente fredda è stata una settimana ampiamente positiva. Mi sono presentato a Parma senza la certezza di entrare nelle qualificazioni, ho effettuato il tampone per il Covid-19 venerdì e sono andato a firmare, all’ultimo momento ho trovato posto e sono riuscito a giocarmi al meglio la chance, superando le ‘quali’ e poi anche due turni nel main draw, vincendo quattro incontri con avversari fra la 200esima e la 280esima posizione mondiale, dopo oltre otto mesi che non disputavo un torneo internazionale. Del resto, venivo da sei settimane di preparazione piena, con sedute di allenamento mattina e pomeriggio, scelta praticamente obbligata per via della mia classifica e della cancellazione di un paio di tornei Futures ai quali ero iscritto. I frutti si sono visti. Però, se devo essere sincero, alla mia età ho assolutamente bisogno di competere e soprattutto di vincere partite…”.

Il toscano Luca Vanni

Come dargli torto, se si considera che in questa stagione, per cause di forza maggiore, il giocatore nato a Castel del Piano e residente a Foiano della Chiana è riuscito a disputare appena 12 match nel circuito challenger, con uno stop forzato da fine febbraio a inizio novembre. “Non sono uno abituato a piangersi addosso, però è stata un’annata davvero delicata. L’ATP ci ha riconosciuto qualcosa, ma non abbastanza per coprire la mancata attività per un periodo così lungo. All’inizio il lockdown poteva anche avere un lato piacevole visto che negli ultimi 15 anni non avevo mai passato due mesi di fila a casa, però poi sono subentrate le preoccupazioni. Venivo da un infortunio ed ero numero 490 ATP, consapevole di dover ripartire dai Futures ITF, il fatto è che fino ad agosto di tornei non ce ne sono stati. Confesso che un po’ di insonnia l’ho avuta: vista anche la mia età temevo di allontanarmi dalla vita da tennista. Almeno adesso, anche se dalla pandemia non siamo ancora usciti, abbiamo una concezione diversa del virus, cercando di conviverci in qualche modo, con tutte le precauzioni del caso, indispensabili per contrastare in qualche modo il Covid-19. Il problema però è che c’è un challenger o due al massimo a settimana e tre Futures in tutto il mondo, con le difficoltà oggettive nel viaggiare. La situazione è così per tutti coloro che sono fuori dai primi 300 del ranking, quindi non resta che rimboccarsi le maniche per cercare di risalire la china”.

Luca Vanni, foto Marta Magni

Già, risalire. Vanni infatti dopo tanta gavetta e sacrifici nel sottobosco dei tornei Futures è entrato tra i Top-200 per la prima volta nell’estate 2014, a 29 anni, con una progressione da applausi che gli appassionati ricorderanno, guadagnando quasi settecento posti, dal numero 847 al numero 151. Poi nel 2015 ha debuttato a livello Atp Tour, sfiorando uno storico titolo a San Paolo (cedette in finale a Pablo Cuevas), per respirare quindi anche l’aria di un tabellone principale degli Slam passando le qualificazioni al Roland Garros, dopo aver toccato a maggio, subito prima degli Internazionali BNL d’Italia a Roma, il fatidico numero 100 del mondo, suo best ranking. Palcoscenici che, a dispetto della carta d’identità “Lucone” – 198 centimetri di altezza - ha tutte le intenzioni di tornare a calcare.

Escludendo quest’anno del tutto particolare e una parte del 2019, nelle ultime stagioni sono sempre stato tra la centesima e la duecentesima posizione mondiale. E il mio obiettivo ora è proprio quello, tornare ad avere una classifica che mi permetta di giocare gli Slam e le qualificazioni ATP, come pure frequentare con continuità il circuito challenger – conferma il toscano, che in bacheca vanta cinque titoli challenger: Portorose nel 2015, Segovia, Brescia e Andria nel 2016 e Samarcanda nel 2018 - . Lo scorso anno, dopo essere andato avanti per mesi con antidolorifici prima di ogni match, ho deciso di operarmi per la quarta volta al ginocchio quando ero numero 130 del mondo. E se non ho problemi fisici credo di poter valere una posizione tra i primi 200 della classifica che mi consenta di rimanere in un ambiente che è sempre stata la mia vita e soprattutto di svolgere un’attività di alto livello, trovando il giusto mix tra competizioni, periodi di preparazione e riposo, così da mettere insieme almeno i 25 tornei che un professionista in una stagione deve mettere in conto”.

Luca Vanni con il coach Fabio Gorietti in tribuna a Wimbledon

Luca Vanni con l'amico Antonio Parri

Proprio per non lasciare nulla di intentato in tal senso Vanni da febbraio è tornato alla Tennis Training School di Foligno. “Villa Candida è ormai come casa mia e Fabio Gorietti non è solo un allenatore ma un amico e un secondo padre per me, il rapporto è sempre rimasto ottimo anche quando avevo scelto di riavvicinarmi a casa e fare base a Sinalunga. Certo in questa scelta ho avuto anche il fondamentale appoggio e il supporto di Francesca, da 12 anni la mia fidanzata: ci dovevamo sposare a settembre ma causa coronavirus abbiamo rimandato il matrimonio. Così come, insieme alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto fin dagli inizi, un sentito grazie lo devo ad Antonio Parri, un amico che non mi ha mai fatto mancare la sua vicinanza nel corso della mia carriera, specie nei momenti difficili”.

Luca Vanni e la fidanzata Francesca a Melbourne

Insomma, non è ancora tempo di progetti a lunga scadenza o di ragionare sull’appendere al chiodo la racchetta.

“Sarei un bugiardo se non ammettessi che durante il lockdown qualche volta ci ho pensato e sono consapevole che il futuro sarà comunque nel tennis, sia che si tratti di mettere la mia esperienza al servizio dei più giovani o di avere un circolo mio, come mi piacerebbe. Vedremo quando sarà il momento. Arrivare tra i top 100 è stata la realizzazione del sogno di una vita, quello che fin da ragazzino mi ha mosso nel dedicarmi a questo sport, il coronamento dopo tanti sacrifici, sconfitte e anche infortuni. E giocare sul Centrale del Foro Italico contro Almagro nel 2015 è una soddisfazione che non dimenticherò. Però a 35 anni ho ancora dei sogni dentro e mi piace troppo giocare, quindi con tutto me stesso mi dedico alla sfida che mi sono dato, appunto riuscire a disputare ancora almeno le qualificazioni di uno Slam. Adesso sono contento perché riesco ad allenarmi 4-5 ore al giorno: per questo sorrido, mi sento vivo e mi alzo ogni mattina con tanta voglia di fare perché il mio corpo me lo consente”.

Luca Vanni agli Australian Open 2019

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