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Nei quarti dell'ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS il 23enne romano, ottava testa di serie, s'impone in due set sul 20enne croato Ajdukovic, proveniente dalle qualificazioni: sabato sfida il danese Rune, secondo favorito del torneo. Coria-Grenier l'altro match
25 giugno 2021
Gian Marco Moroni ha staccato il pass per le semifinali nell'ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS, challenger ATP (montepremi 44.820 euro) in svolgimento sui campi in terra battuta dell’ASPRIA Harbour Club di Milano.
Il 23enne giocatore romano (n.257 ATP), in tabellone con una wild card e ottava testa di serie, dopo aver sconfitto all'esordio 62 63 il croato Viktor Galovic (n.333 ATP) e al secondo turno 63 64 il qualificato brasiliano Orlando Luz (n.326 ATP), nei quarti ha superato per 63 75, in poco più di due ore di gioco, il croato Duje Ajdukovic (n.297 ATP), anch’egli proveniente dalle qualificazioni. Un successo salutato mimando le corna del bufalo, quella che è ormai diventato il suo modo caratteristico di festeggiare.
Qualche anno fa quando si allenava in Spagna gli dissero che gli attacchi del Real Madrid ai tempi di Ronaldo il Fenomeno sembravano l'assalto di una mandria di bufali, e che la sua intensità negli allenamenti li poteva ricordare. “Per un paio di game abbiamo giocato solo scambi duri – racconta Moroni – ma era necessario, e un colpo alla volta si va avanti. E poi sto molto bene fisicamente, grazie all'ottimo lavoro con preparatori e fisioterapisti”.
Il romano ha mostrato una freschezza atletica che gli è tornata utile in un duro secondo set, in cui non riusciva a togliersi di dosso Ajdukovic: 3-2 e servizio, 5-4 e servizio, ma veniva sempre riagganciato. Un break all'undicesimo game apriva la strada all'urlo liberatorio, accompagnato da una mini-polemica alla stretta di mano: il 20enne di Spalato non aveva preso benissimo un'esultanza di 'Jimbo' sul secondo punto del game dopo un cattivo rimbalzo. “Negli spogliatoi ci siamo chiariti – precisa Moroni, che in passato si era allenato col croato a Bordighera – non avevo notato il rimbalzo, ero concentrato su me stesso e volevo chiudere la partita. Mi sono lasciato andare a una piccola esultanza, ma non avevo niente contro di lui e non c'erano ragioni tattiche. E poi siamo sulla terra, dove i rimbalzi strani sono all'ordine del giorno”.
Sul piano tattico, Moroni si è affidato a due capisaldi: giocare il più alto possibile (“Perché lui ama colpire all'altezza del fianco”) e allungare gli scambi. Missione compiuta. Per il romano è la settima semifinale Challenger in carriera, la prima dopo Todi 2020. Fino a oggi, si è spinto in finale soltanto due volte (Mestre 2018 e Roma-Garden 2019).
Rispetto ad allora è un Moroni diverso, forgiato dal lavoro della Tennis Training School di Foligno, con Federico Torresi e Fabo Gorietti (“Vorrei sottolineare anche l'aiuto di Giampaolo Coppo, mi farebbe piacere che si sapesse” aggiunge a microfoni spenti).
L'occhio più attento nota un giocatore propositivo, il cui disegno tattico prevede anche la volèe. “Verissimo. Cerco di giocare il più possibile vicino alla riga, tagliare il campo e presentarmi più spesso a rete. Lo scorso anno abbiamo interrotto in anticipo la stagione proprio per lavorare in questo senso: sono andato in prova a Foligno quattro giorni prima del torneo di Santa Margherita di Pula, poi lì ho avvertito un buon feeling e che c'erano delle idee in comune. Mi stanno dando molto da quel punto di vista: ammetto di non avere grandi competenze tecniche in senso stretto, preferisco la competizione. Con un tennis difensivo avrei potuto ottenere un buon ranking, ma sentivo di dover fare di più. E allora ho intrapreso questa strada”.
L'inizio non è stato facile, tra infortuni e qualche sorteggio non troppo fortunato. “Adesso va meglio, ma sono convinto di poter fare molto, molto di più. Se mantengo continuità, sono sicuro che questo percorso mi darà belle soddisfazioni”.
La sensazione è che Moroni sia un cavallo di razza che necessitasse di un team di cui fidarsi al 100%: sembra che a Foligno i pianeti si siano allineati nel modo giusto. “Per fortuna ho soltanto 23 anni e ancora tanto da imparare – continua – fisicamente sto molto meglio, abbiamo aggiunto una nuova fisioterapista, Nicole Gelli, con cui sto ottenendo buoni risultati. Visto il mio passato, faccio anche tanta prevenzione degli infortuni e ho ripreso a fare forza dopo averla accantonata per un po'. Nonostante la mia stazza, non ho mai fatto molti pesi”.
Adesso le cose funzionano, e chissà che l'Italia non abbia ritrovato un giocatore dal gran potenziale, con ben poco da invidiare ad altri ottimi professionisti che nei prossimi giorni giocheranno a Wimbledon. La strada è ancora lunga, le difficoltà non mancheranno, ma sembra davvero quella giusta. E potrebbe vivere una tappa importante all'ASPRIA Harbour Club.
Per un posto in finale, Moroni sabato sfiderà per la prima volta nel tour il baby-fenomeno Holger Vitus Nodskov Rune (n.236 ATP), secondo favorito del seeding, reduce da un periodo straordinario: il Next Gen danese ha vinto 14 delle ultime 16 partite. Se Moroni dovrà recuperare alla svelta dopo le fatiche di venerdì, il discorso vale ancora di più per Rune, uscito miracolosamente dal match contro l'argentino Pedro Cachin (n.278 ATP). È finita 0-6 7-6(2) 7-6(8), peraltro con quattro match-point annullati, tutti nel tie-break del terzo.
Ad alimentare i rimpianti dell'argentino, l'aver sciupato un vantaggio di 5-1 nel tie-break. Cachin recrimina per un paio di errori di dritto su altrettanti match-point, ma nel quarto è stato fantastico Rune, uscito da un duro scambio con un coraggioso rovescio lungolinea. Il danese ha meritato di vincere perché ci ha creduto più del suo avversario, il cui linguaggio del corpo è stato fin troppo passivo nonostante il punteggio spesso favorevole. Al contrario, Rune ha mostrato la “fame” necessaria per vincere partite di questo tipo. Il suo tennis è ancora acerbo, ma ci sono stimmate importanti. La sensazione è che contro Moroni sarà un'altra dura battaglia: entrambi sentiranno in modo particolare la partita.
Pronostico ben più indirizzato nell'altra semifinale, con Federico Coria nettamente favorito contro Hugo Grenier. Il francese è stato bravo ad approfittare di un buon tabellone (e si alimenta il rimpianto per Zeppieri, che è arrivato a due punti dal batterlo), ma l'argentino sta vivendo un gran momento di forma. Dopo aver fatto gli straordinari contro Mirza Basic, ha dominato contro Gastao Elias. Il tennis del portoghese (ex top-60 ATP) non lo mette in grande difficoltà, ma il modo in cui lo ha cancellato dal campo (un duro 6-2 6-0) rafforza il suo status – già piuttosto evidente – di favorito del torneo.
Per l'ingresso al pubblico - gratuito fino a venerdì 25 giugno - nelle ultime due giornate, visti i limiti alla capienza, è possibile acquistando il Coupon Hospitality, disponibile nella versione SILVER oppure GOLD.
Tutte le informazioni si trovano sul sito www.aspriatenniscup.it. Per ulteriori dettagli sul Coupon Hospitality, si può scrivere all'indirizzo e-mail ticket.atpmilano@gmail.com .