
Chiudi
Dopo il primo titolo ATP in doppio a Cagliari e la 'semi' a Belgrado con Berrettini, Andrea prepara i prossimi grandi appuntamenti: “Io e Lorenzo speriamo di esserci meritati una wild card per il Foro Italico, poi giocheremo il Roland Garros. Il 2021 sta andando alla grande, pandemia a parte”
di Gianluca Strocchi | 03 maggio 2021
In un periodo in cui stanno sbocciando quasi senza soluzione di continuità i talenti del tennis italiano è davvero una primavera radiosa anche per Andrea Vavassori. Dopo il settimo titolo challenger centrato a Lugano a fine marzo, infatti, il giocatore torinese nella seconda settimana di aprile ha conquistato al “Sardegna Open” il suo primo titolo ATP in doppio, al fianco del “fratello di sangue” Lorenzo Sonego (protagonista di una straordinaria doppietta vincente sui campi del Tennis Club Cagliari, dove ha firmato anche il singolare), a cui ha aggiunto la semifinale al “Serbia Open” di Belgrado, in questo caso in coppia con Matteo Berrettini, pure lui capace di un percorso netto individuale così da alzare il trofeo del “250” di casa Djokovic.
E, a quanto pare, visti gli esiti, stanno aumentando nel circuito gli aspiranti partner per il piemontese…
“In effetti qualche messaggio l’ho ricevuto e qualcuno ha fatto notare che sono un portafortuna… Ma, scherzi a parte, la stagione 2021 sta andando davvero alla grande fin qui e, come avevo detto, il doppio mi sta regalando tante soddisfazioni”, riconosce con un sorriso che la dice lunga sul suo stato d'animo ‘Wave’, come è soprannominato nell’ambiente.
In effetti, gli ultimi risultati gli hanno consentito a di migliorare a più riprese il best ranking, sino all’attuale 70° posto ATP nella classifica di specialità. In particolare, il trionfo in terra sarda è di quelli che non si dimenticano.
“Sono arrivato a Cagliari in anticipo sperando di disputare anche le qualificazioni in singolare ma sono rimasto fuori di pochi posti, allora ne ho approfittato per allenarmi quattro giorni – racconta Andrea tornando con la mente al torneo di inizio aprile – Insieme a Davide Della Tommasina, il secondo coach del nostro team dopo mio padre Davide, abbiamo lavorato molto su servizio e risposta, poi il sorteggio ha posto me e Sonego subito di fronte a Melo-Rojer, la prima testa di serie, dunque un test di fuoco, che siamo riusciti a vincere sul filo del rasoio. E questo ci ha dato un bel po’ di fiducia per il proseguo del torneo, arrivando alla nostra prima finale ATP. E lì mi sono sentito come su una nuvola e ho giocato la miglior partita della mia carriera fin qui: è stato bello e importante esserci riuscito proprio nel momento che più contava, senza accusare invece il peso della pressione come poteva pure accadere.
Viste le fatiche di Lorenzo anche in singolare, con la durissima semifinale vinta contro Fritz poche ore prima e il pensiero della finale del giorno seguente, sapevo di dover dare qualcosa in più e tenerlo su in termini di energia e carica. Però lui non si è assolutamente risparmiato e ha messo in campo tanta intensità, contribuendo al nostro primo titolo in coppia, fra l’altro superando Simone Bolelli, che rappresenta un esempio per tutti noi come giocatore e come persona. Ho davvero apprezzato molto quanto Lorenzo si sia impegnato, ulteriore conferma del profondo rapporto che ci lega, non solo in campo. Ed è stata una soddisfazione speciale vincere insieme.
Dovendo io partire subito per Belgrado domenica mattina, abbiamo cenato insieme sabato sera parlando anche con Gipo del match che lo attendeva il giorno dopo. Lo confesso: mi ha emozionato vederlo fare sua, anche se a distanza, una partita del genere, con quella rimonta. Io sono convinto che vincere aiuta a vincere, e quindi penso che anche il successo in doppio abbia infuso ulteriore convinzione nei suoi mezzi a Lorenzo”.
Proprio nella capitale serba il piemontese ha fatto coppia con il numero uno azzurro, fresco di rientro nel tour dopo l’infortunio agli addominali.
“All’ultimo momento il pachistano Qureshi mi ha informato che avrebbe avuto un altro partner, c’era l’opportunità di giocare insieme a Berrettini e non me la sono lasciata sfuggire. Siamo arrivati in semifinale, fermati dai gemelli croati Sabanov, che hanno disputato un gran torneo alzando il trofeo. Purtroppo come prestazioni io sono stato un po’ meno brillante del solito, ci vuole tempo per trovare la giusta alchimia in campo però abbiamo visto che anche con Matteo la coppia potrebbe funzionare ad alto livello, spero magari ci possa essere qualche altra occasione in futuro… Prima di lasciare Belgrado per spostarmi a Monaco ho anche approfittato della possibilità di effettuare il vaccino per il coronavirus, con la prima dose Pfizer. Poi in Germania sono arrivato stanco mentalmente e piuttosto scarico: non sono uno che si lamenta o cerca alibi, però tre settimane in ‘bolla’ da solo, in cui passi le giornate solo in campo o nella stanza d’albergo, alla lunga si fanno sentire e la situazione diventa quasi alienante”.
Anche per questo Vavassori ha scelto di fermarsi e ricaricare le batterie nel quartier generale di Pinerolo in vista dei prossimi importanti appuntamenti, in cui ritroverà il ‘fratello di sangue’ Sonego (Andrea compirà 26 anni mercoledì, Lorenzo sei giorni più tardi proprio in piano Masters 1000 romano).
“Siamo fuori di quattro posti al momento in entry list, nel caso non dovessero esserci rinunce speriamo di esserci meritati una wild card con il successo a Cagliari – l’auspicio di Andrea – perché ci teniamo in modo particolare a giocare al Foro Italico, provando anche a farci un bel regalo di compleanno. Abbiamo concordato con Lorenzo di disputare insieme anche il Roland Garros, mentre dopo Roma sarò a Ginevra e forse Parma, sempre che non debba tornare a Belgrado in quella settimana, per la seconda dose del vaccino. Vedremo anche in base ai programmi di Lorenzo se riusciremo a fare coppia prima di Parigi. E magari durante gli Internazionali avremo modo di parlare con Filippo Volandri insieme agli altri giocatori azzurri di vertice di piani a medio e lungo termine”.