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Le parole del presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel Angelo Binaghi in occasione della conferenza stampa a Milano per annunciare la partnership tra UniCredit e ITF per la Coppa Davis
12 giugno 2024
"Se l'ITF ritenesse il nostro Paese come una buona soluzione saremmo pronti per fare la nostra parte e portare anche le finali di Coppa Davis in Italia" ha detto il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel concludendo il suo intervento a Milano in occasione della conferenza stampa organizzata per annunciare la partnership tra UniCredit e la Coppa Davis. Alla conferenza, oltre al presidente Binaghi, hanno partecipato il Presidente dell’ITF, David Haggerty; Remo Taricani, Deputy Head Italy di UniCredit; e Annalisa Areni, Head of Client Strategies di UniCredit.
"Credo ci sia stato un timing eccezionale per l'organizzazione di questa conferenza. Una grande realtà di questo Paese come il gruppo Unicredit decide di sostenere la Coppa Davis vinta l'anno scorso dall'Italia per la prima volta dopo 47 anni, e la presentazione avviene nella prima settimana nella storia del nostro sport in cui siamo in vetta con Jannik Sinner, il numero 1 al mondo. Complimenti a chi, in questo momento, ha scelto il tennis" ha esordito Binaghi.
La conferenza stampa a Milano per annunciare UniCredit come nuovo partner della Coppa Davis (Foto FITP)
"Noi alla Coppa Davis ci abbiamo creduto sempre, non solo adesso che l'abbiamo vinta. Abbiamo impostato tutta la rifondazione del tennis italiano che abbiamo raccolto 23 anni fa in uno stato prefallimentare proprio sulla Coppa Davis perché abbiamo pensato che la crisi del tennis italiano che, come diceva il presidente Haggerty aveva una storia di lungo corso, fosse in quel momento soprattutto una crisi. E se c'è una competizione in cui nel nostro sport i valori contano di più e condizionano i risultati è proprio la Coppa Davis, perché giochi non per te stesso come succede sempre nel tennis, ma per la tua squadra, la tua famiglia, il tuo Paese. Questo da un lato crea responsabilità ed emozioni che condizionano fortemente quanto si vede in campo, ma creano anche nei ragazzi, negli atleti, dei valori che devono essere alla base di una programmazione di lungo periodo per un'istituzione come la nostra che si poneva l'obiettivo di ricostruire il tennis italiano. Come dico sempre, stiamo raccogliendo molto più di quello che meritiamo, nessuno di noi aveva mai pensato che la ricostruzione del tennis italiano avrebbe potuto portarci sul tetto del mondo. Se sommiamo la classifica del numero 1 e della nostra numero 1, la Paolini numero 7, siamo primi al mondo. Siamo campioni del mondo a squadre in Coppa Davis, vice-campioni del mondo in Billie Jean King Cup, credo che sia un momento irripetibile. Anche se queste stesse parole le sto dicendo quasi ogni settimana negli ultimi mesi e devo regolarmente aggiornare il punto di osservazione da cui partono le mie considerazioni.
"Abbiamo dato molto, perché credo di poter dire che siamo la nazione al mondo che in questi vent'anni ha avuto di più i suoi campioni in Davis e Fed Cup, soprattutto stiamo toccando con mano in questi mesi quanto questa coppa in Italia sia importante e famosa. Il tour della Coppa Davis che ha abbracciato tutte le regioni d'Italia e terminerà a settembre a Bologna, sta avendo un successo eccezionale: ci sono centinaia di migliaia di persone che si sono fatte fotografare, che l'hanno toccata, che hanno condiviso questa emozione con noi e con la squadra che ha l'ha vinta a novembre a Malaga.
Noi ci siamo, la nostra programmazione non è cambiata per questi grandi risultati dei nostri giocatori e delle nostre giocatrici. Continueremo a costruire un futuro sempre migliore per la nostra federazione partendo dalla Coppa Davis e dalla King Cup. Speriamo che ci sia una soluzione di continuità sul fatto che la fase finale si giochi in Spagna, dove si disputa da sei anni, essendo fondamentale in una gara a squadre anche il tifo che è parte dello spettacolo e del gioco, facciamo il tifo perché ci sia il turnover. Anche perché il numero 1 del mondo è italiano, siamo campioni in carica; e il numero 2 è proprio spagnolo. Facciamo il tifo perché ci sia il turnover, credo che in una competizione prestigiosa come la Davis questa vada considerata un'anomalia che va subito corretta. Come abbiamo fatto vedere in altri settori, se l'ITF ritenesse il nostro Paese come una buona soluzione saremmo pronti per fare la nostra parte e portare anche le finali di Coppa Davis in Italia".
I relatori della conferenza stampa a Milano per annunciare UniCredit come nuovo partner della Coppa Davis (Foto FITP)
La Coppa Davis, ha detto Haggerty, "è una competizione antica e prestigiosa. È nata come sfida tra due Paesi e oggi è la più grande competizione a squadre del nostro sport: quest'anno saranno in campo 157 nazioni. L'onore per rappresentare la propria nazione è sempre lo stesso, dalle Finals di fine stagione ai gruppi regionali".
L'anno scorso, ha aggiunto, "ci siamo emozionati vedendo la vittoria dell'Italia, trascinata da uno strepitoso Jannik Sinner. Un risultato, una grande ispirazione, che premia anni di duro lavoro del capitano Filippo Volandri e di tutto il team. Complimenti a Jannik che proprio questa settimana è diventato il primo italiano a conquistare la vetta della classifica. Personalmente non vedo l'ora di ritrovarlo con la maglia della nazionale all'Olimpiade e più avanti in Coppa Davis. Complimenti a tutto il tennis italiano e il presidente Binaghi. È stato un lungo viaggio quello del tennis in Italia: ricordo quando ero presidente della USTA, ci siamo scontrati in campo a San Diego. Abbiamo seguito al Roland Garros Jasmine Paolini che è arrivata in finale ed è arrivata in Top 10. In questo momento di così grande successo per l'Italia è quanto mai appropriato essere qui in Italia. Siamo orgogliosi di accogliere UniCredit nella grande famiglia della Coppa Davis".