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Donskoy resta tabù: anche Gaio saluta subito Bergamo

Nel "Trofeo Faip-Perrel", Challenger sul veloce indoor del PalaAgnelli, dopo l'uscita di scena degli altri italiani in gara, il faentino cede all'esordio al russo, che lo ha sempre sconfitto in quattro testa a testa

03 novembre 2021

Federico Gaio Bergamo challenger

Il faentino Federico Gaio (foto Milesi)

Anche Federico Gaio è uscito di scena all'esordio nel "Trofeo Faip-Perrel", torneo Challenger ATP dotato di un montepremi di 44.820 euro, giunto alla 16esima edizione, che si sta disputando sul veloce indoor del PalaAgnelli di Bergamo.

Il 29enne faentino, n.151 del ranking, è stato sconfitto con un periodico 63, in poco più di un'ora e mezza di gioco, dal russo Evgeny Donskoy, n.170 ATP, che ha così colto la quarta affermazione in altrettanti testa a testa con il romagnolo. 

In quindici edizioni, non era mai capitato che l'Italia non raccogliesse neanche una vittoria. Il primo turno è stato fatale infatti a tutti i giocatori azzurri in tabellone a Bergamo: fra lunedì e martedì erano infatti stati eliminati Luca Nardi, 18enne pesarese, n.437 nel ranking, in gara con una wild card, Matteo Arnaldi, n.363 del ranking, pure lui in gara con una wild card (ha mancato un match-point contro l'altro ucraino Sergiy Stakhovsky, n.227 ATP), Luca Potenza, n.615 ATP, promosso dalle qualificazioni e per la sua prima volta in un main draw del circuito Challenger, Flavio Cobolli,  n.221 del ranking, beneficiario di una wild card, e Roberto Marcora, n.201 della classifica mondiale, finalista dell'edizione 2019 quando cedette a Jannik Sinner nel match per il titolo.

Le condizioni indoor hanno dato una mano a Donskoy, giocatore completo e senza particolari punti deboli. “In effetti mi piace molto questa superficie, rapida ma non troppo – racconta il 31enne moscovita – le condizioni sono però dettate dalle palline: nel primo set abbiamo giocato alcuni game molto lunghi, sono diventate pesanti ed era difficile tirare un vincente. Quando sono nuove è tutto molto rapido, ma con l'usura cambia tutto”.

Curiosamente, i primi otto game sono stati vinti tutti dal giocatore alla sinistra del giudice di sedia. Donskoy ha poi tenuto il servizio nel nono game, salvo poi scappare via sul 2-2 nel secondo. Un altro break, al termine di un gioco di sedici punti, gli ha regalato un posto negli ottavi.

La vita di Donskoy, immediato rincalzo ai quattro moschettieri di Russia (Medvedev, Rublev, Karatsev, Khachanov), è cambiata da quando ha messo su famiglia. Con la moglie Anna hanno due figli, Timofey (4 anni il prossimo 20 novembre) e Mikhail (un anno e mezzo), e da allora il tennis non è più la priorità assoluta. 
Grazie per avermi fatto questa domanda, adoro parlare della mia famiglia!
 - dice Donskoy – la mia vita è radicalmente cambiata ed è difficile girare il mondo senza di loro. Per avvicinarmi ho smesso di allenarmi in Spagna e sono tornato a Mosca: prima tornavo a casa una volta ogni due mesi, mentre adesso ogni qualche settimana. È fondamentale, perché a causa del COVID non possono viaggiare con me. Il tennis è molto importante, ma la famiglia è la cosa più preziosa del mondo”.

Qualche tempo fa, Donskoy aveva detto di vivere in una casa con una sola stanza. “Un anno fa abbiamo cambiato - dice con entusiasmo – adesso viviamo in un appartamento con quattro stanze e siamo in cinque: io, mia moglie, i miei figli e mia suocera che ci dà una mano con i bambini. Prima uscivamo più spesso per respirare un po', adesso ognuno ha la sua stanza, posso dormire da solo quando devo allenarmi, è una bella differenza”.

L'amore per la famiglia ha convinto Donskoy a tornare in Russia dopo aver cambiato diverse sedi di allenamento: prima della Spagna, aveva trascorso molto tempo in Austria. Tornano in mente le parole di Daniil Medvedev, che ha scelto la Francia perché – a suo dire – a Mosca non ci sono le condizioni giuste per allenarsi: troppo caos e distanze eccessive. “Quello che dice è vero – afferma Donskoy – se parliamo di tennis, Mosca non è la città giusta per allenarsi. C'è un motivo se nessun top-player ha scelto di restarci. La mia nuova casa si trova a 25-30 minuti dai campi, che va ancora bene: nella precedente dovevo guidare un'ora e quarantacinque minuti per arrivarci, una follia. Per il resto, la qualità della vita è buona: l'unica cosa che non mi piace sono le condizioni meteorologiche invernali: non parlo del freddo, anche se tutti preferiamo il sole e 30 a gradi alla neve e -15, ma il problema è che d'inverno non si vede mai il sole! È sempre cupo, piovoso, con nuvole basse che sembrano quasi venirti addosso. Ti svegli al mattino ed è sempre scuro.... vivere così per 30 giorni di fila è dura. Con la mia famiglia sogniamo di trovare un altro posto per trascorrere l'inverno, mentre d'estate Mosca è perfetta”

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Il russo Evgeny Donskoy colpisce di rovescio (foto Milesi)

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