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SecoloXIX: dopo il virus esplode la tennis-mania. I circoli fanno il pieno

Il quotidiano genovese dedica ampio spazio al boom delle prenotazioni e iscrizioni. A Finale Ligure campi già affittati per tutto luglio

06 luglio 2020

La Coppa Davis a Genova nell'impianto di Valletta Cambiaso nel 2018

La Coppa Davis a Genova nell'impianto di Valletta Cambiaso nel 2018

E’ partita la Serie A di tennis e Genova come sempre è protagonista, sia in campo maschile che femminile. Tra Park e Tennis Club il capoluogo ligure è sempre a caccia di scudetti. Ma le cronache sportive odierne sul Secolo XIX non parlano solo dei match d’esordio delle squadre locali: c’è un ampio spazio per un nuovo fenomeno: il boom del tennis in tempi di Coronavirus.

Ecco che cosa scrive Francesco Gambaro sul primo quotidiano di Genova:

Se non è ancora tennis-mania, poco ci manca. La ripresa post Covid ha portato molti ad avvicinarsi (o riavvicinarsi) al tennis che, rispetto ad altri sport, viene percepito come disciplina a scarso rischio di contagio. Il fatto di giocare all'aria aperta aiuta, così come il distanziamento che nel tennis è fisiologico. Non è un caso, quindi, che molti circoli in queste settimane stiano registrando un boom prenotazione dei campi: nuovi adepti, ma pure vecchi appassionati che hanno voglia di riprendere in mano una racchetta, a distanza anche di molti anni.

A confermare questa tendenza sono gli stessi addetti ai lavori. «Noi siamo uno dei pochi campi sportivi aperti al pubblico — racconta Massimiliano Rastrelli, gestore dell'impianto comunale di via Campanella—ultimamente abbiamo notato che ci sono tanti ritorni di chi non giocava a tennis da tempo. Stiamo recuperando gente che aveva abbandonato. Sicuramente c'è stata una particolare attenzione al nostro sport anche da parte della Regione che lo ha inserito tra quelli che si potevano praticare all'aperto già a maggio».

Che ci sia un boom di nuove richieste lo ribadisce anche Davide Favati, responsabile della scuola tennis Sporting 3 Pini: «C'è un incremento di appassionati: dai soci, che prima giocavano a biliardo e adesso hanno deciso di cimentarsi col tennis, agli allievi che prima facevano due lezioni a settimana e ora vogliono farne almeno tre. Il fatto che altri sport siano bloccati può averci favorito. E ci ha dato una grossa mano anche il presidente del comitato regionale ligure Andrea Fossati che si è attivato con la Regione per farci ripartire».

A far da volano c'è stata anche la ripresa del turismo: «Non abbiamo più un campo libero fino a luglio: sono affittati dalla scuola tennis o dai turisti milanesi e torinesi che mandano i loro figli», racconta Dionisio Poggi, responsabile della scuola tennis e del circolo di Finale Ligure.

La tennis-mania è un fenomeno esteso anche alle altre regioni: «Nei giorni scorsi abbiamo fatto una riunione con i responsabili dei maestri italiani. I presidenti dei comitati di Emilia Romagna, Toscana e Trentino Alto Adige mi hanno confermato la tendenza a giocare di più — rivela Marco Lubrano che gestisce l'Accademia tennis all'impianto comunale Valletta Cambiaso ed è fiduciario regionale dei maestri — anche chi pratica il calcetto ultimamente si è avvicinato al tennis. Oggi si assiste a un ritorno di vecchi appassionati. Come scuole tennis, le nuove iscrizioni si vedranno a settembre».

Le rigide precauzioni anti-Covid non hanno scoraggiato i tennisti: «Noi chiediamo mascherine all'ingresso — spiega Rastrelli — e negli spogliatoi i phon sono spenti, gli ambienti sono sanificati dopo ogni turno, le panchine sono dotate di dispenser igienizzanti». «Noi disinfettiamo anche il tubo di plastica che raccoglie le palline - gli fa eco Favati - Abbiamo quattro sedie o panchine dove poggiare l'attrezzatura e i capi d'abbigliamento e il dispenser in ogni campo». E proprio Favati he non perdona il campione serbo Djokovic per aver organizzato l'Adria Tour senza ricorrere alle precauzioni anti-Covid: «L'ha fatto per beneficenza, però ha toppato».

La storica palazzina del Tennis Club Genova

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