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Il tecnico marchigiano, dopo le esperienze con Cecchinato e Travaglia, ha in mente di rientrare nel circuito. E intanto si dedica alle nuove leve
di Roberto Cozzi Lepri | 28 agosto 2021
Si è preso un periodo di pausa dal circuito ma adesso è pronto a tornare in pista, se troverà un progetto importante. Tre mesi dopo il divorzio con Stefano Travaglia, Simone Vagnozzi è impegnato con i suoi ragazzi all’accademia di San Benedetto del Tronto.
Non solo Marche però, perché il coach di Castorano, piccola città del territorio di Ascoli Piceno, che con il suo SV Tennis Team, di cui fa parte anche il preparatore fisico Davide Cassinello, offre consulenza all’Oltrepò Tennis Academy, da pochi giorni ha intrapreso anche una nuova avventura a Roma. Il Play Pisana infatti gli ha affidato il ruolo di supervisore tecnico della scuola tennis: “Sarà una bellissima avventura, proprio come quella intrapresa già da tempo con l’Oltrepò” . Angolature e realtà diverse rispetto a poco tempo fa ma stesso grande entusiasmo.
Dopo sei anni ricchi di grandi soddisfazioni, in cui ha portato ai vertici Marco Cecchinato prima e Steto poi, è arrivato il momento per lui di scrivere un’altra pagina della sua storia.
Ce la racconta in anteprima: ”In questi mesi ho continuato a seguire il percorso di crescita dei miei giovani, lavorare con loro mi dà grandi stimoli, sono stato in campo quasi tutti i giorni ma anche a casa insieme alla mia famiglia e agli affetti. Mi sono preso un po' di tempo per me. Adesso mi sento pronto a ripartire, ho voglia di ricominciare a viaggiare, di tornare ad allenare nel circuito senza però accelerare i tempi, non ho alcuna fretta. Vorrei potermi dedicare ad un progetto che abbia alla base obiettivi importanti, vorrei un giocatore ambizioso, affamato di risultati, pronto ad entrare in campo con il coltello tra i denti, a vendere cara la pelle ad ogni match, lottare per vincere tornei importanti ed entrare tra i primi dieci tennisti del mondo. Vorrei prendermi tutto il tempo necessario per trovare la persona giusta”
Quali differenze e analogie nel lavoro con i giovani ed in quello con i professionisti?
“Naturalmente sono situazioni diametralmente opposte. I pro si allenano ogni giorno per vincere nel più breve tempo possibile e scalare il ranking. Sugli under devi dedicarti ad un’opera di costruzione e crescita costante dove non conta assolutamente nulla ottenere il successo nell’immediato”.
Tre anni con Ceck, tre anni con Steto. Un periodo della tua carriera straordinario, momenti indelebili. Avevi appena iniziato il mestiere di tecnico, iniziando per un po' di tempo ad allenare a Porto San Giorgio il fratellino di Gianluigi Quinzi, Gianluca. Poi sono arrivati loro due, uno dopo l’altro, entrambi alle prese con momenti difficili della loro vita tennistica.
“Ho avuto la fortuna di ottenere splendidi risultati. La semifinale di Parigi di Marco è stato qualcosa di straordinario che mi riempie di orgoglio ogni giorno. Ma soprattutto essere riusciti a portarlo dalla 180ª alla 16ª posizione del ranking ATP è impossibile dimenticarlo. E poi Stefano, mai entrato in Top 100 prima e bravo a guadagnarsi il suo best ranking in 60esima posizione. I titoli Challenger vinti, fino ad arrivare alla finale di Melbourne, al Great Ocean Road. Entrambi giocavano nei Challenger, sotto la mia guida e con il loro lavoro e sacrifici, sono entrati stabilmente in top 100”.
Ma questo è un capitolo già letto della storia di Vagnozzi, che guarda avanti e si dice pronto a nuove e stimolanti sfide.