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Le Masterclass dei coach, occasione di crescita

L'Istituto Superiore di Formazione 'Roberto Lombardi' organizza costantemente corsi di aggiornamento. Poi ci sono degli eventi straordinari, che ugualmente rappresentano un'opportunità di crescita personale e professionale. Così è stato per l'appuntamento all'Oltrepò Tennis Academy di Codevilla (Pavia)

06 dicembre 2023

L'aggiornamento degli insegnanti di tennis, così come dei preparatori, rappresenta sempre una parte fondamentale dell'essere formatore. Chiunque abbia a cuore le sorti dei propri allievi e più in generale del proprio lavoro, non può permettersi di non restare al passo coi tempi. Per questo, l'Istituto Superiore di Formazione 'Roberto Lombardi' organizza costantemente corsi di aggiornamento utili (anzi, necessari) per chi faccia parte del Sistema Italia.

Poi ci sono degli eventi straordinari, che ugualmente rappresentano un'opportunità di crescita personale e professionale. Così è stato per l'appuntamento all'Oltrepò Tennis Academy di Codevilla, dove si sono ritrovati per una masterclass alcuni dei migliori coach e preparatori fisici del gruppo di Davis, che ci ha appena portato in cima al mondo.

Michelangelo Dell'Edera e Filippo Volandri

“Eventi come questo – ha spiegato Michelangelo Dell'Edera, presente alla giornata insieme a Luca Ronzoni – sono determinanti, perché permettono ai maestri, agli istruttori e ai preparatori di vedere dal vivo come lavorano coloro che hanno forgiato e stanno forgiando i campioni azzurri che ci fanno sognare. Un'occasione di aggiornamento professionale che rappresenta un valore aggiunto importante nel proprio curriculum”. Erano in 200, sui campi coperti dell'Oltrepò Tennis Academy, a seguire le masterclass dei big dell'allenamento tricolore: da Simone Vagnozzi (attuale coach del numero 4 del mondo Jannik Sinner) a Vincenzo Santopadre (che ha portato Matteo Berrettini al numero 6 Atp), passando per Simone Tartarini e Gipo Arbino, al servizio rispettivamente di Lorenzo Musetti e Lorenzo Sonego.

Ma, oltre ai coach, la giornata ha visto – su un campo apposito – anche le masterclass dei preparatori, con Davide Cassinello (al seguito di Sonego), Damiano Fiorucci (per Musetti) e con la partecipazione di uno dei guru del settore, quel Marco Panichi che da anni cura il fisico del numero 1 del mondo Novak Djokovic. “Un campione esigente – ha spiegato lo stesso Panichi – come del resto è normale che sia per uno che vuole continuare a vincere come sta facendo lui, oltre i 35 anni. Oggi le carriere si sono allungate grazie ai metodi di preparazione, ma Nole ha geneticamente qualcosa di speciale, che lo rende unico”.

“Ognuno di questi coach e di questi preparatori – continua Dell'Edera – è una parte dello splendido ingranaggio che ci ha portato in cima al mondo solamente pochi giorni fa. Coach e preparatori che sono parte del team come gli stessi giocatori, rappresentando un valore aggiunto per la squadra nel suo complesso. È un modo per ribadire il concetto di inclusione dentro al Sistema Italia, che non chiude le proprie porte, ma al contrario le apre per avere sempre un confronto utile alla crescita di chiunque”.

L'eco della Coppa Davis tornata in Italia dopo 47 anni di attesa non è ancora tramontato. E il direttore dell'ISF, presente come Team Manager a Malaga, ci tiene a tornare su quel trionfo con una parola per tutti i protagonisti, sottolineando quanto ci sia da imparare da ognuno di loro. “Matteo Arnaldi ha vissuto una splendida stagione e ha dimostrato grande sangue freddo, oltre che attaccamento alla maglia. A lui dobbiamo molto, visto il successo in finale. Lorenzo Sonego è il cuore, quello che dà sempre l'anima per questa Nazionale: averlo nel team è un privilegio per tutti i compagni. Simone Bolelli è il 'vecchietto' del gruppo, è colui che con un'esperienza di 20 anni nel circuito può mettersi al servizio degli altri in ogni momento. Lorenzo Musetti è il più giovane e ha ancora tanto da imparare, ma se siamo arrivati a Malaga lo dobbiamo anche a lui. Infine, che dire di Jannik Sinner: un fenomeno, un giocatore straordinario che ha saputo mostrare tutta la sua classe. Ma non voglio dimenticare infine Matteo Berrettini: averlo vicino, per tutti quanti, è stato un supporto fondamentale. E chissà che non gli sia venuta voglia di vincerla sul campo, questa Davis, alla prossima occasione”.

Formazione e risultati, dunque. Ma cercando prima l'obiettivo tecnico (o tattico) e la crescita fisica e mentale, per riuscire poi – come conseguenza – a primeggiare nel circuito. Nella FITP e nell'Istituto Superiore di Formazione 'Roberto Lombardi' il traguardo – per tutti – è quello di diventare la miglior versione di se stessi. Solamente a quel punto ci si può permettere di dare uno sguardo a quello che si è ottenuto, ai tornei e al ranking. Ma le vittorie sono sempre una conseguenza del lavoro, mai sono frutto del caso o di coincidenze favorevoli. La Davis vinta lo dimostra, mentre eventi come quello di Pavia ribadiscono quanto sia unito e compatto non soltanto il gruppo dei giocatori, ma anche quello dei tecnici. Ognuno dà qualcosa all'altro, mantenendo le rispettive diversità. Una ricchezza che sta alla base del momento d'oro del tennis italiano. 

Gli staff dietro ai big azzurri

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