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Coppa Davis alla Sapienza, Binaghi: "Abbiamo cambiato la Federazione con regole chiare e imparziali"

L'intervento di Angelo Binaghi nell'incontro alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università Sapienza di Roma in occasione dell'esposizione della Coppa Davis

24 aprile 2024

"Abbiamo impostato regole chiare, oggettive e imparziali. Le altre svolte furono il sostegno dell'allora Coni Servizi sugli Internazionali BNL d'Italia e la nascita di Supertennis, un vero e proprio caso di studio, anche di diverse università. Lo sviluppo che ha creato nel sistema è stato decine e decine di volte superiore agli investimenti che gli abbiamo destinato, e questo ha comportato aumento di tesserati, iscrizioni ai tornei e biglietti venduti. E poi sono arrivati i risultati delle ragazze nei tornei del Grande Slam e in Fed Cup".

Il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi, ha raccontato così i fattori che hanno reso il tennis sempre più popolare e di successo della sua gestione, prima dell'esplosione recente grazie ai trionfi di Jannik Sinner e al successo dell'Italia in Coppa Davis del 2023. L'occasione è proprio un incontro alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università Sapienza di Roma, con il preside di facoltà Oliviero Diliberto, in occasione dell'esposizione dell'iconica "Insalatiera" presso l'Aula 500 Falcone Borsellino, aperta al pubblico solo oggi dalle 12 alle 15.

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"Ci abbiamo messo 47 anni a recuperare questa Coppa, io torno in un'aula universitaria dopo 37 - ha detto Binaghi -. Faccio parte di quella categoria di studenti e atleti massacrati, perché avevo la sfortuna di praticare uno sport allora considerato d'élite, e dei professori che osteggiavano lo sport. Chi lo praticava era considerato un ignorante e un nemico da combattere. Lo dico perché dovete considerarvi fortunati, anche se non quanto lo sono gli studenti universitari negli Stati Uniti. Sembra di essere su Marte, tenetevi ben stretto questo privilegio. Faccio i complimenti a Oliviero Diliberto, che contribuisce a rendere lo sport, l'istruzione e il Paese migliori".

Secondo i recenti dati ISTAT, ha aggiunto Binaghi, "a tennis in Italia giocano più di tre milioni di persone, che con il milione abbondante del padel fanno oltre quattro milioni di praticanti. Il calcio ne fa cinque e mezzo. Gli Internazionali BNL d'Italia sono un evento ormai di grande successo, con un fatturato di 70 milioni di euro, quest'anno faremo 350mila spettatori paganti e produrremmo un impatto economico di circa 600 milioni, con 3500 posti di lavoro per un anno. E senza contributi pubblici. Abbiamo una generazione di ragazzi straordinari, capitanati da Sinner che è di fatto il miglior giocatore del mondo; abbiamo un'audience paragonabile alla Nazionale di calcio e quest'anno raggiungeremo il milione di tesserati: davanti a noi c'è solo il calcio con un milione e mezzo.  Siamo lo sport che è cresciuto di più negli ultimi vent'anni".

Ma non sempre è stato così, ha spiegato il presidente della FITP. "Vent'anni eravamo considerati il disastro dello sport italiano. Il tennis non andava in tv, tutti i dati erano in declino, il numero di tesserati nel 2001 era di 128mila. Non avevamo i soldi per pagare gli stipendi, eravamo pieni di cause di lavoro e la Federazione era piena di sacche di corruzione. La squadra di Coppa Davis era in Serie C, perdemmo 5-0 in Zimbabwe... Ma proprio in quel periodo è partita la rifondazione della Federazione. Cosa abbiamo fatto? Un po' ci devi credere e un po' devi essere fortunato. Come in Coppa Davis l'anno scorso: a Bologna abbiamo tre match point contro, e anche con la Serbia a Malaga. Ma anche se non l'avessimo vinta lo scorso anno, ci sarebbero state altre occasioni.

"Ventitré anni fa scelsero me perché ero il più giovane e pensavano di gestirmi... dopo un paio di mesi le persone che mi avevano eletto mi presentarono il conto, chiedendomi cose che non si potevano fare. Potevo dimettermi o combattere, scelsi follemente di combattere, licenziai tutti, anche alcuni tra i più grandi campioni del tennis italiano - ha proseguito Binaghi -. Abbiamo vinto dieci gradi di giudizio, e questa è stata una svolta, perché il nostro popolo ha capito che tirava un'aria nuova e volevamo fare le cose seriamente". 

I risultati sportivi, iniziati con i trionfi delle ragazze che hanno conquistato quattro volte la Fed Cup e scritto la storia allo US Open con la prima finale tutta italiana del 2015 vinta da Flavia Pennetta su Roberta Vinci, "ci hanno permesso di tornare sui giornali e ci ha dato un po' di respiro per pensare a ristrutturare il settore tecnico maschile. Fino all'acquisizione delle Nitto ATP Finals e al ritorno del tennis nella scuola con il progetto "Racchette in classe": l'anno scorso abbiamo insegnato il tennis a più di 400mila ragazzi delle scuole dell'obbligo. Ora dobbiamo fronteggiare un'ondata di nuovi appassionati che reclamano più campi: per questo investiremo decine di milioni di euro per realizzare nuovi campi di tennis e padel nel Paese".

"È la prima volta in assoluto che la Coppa Davis entra alla Sapienza, è un grande orgoglio per noi" ha detto Diliberto, che ha consegnato a Binaghi un attestato di docente del Master di Diritto e Sport della facoltà, sottolineato come un valore dalla rettrice Polimeni che ha introdotto l'incontro insieme all'introduzione dello sport nella Costituzione.

"Questi successi del tennis italiano non nascono per caso, ma dalla semina e nella programmazione costante fatta in questi decenni - ha concluso Diliberto -. La dirigenza ha investito con costanza su questa nostra disciplina. Esultiamo per i successi di Sinner, ma c'è una platea di giovani campioni che quasi contemporaneamente si affacciano nel panorama internazionale, con grandi prospettive: merito di un lavoro eccezionale".

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