Sarebbe stato un po’ come tornare a casa di un vecchio compagno. Perché al Ct Trento Giacomo Oradini è sempre stato come uno di famiglia, l’amico della porta accanto. Anche per via dell’affetto sincero che lo lega al presidente Stefano Sembenotti, “uno a cui è impossibile non voler bene”, come ricorda lui stesso. Uno che avrebbe fatto volentieri carte false negli anni passati per strapparlo al Ct Rovereto e portarlo a giocare qui. Rieccolo invece il Jack, stavolta da avversario, con il suo Lecco capolista del girone 3 della serie A2, atteso domenica sui campi coperti di Arco dove è stata dirottata la gara di quarto turno con il Trento Mediolanum per i lavori di restyling in corso al Ctt. Ed è chiaro che non sarà una sfida come le altre per il 29enne di Rovereto, che con il circolo di piazza Venezia ha sempre avuto un feeling particolare. Quasi impossibile tenere il conto delle finali giocate e vinte su questi campi da quando era soltanto un promettente ragazzino dall’aria sfrontata sino alle stagioni migliori che lo avevano spinto al numero 704 al mondo. L’ultima apparizione nel gennaio del 2018 era coincisa manco a farlo apposta con un altro successo, nel tradizionale Open di Capodanno, a spese del genovese Francesco Moncagatto. Tanto per non perdere l’abitudine.
CAPOLISTA - L’obiettivo sarà quello di sempre: vincere. Per spingere la squadra lariana più su in classifica, rafforzare le ambizioni. L’amicizia per una volta passerà in secondo piano, il Tc Lecco vuole continuare a sognare. “Puntiamo ai play-off per poi provare a salire in A1, inutile nasconderlo - ammette Oradini - Molto dipenderà anche dagli abbinamenti, ma dalla nostra abbiamo un vantaggio importante, il fattore campo. A Lecco si gioca su una superficie molto veloce che può mettere in difficoltà tante squadre.” Da Lecco a Milano, dove Jack vive e lavora, ci sono solo cinquanta chilometri di autostrada, una distanza tutto sommato minima. “E’ uno dei motivi che mi hanno spinto ad accettare la proposta, oltre naturalmente la grande amicizia con il capitano Adamo Panzeri e con Lorenzo Frigerio. Faccio un po’ di fatica perché lavoro sodo tutta la settimana, e riesco ad allenarmi soltanto qualche ora il sabato pomeriggio. La domenica poi, appena terminato il doppio il primo pensiero corre veloce al lunedì mattina, ma mi sento molto coinvolto con i ragazzi della squadra che sono tutti cresciuti nel vivaio del circolo. L’ambiente è splendido, c’è grande seguito e una bellissima cornice di pubblico.” Due vittorie su tre in singolo, a dispetto della classifica di 2.4, Giacomo Oradini riesce a difendersi ancora piuttosto bene: “Diciamo che la testa prevale sul fisico”, sorride, “Ma i dolori e gli acciacchi si fanno sentire sempre di più.” Di solito Jack gioca a numero tre, alle spalle del 2.2 Lorenzo Frigerio e del 2.3 Ottaviano Martini, non correrà il rischio di affrontare il bolzanino Patrick Prader, il più in forma tra i gialloblù di casa, imbattuto in singolo e doppio. Una delle bestie nere del roveretano, che con il 33enne di Barbiano ha perso in passato due combattute finali del Città di Trento e una semifinale agli Italiani di seconda a Sommacampagna nel 2015. “Meglio così, quando Prader è in uno dei suoi momenti di forma, è preferibile stargli alla larga”, ride.