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La ricetta di Berrettini jr: "Identità, testa e motivazioni"

Il tennista romano ha raggiunto la finale del torneo ITF di Alkmaar, in Olanda, costretto ad arrendersi solo all’esperienza del padrone di casa Igor Sijsling. Smaltiti alcuni problemi alla schiena, Berrettini jr. ha ripreso a giocare il suo tennis e non vuole fermarsi qui…

di | 01 settembre 2020

Il rovescio di Jacopo Berrettini a Manerbio

Il rovescio di Jacopo Berrettini

Recuperare la condizione, il giusto feeling e la gestione delle energie. Archiviato un 2019 ricco di alti e bassi, di gioie e delusioni, Jacopo Berrettini sta tornando a carburare. I frutti del lavoro svolto insieme a coach Simone Ercoli, al suo fianco dalle battute finali della passata stagione, iniziano a farsi vedere. Ad Alkmaar ha ritrovato una finale che mancava dal mese di marzo dello scorso anno e tanta voglia, per dirla con parole sue, di “mangiare la palla”.

 

“In Olanda è stata una settimana molto positiva – racconta l’attuale numero 490 del ranking ATP – sebbene le condizioni siano state difficili, con forti venti ed una pioggia incessante. So di non essere partito nel migliore dei modi, anche a causa di alcune indecisioni che mi portavo dietro dalle ultime partite giocate. I primi due match, contro Alexander Weis prima e Peter Makk poi, sono state delle autentiche battaglie. Sono stato bravo a lottare e a gestire le diverse fasi che ho attraversato nell’arco dei match. Dai lì in poi sento di aver alzato il livello e giocato un buon tennis, esclusa la finale. Senza nulla togliere ai meriti di un giocatore d’esperienza come Sijsling non posso non riconoscere i miei demeriti, potevo e dovevo fare di più. In generale, una situazione simile non poteva aspettarsela nessuno e soltanto poter tornare a competere con un minimo di continuità è una notizia positiva. In questo momento mi serve giocare il maggior numero di partite possibili per ritrovare ritmo e confidenza. Le cose stanno andando bene, gli allenamenti proseguono alla grande e c’è una fantastica sinergia tra me e tutti i componenti dello staff. Dobbiamo continuare così”.

 

Un periodo, quello del lockdown, vissuto alternando momenti in famiglia ad intense giornate di allenamento. “Sono stato fermo diverso tempo per un brutto infortunio alla schiena – prosegue Jacopo – quindi non mi sono sentito particolarmente svantaggiato dallo stop di questi mesi. Ho sfruttato tutto il tempo a mia disposizione per curarmi e riprendere l’attività con i giusti tempi, senza mai perdere l’occasione per svagarmi e trascorrere intense giornate in famiglia. Matteo? L’ho sentito molto durante la quarantena, per me è e resterà sempre una figura di riferimento. Abbiamo parlato tanto, non solo di tennis. Con lui occasioni di confronto non mancano mai. Non mi sono mai sentito ‘il fratello di’, chi mette in giro voci sbagliate sul nostro rapporto non merita considerazione e nel tempo ho imparato a gestire questa situazione”.

 

“Programmare qualcosa in questo momento è complesso soprattutto dal punto di vista fisico ma gli obiettivi restano quelli di inizio stagione. L’Italia si è data tanto da fare per la ripartenza del circuito, non solo dal punto di vista dei tornei ma anche quanto all’aspetto umano. Oltre alle partite, ai tabelloni e alla classifica avevamo una voglia matta di ritrovarci e condividere insieme l’aria che si respira in campo. Il tennis Italiano – conclude Berrettini – è in una fase decisamente positiva. I ragazzi più esperti stanno facendo da traino a quelli più giovani. Il gruppo è coeso al di là dell’età e questa unione ci porterà lontano. Personalmente vorrei sviluppare ancora di più la mia identità di gioco ed entrare in campo con un’idea a prescindere dall’avversario. Il tennis è soprattutto testa e motivazioni”.

 

 

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