-

Al Piemonte il Trofeo Polla. Marchegiani: “risultato figlio del lavoro”

Dopo gli ottimi risultati ottenuti fra Coppa delle Province e Coppa Belardinelli, il Piemonte festeggia il successo nella 33esima edizione del Trofeo Polla under 12, giocato a Trento. Per la gioia di Roberto Marchegiani, capitano-portafortuna. “Il titolo dimostra che stiamo lavorando bene – ha detto il tecnico –, ma deve essere un punto di partenza”

di | 10 novembre 2021

Prosegue il periodo magico del tennis giovanile piemontese. Dopo aver ben impressionato alla Coppa delle Province, con le delegazioni di Asti-Alessandria e di Torino qualificate fra le migliori otto d’Italia, e aver poi raggiunto la finale della Coppa Belardinelli, il Piemonte ha vinto la 33esima edizione del Trofeo Polla, organizzato dall'Ata Battisti Trento e riservato alle rappresentative Under 12 regionali.

La marcia del Piemonte verso la vittoria, in una competizione che prevede due singolari maschili, due singolari femminili e un doppio maschile per ciascuna sfida, è iniziata con un successo per 4-1 contro la Liguria, ed è proseguita contro l’Emilia Romagna (3-2). A cercare di frapporsi tra piemontesi e trofeo, infine, sono stati i portacolori della Toscana, ma anche loro hanno dovuto arrendersi. Il successo dei ragazzi capitanati dal tecnico nazionale Roberto Marchegiani è maturato grazie alle vittorie di Cesare Cattaneo e Andrea Caminiti, prima nei rispettivi singolari e poi in coppia nel doppio decisivo.

Un nuovo acuto piemontese che ha visto in panchina Marchegiani, coadiuvato dal maestro Andrea Baccanelli. È proprio l’esperto tecnico alessandrino a fare il punto sul significato di questo successo.

La vittoria a Trento è un bel segnale, non solo per il risultato.
“La considero la continuazione di quanto dimostrato negli ultimi mesi. Al Trofeo Polla abbiamo portato anche qualche ragazzo alla prima convocazione nella rappresentativa regionale, fatto fare esperienza ad alcuni tennisti più giovani e confermato che stiamo lavorando bene e continuando a crescere. La vittoria in finale rappresenta un passo avanti rispetto alla Belardinelli, dove proprio nella sfida decisiva non eravamo stati capaci di dimostrare sul campo tutto il nostro potenziale”.

A cosa si deve questa crescita?
“I ragazzi sono riusciti a giocare con consistenza, senza farsi bloccare dall’emozione. È un buon segno: vuol dire che si stanno abituando a tenere un livello superiore di attenzione, di concentrazione e di capacità di far fronte alle difficoltà. In una finale è determinante”.

Peraltro in finale avete battuto la selezione toscana, campionessa in carica.
“Tutte le delegazioni con cui ci siamo confrontati hanno una tradizione importante a livello tennistico giovanile. Non solo la Toscana, ma anche l’Emilia Romagna e la stessa Liguria. Questa vittoria non è però da considerarsi come un punto di arrivo, bensì di partenza per cercare di ritagliarsi uno spazio fisso tra le migliori regioni d’Italia a livello giovanile. Ci stiamo assestando su buoni standard, ma occorre continuare in questo percorso di crescita per dare continuità a certi traguardi. Non basta dimostrarsi all’altezza una o due volte, o solo in qualche categoria”.

Come si trova questa continuità?
“Lavorando ancora molto. Ci sono annate non competitive a sufficienza, e in generale si riscontra ancora un po’ di differenza tra il tennis maschile e quello femminile. Serve impegno e confronto fra tecnici, cercando di fare in modo che i nostri ragazzi e le nostre ragazze riescano a partecipare con continuità ad appuntamenti di prestigio, arrivando sino in fondo. È giocando semifinali e finali di manifestazioni importanti che i ragazzi riescono a crescere, rendendosi conto di cosa significhi far fronte alla pressione”.

Da cosa deriva la mancanza di competitività in alcune categorie?
“È un problema di reclutamento, perché per arrivare ad avere un vivaio competitivo e completo nella varie annate è necessario poter contare su una base molto ampia, appassionando ragazzi e ragazze, e cercando di farli lavorare sempre con una qualità sufficiente a sviluppare caratteristiche di buon livello. Ma ci stiamo lavorando: la Federazione è intervenuta con il Fit Junior Program e altre iniziative, e c’è quindi un disegno ben chiaro per raggiungere questo tipo di risultati”.

I ragazzi piemontesi e i due capitani premiati per il successo sui campi dell'Ata Battisti

Il Piemonte sta per ospitare due appuntamenti di grande rilievo come le Nitto Atp Finals e una parte delle Davis Cup Finals. L’entusiasmo generato da questi eventi, può dare ai ragazzi una spinta in più per la loro crescita?
“Speriamo che poter vedere con i propri occhi a Torino i giocatori più forti al mondo accenda in tanti ragazzi e ragazze una fiammella di passione. A maggior ragione, essendoci molti tennisti italiani emergenti, l’augurio è che possa accadere ciò che è successo grazie ad Alberto Tomba nello sci, con un aumento esponenziale della base dei praticanti, che ha determinato poi tanti risultati di vertice negli anni seguenti. Spero si verifichi di nuovo quanto accaduto dopo i trionfi degli Anni ’70, e che in tanti scelgano il tennis. Tra questi, non mancheranno dei talenti che noi saremo pronti ad accogliere e far crescere”.

Roberto Marchegiani è stato capitano della selezione piemontese al Trofeo Polla nel 2011, 2014 e nel 2021. Tre partecipazioni, tre vittorie. Il segreto?
“Mi fa molto piacere, ma la differenza non la fa il capitano. Il mio compito è di motivare i ragazzi, convincerli che la vittoria è un risultato possibile, metterli a loro agio e fare in modo che possano esprimersi al massimo del loro livello attuale, cercando di contribuire a creare uno spirito di squadra forte e un ambiente sereno. Siamo contenti dei nostri ragazzi anche perché si sono sempre comportanti in modo corretto, sono stati sportivi in campo ed educati fuori. Aspetti che contano come una vittoria”.

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti