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Nata in Germania da genitori originari della provincia di Salerno, l’attuale numero 382 del ranking WTA è finalmente pronta a rappresentare l’Italia
di Tommaso Vitali | 18 giugno 2023
Una vita sospesa tra Germania e Italia e una carriera da tennista sbocciata negli Stati Uniti. Questo il percorso che ha portato Silvia Ambrosio a disputare questa settimana, sulla terra rossa del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo, il primo torneo da italiana.
Nata in Germania da genitori originari della provincia di Salerno, l'attuale numero 382 del ranking WTA, ha finalmente avuto la possibilità di rappresentare l’Italia. Dopo una lunga trafila, il desiderio di una vita è diventato realtà: “Io sono nata e cresciuta in Germania, così come mia sorella – racconta Silvia -. Ma siamo le uniche della famiglia ad essere nate lì, perché i nostri genitori sono originari della provincia di Salerno. La mia famiglia ha un ristorante italiano vicino Francoforte ed io sono cresciuta parlando italiano. All’inizio della mia carriera avevo deciso di giocare con la bandiera tedesca per disputare i tornei in Germania, ma sentivo dentro di me che avrei giocato per l'Italia un giorno. Il pensiero diventava sempre più forte e quest'anno piano piano sono riuscita a cambiare, facendo richiesta alla WTA. Di solito ci vuole un po' di tempo prima che la accettino, è passato un mese e mezzo e la settimana scorsa mi hanno chiamato per dirmi che da quel momento in avanti avrei giocato con la bandiera italiana”.
Alla BMW Roma Cup, torneo internazionale femminile da $60.000 giunto alla sua 18ª edizione, Ambrosio si è arresa solamente nella semifinale con Giorgia Pedone, al termine di un derby che ha tenuto incollati sugli spalti gli spettatori del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo.
Prima di uscire di scena dalla rassegna capitolina, Ambrosio aveva lasciato per strada solamente 5 game nei precedenti 3 turni. Già due i titoli nella bacheca di Ambrosio, capace di imporsi nel 2022 a Monastir e ad Annenheim al suo quarto anno da professionista: “Ho iniziato a praticare il tennis a 9 anni, ma fino ai 16 non giocavo con troppa continuità. A 18 anni mi sono trasferita in America per frequentare il college: ho giocato due anni lì e nel 2019 ho scelto di cominciare a competere nel tour ITF e in quello WTA. Poco prima del college ho iniziato ad allenarmi un po' di più e ho deciso che avrei provato ad intraprendere una carriera da professionista nel tennis. Sono stata un po' sfortunata all'inizio, tra Covid e infortuni, e solamente nel 2021 ho iniziato a disputare un po' più di tornei. Ho chiuso l'anno con 18 tornei giocati. Il 2022 è stato il mio anno migliore”.
Attraverso uno stile di gioco inusuale per il circuito femminile, la ventiseienne azzurra è pronta per salto di qualità: “Mi alleno in Germania e il mio allenatore è Caio Claudino, un coach brasiliano che da tanti anni è nel mondo del tennis. Abbiamo iniziato a lavorare insieme ad aprile dello scorso anno, cercando di migliorare la mia aggressività in campo. Sono abbastanza alta e giocavo troppo lontana dalla riga di fondo; quindi, abbiamo provato a costruire il mio gioco sull'attacco. Mi piace variare, giocare tanto slice: il mio gioco si basa principalmente sui cambi di ritmo. Per me le motivazioni sono importanti: quando inizio un torneo ho sempre il pensiero di poter vincere”.
E sull’emozione di giocare nella capitale il primo torneo da italiana, Silvia sottolinea: “Mi sono goduta tantissimo quest’esperienza a Roma. La città è bellissima e il pubblico fantastico. Per me è stata una grande emozione poter giocare qui il mio primo torneo da italiana”.