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La ricetta Minighini: ''Tennis è allegria. Ora i primi punti da pro''

Il giovane tennista laziale si racconta: il passato, gli obiettivi ed il rapporto con papà Cristiano

di | 28 novembre 2020

Il romano Daniele Minighini, classe 2004

Il romano Daniele Minighini, classe 2004

“Ho iniziato a giocare a tennis quando avevo cinque anni perché sin da subito mi è piaciuto accompagnare papà al circolo. Lui faceva lezione ed io mi fermavo ore ed ore a tirare contro il muro: è nato tutto così. È uno sport che mi ha affascinato presto ed ho deciso dopo davvero poco tempo di provare la scuola tennis. Qualche ora in campo è stata sufficiente per capire che non mi sarei più fermato. Vivere passioni simili capita poche volte nella vita: il tennis è gioia, è allegria”.  Parole e musica di Daniele Minighini, classe 2004, tra i giovani più promettenti del panorama nazionale.

Il tennista laziale, figlio del Tecnico Nazionale Cristiano Minighini, si allena presso l’EUR Sporting Club sotto la supervisione di coach Valerio Prisco. “Ho sempre voluto e sperato che il tennis diventasse presto ben più di un gioco”, spiega Daniele. “Come spesso accade sono stati i primi risultati a farmi capire che la strada poteva essere quella giusta. Giocare ad allenarmi erano e restano un divertimento incredibile. Sto facendo il possibile per fare in modo che tutto questo diventi un vero e proprio lavoro”. Inevitabili alcune considerazioni su una stagione più che mai travagliata. “Il 2020 è stato un anno molto difficile per tutti noi, sportivi e non. Avevo ottimi propositi e sento di essere riuscito a portarne a termine solamente alcuni. A gennaio ero partito bene giocando un paio di tornei ITF under 18, utili per fare esperienza. Anche delle partite con la nazionale under 16 prima del lockdown ho degli ottimi ricordi. Il vero, grande problema è stato quello di non poter competere da marzo a maggio. Piano piano sono riuscito a riprendere ma il rodaggio è stato lento e faticoso. C’è voluto tanto impegno, dentro e fuori dal campo, per trovare la giusta condizione. Allenandosi duramente i risultati prima o poi arrivano e so che se non avessi dato il massimo non sarei mai riuscito a farmi trovare pronto al momento giusto”.

Daniele Minighini

Amico e compagno di allenamenti, Minighini si è soffermato anche sul rapporto che lo lega al coetaneo Niccolò Ciavarella. “L’amicizia con ‘Nicco’ è speciale. Ci conosciamo da quando siamo piccoli. Abbiamo cominciato giocando i primi match contro, prima di passare ad allenarci insieme. Si è creata immediatamente la giusta sintonia. A dieci anni di distanza il rapporto è ancora più saldo. Ci sproniamo a vicenda spingendoci l’un l’altro oltre i nostri limiti: è così che si migliora”. Gli obiettivi per il 2021 sono molto chiari. “Nel 2021 voglio giocare tornei under 18 di grande importanza, magari anche Grado 2 o Grado 1, per farmi una buona classifica. Sogno di poter giocare almeno uno Slam juniores e, perché no, anche qualche $15.000 per mettere da parte i primi punti da professionista”.

“Il rapporto con papà è ottimo – conclude Daniele – non solo in campo per fortuna (ride, ndr). Il suo obiettivo è il mio percorso di crescita, umana e professionale. Non prende mai le decisioni al mio posto ma mi aiuta a scegliere lasciando sempre che sia io a farmi un’idea sulle cose. Vuole che tiri sempre fuori il meglio di me e gli sono estremamente grato per questo”. Gli fa eco papà Cristiano. “Sono circa sei anni ormai che ho deciso di non essere il suo punto di riferimento principale per quanto riguarda il tennis. Lo segue principalmente Valerio Prisco, del quale mi fido ciecamente, perché gestire un rapporto padre-figlio sul campo non è semplice quando si coordina una struttura in cui si allenano tanti ragazzi. Quando non c’è un rapporto uno ad uno è meglio non essere in prima linea, questa è la mia visione sul punto. Nonostante questo, però, accade spesso di trascorre intere settimane insieme durante i tornei. Ed è stupendo. Sono arrivato ad affidare Daniele a Valerio Prisco perché Valerio è una persona straordinaria, oltre che un ottimo allenatore. Ho capito di non poter gestire al meglio il doppio ruolo e sono sempre più convinto di aver fatto la scelta giusta. Consigli gliene do e gliene darò sempre. Abbiamo trovato un ottimo equilibrio a 360°”.

Un giovanissimo Daniele Minighini in compagnia di papà Cristiano

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