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Dopo l'exploit al Roland Garros, Lorenzo riparte da Napoli per la scalata alla classifica Atp
di Maria Grazia Ciotola | 29 dicembre 2020
Dopo il Roland Garros dello scorso autunno è diventato a bandiera del tennis napoletano. In un anno così complicato per la terribile pandemia, Napoli celebra la passione per Lorenzo Giustino, 29 anni di Posillipo, top 150 del mondo, che tiene alto il vessillo del tennis partenopeo, abituato negli ultimi trent’anni ai trionfi tra i pro di giocatori come Massimo Cierro, Diego Nargiso, Rita Grande, Potito Starace. Lorenzo ha ritrovato da qualche stagione il feeling con Napoli, lui che aveva lasciato la sua città a 7 anni ed era diventato tennista a Barcellona. A dicembre si ricarica in famiglia e si allena all’Accademia Tennis Napoli. Quest’anno, poi, ha trovato una gradita sorpresa: la nuova sede dell’Accademia è in viale Giochi del Mediterraneo, lì dove aveva iniziato a giocare Lorenzo, a metà anni 90. Un amarcord bello e particolare.
“Allora il mio primo maestro è stato Aldo Russo, ero un bimbo. Bello ritrovare Aldo in Accademia e allenarsi con lui, proprio su quei campi dove tutto è incominciato”, racconta Lorenzo. Dopo Il primo turno superato al Grande Slam di Parigi, dopo una maratona record contro il francese Moutet (n.71 del mondo), entrando nella storia come secondo match più lungo al Roland Garros dopo più di 6 ore di gioco (nessun italiano come lui), nulla per Giustino è stato più lo stesso. Napoli l’ha scoperto e coccolato con articoli, messaggi, inviti, come si usa fare con un campione che nasce.
“Amo Napoli, è la mia città ed è qui che c’è la mia famiglia e che torno ogni volta che posso, che ho una pausa, che voglio allenarmi con tranquillità, mi ha fatto piacere tanta attenzione attorno a me, essere da esempio per tanti ragazzini che si avvicinano al tennis”, dice Lorenzo. Peccato che di pause dal circuito internazionale il posillipino ne faccia davvero poche. A scorrere le sue statistiche (fonte Atp) c’è da restare senza parole: è uno dei tennisti italiani che ha giocato di più in carriera ed ha solo 29 anni. A Doha in gennaio toccherà i 600 match disputati dal 2007 (313 vittorie e 281 ko) per un totale di 289 tornei (tra Grande Slam, Atp, Challenger e Itf), con dieci vittorie di tornei (un challenger e nove ITf) a impreziosire il curriculum. Nel 2019 è salito al n.127 del mondo, oggi è 152 (dodici anni ininterrotti in classifica Atp dal 2008 a oggi) e il suo chiodo fisso è ovviamente entrare tra i top 100 Atp. Sarebbe il terzo campano a riuscirci, dopo Starace e Nargiso, nell’Era Open.
“Ma non guardiamo troppo ai miei risultati passati, è il presente e il futuro che mi interessano. Fisicamente non sono mai stato così in forma e visto che si è elevata la media dei tennisti nel circuito internazionale, io voglio giocare ai massimi livelli almeno altri dieci anni. Un esempio? Guardate Lorenzi, un grande, nel 2021 compirà 40 anni ed è ancora fortissimo. Ecco, mi piacerebbe fare come lui e, con un po’ di fortuna, so di poterci riuscire”.
E il sogno dei top 100?
“Quello rimane, ormai so di poter essere giocatore a quel livello ma io sono un tennista che gioca molto e che in un anno come questo, terribile e maledetto, è stato penalizzato non poco dai lockdown. Io ho bisogno di giocare tanti tornei e tante gare per entrare in forma. Speriamo che nel 2021 possa davvero farlo, come è accaduto nel 2019 e nel 2018, per esempio. Allora sì che vedrete il vero Giustino fino in fondo. Napoli, seguimi ancora. Io non mollo”.