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Luciano Darderi: “Bisogna raggiungere la continuità dei migliori, non basta batterli”

Dopo la bella parentesi di Londra, Luciano Darderi è tornato al lavoro in vista degli appuntamenti Futures di fine stagione

di | 30 novembre 2020

Dopo la settimana a Londra come sparring dei protagonisti delle ATP Finals Luciano Darderi non ha intenzione di fermarsi. La stagione ha già portato in dote la top ten Mondiale a livello Under 18 e la prima vittoria Challenger; prima di tornare in Sud America per Natale però l’italo-argentino ha deciso di giocare due Futures in Turchia: “La settimana del 7 dicembre andrò ad Antalya per giocare due tornei sulla terra. Sono in tabellone nel primo e dovrei entrare nel secondo. Dopodiché verso il 20 dicembre tornerò in Argentina per passare natale con la mia famiglia e liberare un po’ la testa: undici mesi fuori da casa sono tanti. Un po’ di riposo dopo un’annata di duro lavoro che Darderi ha portato avanti con suo Gino che gli fa da coach: “Ho un rapporto speciale con papà. Tante giocatrici e tanti giocatori sono stati allenati dai genitori, di recente abbiamo conosciuto la famiglia Tsitsipas per fare un esempio. Naturalmente delle volte è difficile trattarlo come un tecnico e non come un padre ma ci alleniamo bene - Gino non è l’unico a prendersi cura di Luciano che è ben seguito fuori dal campo - Dietro di me c’è una squadra di supporto importante. Ad Arezzo mi alleno in una struttura dove sono seguito a livello fisico e atletico da Stefano Baraldo, Giovanni Giambrone e Marco Bivignanelli. Sono un ottimo staff e mi trovo bene con loro”.

 



Arrivato per la prima volta in Italia a dieci anni, Luciano ormai vive il nostro paese come una seconda casa: “La prima volta in Italia fu molto bella, a 10 anni andare in un nuovo paese è una cosa speciale. In quell’occasione giocai e vinsi il Campionato Macroarea a L’Aquila, ricordo di aver conosciuto lì Flavio Cobolli e Matteo Gigante - il primo ricordo italiano di Darderi che in quell’anno giocò anche lo Smrikva Bowl in Croazia - Poi ho iniziato a giocare per l’Italia e negli anni sono venuto sempre di più per i tornei Tennis Europe e le competizione a squadre. Adesso siamo al punto che in Argentina passo solo un mese all’anno”. Negli anni Luciano ha avuto modo di conoscere e confrontarsi con i pari età più promettenti. In un periodo particolarmente florido per il tennis azzurro il più grande dei fratelli Darderi non nasconde di essere motivato dalla competizione interna: “Conosco Luca, Lorenzo, Giulio, Flavio e Matteo, l’unico che mi manca è Sinner che ha un anno più di me. Tra l’altro con Cobolli e Nardi ho giocato in squadra le qualificazioni alla Junior Davis Cup, ci qualificammo battendo tra le tante Spagna e Russia - il cammino nell’evento che vide gli azzurrini arrendersi solamente in finale alla Francia - Non giocai poi il torneo principale perché fu chiamato Musetti. Comunque abbiamo un buon rapporto tra di noi ed è molto stimolante vedere che siamo tutti in grado di competere ad alto livello”. 



“Stare lontano da casa è sicuramente difficile. Io comunque sono cresciuto nellla cittadina dove sono nato, avevo i miei amici e quando mi sono trasferito li ho persi. Allo stesso tempo ho perso un po’ i contatti con mia madre, passando un mese all’anno in Argentina non la vedo spesso; anche se ogni tanto viene lei in Italia. Io però voglio diventare un tennista e stare in Europa è la cosa migliore per riuscirci”. Luciano racconta alcuni dei sacrifici che lui e la sua famiglia hanno affrontato fuori dal campo: Anche a livello economico è tosta, infatti stiamo cercando degli sponsor. A livello Juniores avevo l’hotel pagato, adesso invece devo pagarmi tutto da solo. Il cambio attuale del Peso Argentino ci complica ulteriormente le cose, dato che noi paghiamo in Euro o in Dollari. Fortunatamente non devo pagare il coach però lo staff che mi supporta va pagato, così come i viaggi”. In tutto questo va considerata anche la presenza del più piccolo Vito, campione dell’edizione 2020 della Lambertenghi che si allena di pari passo con Luciano: “In questi due anni Vito è migliorato tanto. Lui è un grande lavoratore e ha una grande attitudine per le partite: come me ha fame di vittorie e ci mette sempre tanta grinta. Noi però non gli mettiamo fretta perché è piccolo e facciamo in modo che non si monti la testa: nonostante sia forte ha solo dodici anni”. 

Al ritorno in Argentina Darderi svolgerà per tre settimane la preparazione in vista della stagione 2021, la prima a pieno regime tra i pro. “Tra i 17 e i 20 anni si cresce parecchio, quindi spero di migliorare. Per l’anno prossimo non ho un obiettivo specifico: però entrare tra i primi 300 non sarebbe male, anzi sarebbe un grande risultato. Se ci arriverò bene, in caso contrario continuerò a lavorare per riuscirci. Afferma il 18enne che quest’anno ha già tastato il circuito disputando le qualificazioni a Roma e battendo Hoang al Challenger di Cordenons: “Quella contro Antoine è stata una grande vittoria e credo abbia contribuito per l’ottenimento della wild card a Roma. A questi livelli però affronti sempre giocatori forti con cui puoi vincere una volta e perdere l’altra, quindi più che batterli sulla partita secca vorrei è raggiungere la loro continuità - l’obiettivo di Luciano che si congeda raccontando le emozioni del Foro Italico - A Roma è stato speciale, soprattutto perché l’anno scorso pagavo il biglietto per entrare e pensavo quanto sarebbe stato bello giocare gli Internazionali. Prima del torneo avevo molta pressione però poi il match contro Joao Sousa è andato bene: ho perso al terzo set contro un atleta che ha vinto tre titoli ATP ed è stato top 30”. 

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