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Il Tecnico Federale, presente come ogni anno sui campi del Lemon Bowl, ha tracciato un bilancio sullo stato di salute del tennis azzurro a 360°
di Lorenzo Andreoli | 06 gennaio 2021
C’è un posto in cui il tempo sembra essersi fermato. Uno di quei luoghi in cui tradizione e innovazione convivono in nome del tennis e dei suoi valori. Parliamo del Lemon Bowl e dello spirito che uno tra i più importanti tornei giovanili del mondo ha mantenuto intatto per ben 37 edizioni. Amicizie che nascono e durano nel tempo. Oltre il risultato, oltre la competizione.
Presente anche quest’anno sui campi del circolo New Penta 2000, storica sede centrale della manifestazione, il Tecnico Federale e responsabile del settore under 16 maschile Massimo Valeri. “Ci sono ragazzi molto interessanti – ha dichiarato l’ex numero 137 del ranking ATP – che a mio avviso stanno crescendo secondo i giusti criteri. Tutti si danno da fare e come Federazione non possiamo che essere contenti ed estremamente soddisfatti. Riprendere a giocare e tornare a competere era fondamentale dopo un anno difficile come quello appena trascorso. Il Lemon Bowl, come primo torneo dell’anno, non può che essere di buon auspicio. Organizzare una manifestazione di tale portata in un periodo ricco di restrizioni è stato quasi un miracolo, è doveroso sottolinearlo. Le avverse condizioni metereologiche sono state efficacemente contrastate dal duro lavoro di tutti e dalla disponibilità di diversi circoli. Tanti iscritti e tanta fame di giocare sono un segnale straordinario per tutto il movimento”.
Romano, uomo di campo leale e sincero, Valeri ha analizzato lo stato di salute del tennis azzurro, lasciando intendere le linee guida del progetto e dei suoi obiettivi. “Dal punto di vista tecnico stiamo cercando di mettere grande attenzione su colpi chiave come servizio e risposta. È proprio da lì che, in un certo senso, il punto prende già una sua direzione. Mi è spesso capitato di notare una tendenza a posizionarsi verso il centro, lasciando così scoperto il lato esterno del campo. Ciò comporta delle difficoltà automatiche che vogliamo assolutamente cercare di evitare. Nel tennis moderno è un aspetto che non può non essere messo al primo posto. La categoria dei maestri sta crescendo e questo mi riempie il cuore di orgoglio. Far capire ai ragazzi che in tenera età occorre mettere basi solide a livello umano e caratteriale, prima di focalizzarsi sul risultato, non è affatto semplice. L’Istituto Superiore di Formazione “Roberto Lombardi” sta facendo un lavoro eccezionale, dimostrando di aver preso la direzione giusta ormai da diversi anni. Conoscenze e competenze degli istruttori si evolvono grazie a continui corsi di aggiornamento a 360°. La voglia di imparare è senza dubbio l’arma in più. Sta a noi saper farla fruttare al meglio”.
Chi lavora occhi negli occhi con i ragazzi ha il dovere di parlare con loro. Conoscerne pregi, difetti, idoli e sogni. Da qualche tempo, ormai, l’aria sta cambiando. E si sente. “Dopo che per molti anni le fonti di ispirazione sono state grandi campioni come Roger Federer e Rafa Nadal, o gli azzurri Fabio Fognini ed Andreas Seppi – chiosa Valeri – ora le cose stanno cambiando. Gli eccezionali risultati raggiunti da giovani e giovanissimi quali Matteo Berrettini, Jannik Sinner e Lorenzo Musetti avvicinano al tennis in maniera speciale. Sono esempi sani, puliti e corretti. Futuro? Roseo, senza dubbio. Oltre a loro ne stanno arrivando altri. Dobbiamo proseguire con questo entusiasmo e questa voglia di fare”.