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Magic moment di Nuria Brancaccio

La tennista vesuviana vola, dopo lo scudetto di Seconda, conquista altri tre titoli Open

di | 15 ottobre 2020

Nuria Brancaccio

Nuria Brancaccio

Da tre mesi continua a vincere come se non ci fosse un domani. Nuria Brancaccio, 20 anni, 2.1 di Torre del Greco, sta vivendo il suo magic moment: ha conquistato il titolo italiano di Seconda categoria in estate, ha poi trionfato in serie agli Open nazionali di L’Aquila, Campobasso e Accademia Giugliano di Napoli. Ha perso pochissimo, per esempio agli Assoluti tricolori, contro la scatenata Martina Trevisan, dopo aver superato le quali; anche nel circuito ITF è andata forte, ottenendo i quarti di finale nel 15mila di Trieste, e conquistando i punti Wta per salire al numero 535 del mondo. “Vado a piccoli passi, ma mi piacerebbe continuare a scalare la classifica Wta già in questo scorcio di stagione, Covid e calendario accorciato permettendo”.

Come? Volando in Bulgaria per un paio di tornei ITF, e provare così a scalare ancora il ranking.

Magari chiudo l’anno nelle top 400 del mondo. Ho scelto la Bulgaria perché mi sono informata bene con le giocatrici amiche che vivono lì: è uno dei paesi che sta soffrendo meno la pandemia; ho rinunciato a giocare in Grecia e in Tunisia dove i rischi sono più alti”. Il fenomeno Nuria Brancaccio nasce da lontano: fino a 13 anni sui campi da tennis all’ombra del Vesuvio, nella sua amata Torre del Greco; dai 13 ai 18 anni all’Accademia spagnola di David Ferrer a Jàvea, nella Valenciana, che l’ha fortemente voluta nella propria struttura, insieme al fratello Raul, anche lui in classifica mondiale Atp e campione italiano di Seconda categoria proprio quest’anno.

C’è da dire però che mia mamma è iberica, Immaculada, e che quindi la Spagna è il mio secondo paese. Ferrer mi ha visto giocare in uno stage e ha offerto a entrambi una borsa di studio per restare. Abbiamo lavorato tanto e bene, ma da un anno e mezzo sono tornata in pianta stabile a Torre, e gioco e mi alleno al New Torre del Greco, con i maestri Giancarlo Petrazzuolo, Alessio Concilio e Ciro Cardone e con il mio preparatore atletico Mimmo Picardi. Mi trovo bene e guardo avanti”.

Fino a dove? “Intanto verso le top 400, poi è ovvio che sogno di diventare una top 100 mondiale come tante mie colleghe. Lavorerò per questo”.Aggressiva, grintosa, volitiva: a chi si avvicina Nuria Brancaccio nel suo tennis?  “A me stessa, sono solo concentrata sul mio gioco e su come migliorare, non penso troppo alle altre. Però, quando mi chiedono quali sono le mie tenniste preferite allora dico l’australiana Barty, oggi numero 1 del mondo, che rappresenta un punto di riferimento per me ma anche per tante altre giocatrici del mio livello”. Questo 2020 così strano, terribile per tutti noi, è diventato l’anno di lancio di Nuria Brancaccio. “Spero sia il primo di una serie di stagioni importanti per la mia carriera. Ho vissuto e sto vivendo tante emozioni positive in questi mesi, comunque difficili per tutti. Una su tutti, lo scudetto tricolore di Ancona in Seconda categoria. Prima della finale la mia famiglia mi fece la sorpresa di arrivare in massa a vedermi giocare. E’ stato bello ed emozionante”.

 

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