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Torino Challenger, ritorno ok: ha convinto da ogni punto di vista

Il tennis internazionale ha fatto capolino presso il Circolo della Stampa Sporting, per un torneo disputato sui campi del Training Center realizzato ad hoc per le Nitto Atp Finals. L’auspicio è che l'evento si possa replicare in futuro, e che Vavassori torni in coppia con Sonego per cullare un sogno tutto piemontese

di | 08 marzo 2022

Dopo aver ospitato gli allenamenti dei più forti al mondo durante le Nitto Atp Finals, il Circolo della Stampa Sporting ha riconquistato la ribalta internazionale con un torneo Atp Challenger 80, giocato nella stessa struttura utilizzata a novembre dagli aspiranti Maestri. A organizzare il torneo, in collaborazione con il circolo, è stata la Nen Events di Cosimo Napolitano, il quale commenta: “Questo torneo è stato inventato in pochissime ore, per rispondere a delle esigenze specifiche dell’Atp, che si è trovata con un buco in calendario da colmare. Devo dire grazie ai dirigenti e al consiglio del Circolo della Stampa Sporting per il supporto che ci hanno garantito, permettendoci di organizzare un torneo che è riuscito molto bene, in una struttura di prim’ordine realizzata per rispondere alle esigenze dei campioni”.

L’epilogo del tabellone di singolare ha confermato le gerarchie del ranking, con la finale che ha contrapposto le prime due teste di serie. La vittoria non è andata, però, al francese Quentin Halys, trionfatore già sette giorni prima a Pau e primo favorito a Torino, ma al tedesco Mats Moraing, favorito numero 2.  Nel doppio si è imposta invece la coppia formata dal tedesco Daniel Masur e dal belga Ruben Bemelmans, la quale in semifinale ha estromesso dal torneo l’ultimo italiano rimasto in tabellone, Andrea Vavassori, in gara in coppia col ceco Roman Jebavy.

Andrea Vavassori (in primo piano) e il ceco Roman Jebavy

Così il torinese commenta la sua settimana al Circolo della Stampa Sporting: “Durante i miei match ho potuto contare su un tifo caloroso e anche su mio padre: è stata una bella sensazione. Fin da ragazzino ho calcato questi campi, e 10 anni fa ho fatto il raccattapalle in occasione dell’ultimo challenger da 100.000 dollari disputato qui. Mi ha fatto piacere tornare per giocare in tabellone, e mi auguro che il torneo possa essere confermato anche in futuro”.

Prossimi anni durante i quali Vavassori spera di poter tornare al Circolo della Stampa non solo per il Challenger, ma anche per qualcosa di più. Pensare di partecipare alle Nitto Atp Finals di doppio nella sua Torino, magari con l’altro torinese Lorenzo Sonego, è infatti qualcosa più di un sogno.

Ora – ha detto – è diventato un obiettivo. Io e Lorenzo insieme possiamo giocare molto bene e se ci sarà l’occasione di affrontare un’annata di tornei in coppia non ce la faremo sfuggire. Non è molto facile organizzarsi in questo momento, perché sto giocando anche in singolare e la programmazione dei Challenger è molto varia. Non voglio abbandonare il singolare: sono ancora giovane e viaggio intorno alla posizione numero 270, classifica non distante da quella che serve per entrare nelle qualificazioni dei tornei del Grande Slam. Aspiro a giocarli tutti, per poi puntare magari alla Top-100”.

Io e Lorenzo – ha aggiunto – siamo compatibili in quanto a energia, ci piace caricarci l’uno con l’altro. Abbiamo partecipato insieme a tutte le competizioni giovanili, sin dalla Coppa delle Province, e ci lega una forte amicizia che in doppio è molto importante”.

Vavassori non è stato l’unico torinese che ha potuto giocare sui campi di casa. Tra coloro i quali hanno beneficiato di una wild card per le qualificazioni, infatti, oltre a Denis Spiridon, c’era Stefano Reitano, alla sua seconda esperienza nel circuito Challenger. La differenza tra questo livello e il circuito Itf in cui sono solito giocare – ha detto Reitano, battuto nelle qualificazioni dallo statunitense Roy Smith – consiste essenzialmente nell’efficacia del servizio e della risposta. A maggior ragione su una superficie così veloce il servizio è fondamentale, ma ho potuto constatare come sia grande anche la differenza nella risposta: ai più forti giocatori del seeding ho visto rispondere senza particolari problemi anche a servizi che superavano i 200 chilometri orari. Per me giocare qui è stata un’emozione incredibile, anche se il risultato non è stato quello che speravo”.

Il ritorno del circuito Challenger nella città sabauda (dove mancava dal 2016) è stato accolto con piacere da tanti, e tutti si augurano che non rimanga un evento isolato. "Per me è stata la prima esperienza come direttore del torneo – dice Fabio Colangelo –, e ho vissuto una settimana impegnativa ma divertente. Il livello del torneo è stato molto buono: non c’erano nomi di grandissimo richiamo, ma ne erano presenti tanti altri molto bravi su una superficie molto rapida come questa. Si sono espressi al meglio, permettendoci di assistere a partite molto interessanti. In più, i giocatori hanno espresso un giudizio positivo riguardo al torneo. Pertanto mi auguro che questa esperienza possa ripetersi in futuro”.

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