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Il Santo Stefano Padel & Tennis ha ospitato un appuntamento del circuito Fip Rise che ha messo in mostra campioni riconosciuti e giovani talenti
di Raffaele Viglione | 04 agosto 2022
Il padel è una foresta che cresce, ma capace di fare più rumore di un albero che cade. Lo dimostra il fatto che ogni anno in Italia si moltiplicano non solo i tornei di portata internazionale in programma, ma anche la loro eco. Il Piemonte non fa eccezione e di recente ha aggiunto alla già nutrita lista di appuntamenti organizzati all’interno dei suoi confini la Trecar Cup, una tappa del circuito internazionale Fip Rise che si è disputata sui campi del Santo Stefano Padel & tennis di Sandigliano.
Una 'prima volta' certamente destinata a non rimanere l’unica, come ha spiegato Vittorio Tallia, uno dei soci del Santo Stefano Padel & Tennis e direttore del torneo. "Siamo soddisfatti del livello dei giocatori che hanno partecipato al nostro appuntamento – ha spiegato Tallia –. C’era il numero 1 d’Italia Di Giovanni, in coppia con Agustin Salandro, c’erano molti giocatori spagnoli e argentini di qualità, oltre a più d’un giovane promettente. Il Santo Stefano Padel & tennis è nato due anni fa, pensando fin da subito di ospitare attività agonistica, prima a livello italiano, con diversi open e ora anche grazie a un torneo internazionale. Avevamo bisogno di fare esperienza e il circuito Fip Rise ci è parso adatto. L’intenzione è di ripeterci anche nel 2023, magari pensando a un appuntamento di una categoria ancora superiore".
In attesa di una seconda edizione, intanto, l’albo d’oro è stato inaugurato dalla coppia numero 1 del seeding. Sono stati, infatti, proprio Lorenzo Di Giovanni e Agustin Salandro ad aggiudicarsi il torneo, al termine di una finale combattuta e spettacolare contro il tandem tutto argentino composto da Joshua Pirraglia e Nicolas Brusa, superati con il punteggio: 4-6 7-5 6-3.
Un titolo che parla italiano, a fronte dei tanti stranieri ai nastri di partenza, segno anche questo del buon momento del padel tricolore, anche a livello organizzativo. "Tornei come questo sono belli perché permettono di confrontarsi con giocatori di Paesi in cui il padel è uno sport presente da più anni e quindi ci costringe ad alzare i nostri standard per poter tenere il passo" – spiega Lorenzo Di Giovanni, per poi aggiungere: "Noi italiani dobbiamo allenarci molto e imparare ancora tanto per colmare il gap con chi fin da piccolo aveva una racchetta da padel in mano, ma stiamo lavorando bene. Personalmente penso che la mia precedente esperienza come allenatore di tennis ad alti livelli mi stia aiutando nella gestione delle emozioni e delle pause".
L’appuntamento biellese ha confermato il valore di giocatori che ormai da anni si sanno far apprezzare sui campi da padel, ma ha permesso anche di fare la conoscenza con nuovi talenti che aspirano a scrivere pagine importanti a livello internazionale come lo spagnolo Santiago Pineda, considerato nel suo paese tra i giovani dal sicuro avvenire padelistico, arrivato sino ai quarti di finale, in coppia con De Tena.
"Studio e mi alleno per cercare di diventare un professionista – spiega il giocatore iberico, non ancora sedicenne – e il fatto di essere considerato una promessa non può che farmi molto piacere. So, però di dover lavorare molto per raggiungere i miei obiettivi".