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Numero 1 fra le ladies 50, la maestra bresciana Simona Isidori è la sola giocatrice italiana ad aver chiuso il 2020 al comando di un ranking mondiale di singolare, fra professionisti, juniores, veterani e wheelchair. “Un’enorme soddisfazione, ma non mi accontento”. Nel 2021 punta al titolo mondiale
04 dicembre 2020
Di professione fa la maestra al Tennis Club Desenzano, in riva al Lago di Garda. Come hobby, invece, è numero 1 del mondo fra le Ladies 50 del circuito Itf Senior, e ha l’abitudine di dare lezioni anche nei tornei in giro per l’Europa, ma alle avversarie. È l’identikit di Simona Isidori, 53 anni da Ghedi (provincia di Brescia), l’unica giocatrice italiana al numero 1 di fine anno in una classifica mondiale di singolare, fra professionisti, juniores, tennisti in carrozzina e veterani.
La bresciana, che a settembre a Milano Marittima ha vinto per l’ennesima volta lo scudetto di singolare, si è guadagnata la vetta fra le Over 50 femminili grazie a quattro titoli fra 2019 e 2020 negli eventi di Grado A: a Cervia, Barcellona, Maiorca e Seefeld, sulle Alpi austriache, dove lo scorso gennaio ha raggiunto quota 2.800 punti in classifica e ha scalzato dal numero uno la brasiliana Monica Yanagi, ferma a 2.775. “Me l’ero posto come obiettivo – racconta –, e raggiungerlo mi ha dato una soddisfazione incredibile. Mi spiace però non essere riuscita a godermi il traguardo fino in fondo, perché di lì a poco il calendario è stato sospeso, e non abbiamo più potuto giocare”. Per fortuna, a causa della pandemia mondiale i ranking dei veterani sono stati resi biennali come quelli dei professionisti, i punti raccolti nel 2019 non le sono scaduti e così la lombarda – che vanta un passato fra le prime 200 del ranking Wta a fine Anni ’80 - è al comando da mesi e mesi.
Per centrare il suo obiettivo Simona ha impiegato poco: ha cominciato a frequentare con continuità il circuito internazionale solo nel 2018, quando si è resa conto di potersi togliere discrete soddisfazioni, e ha iniziato presto a spadroneggiare. “Partecipavo ai campionati italiani - continua -, e arrivavo sempre in fondo. Così nel 2017 sono stata convocata in nazionale per i mondiali a squadre a Miami, quell’esperienza è stata la molla che ha fatto scattare tutto». Non lo dice, ma in Florida con la maglia azzurra ha vinto 6 singolari su 6, capendo che era l’ora di provarci sul serio. “Tuttavia - aggiunge - più che i risultati è stata determinante la compagnia. Ho scoperto un gruppo di persone meravigliose e un ambiente fantastico. I tornei sono organizzati in posti bellissimi e diventano come una vacanza: giochi, stai in compagnia e ti diverti. E il livello non è affatto male, capita spesso di vedere in gara anche ex professionisti”.
Proprio come lei, arrivata fra le prime 200 del mondo nel 1989, anno nel quale ha messo il naso nelle qualificazioni sia al Roland Garros sia a Wimbledon. A proposito: il primo torneo individuale all’estero (naturalmente vinto) l’ha disputato a Parigi, ritrovandosi a sorpresa nello stesso club dove 29 anni prima si era giocata un posto per l’Open di Francia.
“Me ne sono accorta per caso una sera – ricorda –, proprio dopo una visita al Roland Garros. Nel rientrare al circolo mi è venuto un flash e mi sono ricordata tutto. È proprio vero che a vent’anni non ci si gode nulla". È diverso dopo i 50, e in un circuito nel quale il tennis è vissuto in maniera molto più serena. “Ma in campo – precisa – si va sempre per vincere, e non sono mai stata così contenta e desiderosa di competere. Sono quasi più allenata oggi di quando giocavo sul serio".
Raggiunto il numero uno, ora nel mirino di Simona c’è il campionato del mondo individuale. Quest’anno si sarebbe disputato a Boca Raton, in Florida, ma è stato annullato. “Ci sarei andata da prima testa di serie – dice un po’ amareggiata – e mi sarei preparata per vincere. Purtroppo è saltato, così come tantissimi altri tornei importanti. Inizialmente l’avevano rimandato di un anno, mentre ora ha proprio cambiato sede".
Nel 2021 il mondiale si giocherà a Umago, in Croazia: la location non è la stessa, ma la medaglia d’oro in palio sì. I giorni cerchiati in rosso sul calendario vanno dal 12 al 19 giugno, anche se il punto di domanda resta inevitabile. “Punto al titolo – chiude la numero uno – ma per prima cosa spero di poter tornare a giocare qualche torneo. Il calendario è in costruzione, ma con tante incertezze. Mi auguro che la situazione possa cambiare, permettendoci di tornare presto alla normalità”. Nel frattempo, ciò che non cambierà è il nome scritto lassù in cima al ranking mondiale over 50, il suo. Per una tennista non c’è sensazione migliore.