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Jorge Martinez, fondatore della M3 Academy dove si allenano Galan e Lebron, punta il dito contro i ripetuti cambi di coppia nel circuito, identificati come un modo per fuggire dai problemi invece di provare a risolverli. E sui suoi assistiti dice: “continuare insieme era l’opzione migliore per entrambi”
di Marco Caldara | 03 gennaio 2024
Nel padel di oggi, i cambi di coppia sono diventati così frequenti da far diventare una notizia (e che notizia!) la scelta di Ale Galan e Juan Lebron di continuare insieme anche nel 2024. Perché sia i giocatori sia chi guarda si sono abituati a un’equazione molto semplice: quando i risultati non soddisfano le aspettative, la prima soluzione è cercare un compagno diverso. Non è detto che sia sbagliato, ma osservando la questione da un altro punto di vista le frequenti rotture profumano molto di un modo per fuggire dai problemi.
Con la loro decisione, i due spagnoli dominatori del circuito mondiale fra 2022 e 2022 hanno mostrato una strada diversa: esiste anche la possibilità di guardare in faccia alle difficoltà e provare a risolverle. L’hanno fatto, ci sono riusciti e nell’ultima parte dell’anno sono tornati a essere i più vincenti, decidendo così di proseguire insieme almeno per un’altra stagione. Sicuramente si tratta anche di una scelta di convenienza, ma la ragione conta il giusto. La cosa importante è che saranno ancora insieme.
“Da parte nostra – ha detto in un’intervista il loro allenatore Jorge Martinez, socio fondatore e direttore della M3 Academy di Madrid dove i due si allenano – non ci sono mai stati dubbi su quale fosse la mossa giusta per il loro futuro. Eravamo convinti che lavorando insieme potessero superare le difficoltà, e rimaniamo certi che per entrambi non ci sia una soluzione migliore di quella attuale. Sono una delle coppie di punta e insieme sono più forti di quanto possano essere con altri compagni. Nella seconda parte della stagione lo hanno dimostrato di nuovo: possono ancora convivere e vincere insieme. Dal mio punto di vista, i cambi di coppia sono uno dei grandi mali del padel. È una abitudine che non dà un buon esempio: quando le cose non funzionano, bisogna rimboccarsi le maniche e provare a farle funzionare. Non stravolgere tutto”.
Quello di Martinez è un punto di vista interessante, suffragato dai risultati dei suoi due allievi di punta insieme a Delfi Brea e Bea Gonzalez, anche loro protagoniste di un finale di stagione di altissimo livello. Non si può sapere come sarebbe andata se Galan e Lebron avessero rotto il rapporto quando sono arrivate le prime difficoltà dopo tre anni di ripetuti successi, ma la certezza è che la scelta di proseguire insieme ha pagato. E pagherà ancora in un 2024 al quale si presenteranno con più motivazioni di tutti.
Addirittura, secondo Martinez la questione dei cambi di coppia andrebbe regolamentata e limitata, creando un paio di finestre durante l’anno (una nella pausa estiva, l’altra fra una stagione e la successiva) nelle quali permettere i cambi. Un po’ come avviene col calciomercato: le società possono inserire nuovi giocatori solo al termine del campionato, oppure nel mercato di riparazione di gennaio. Negli altri mesi, invece, ogni squadra fa i conti con quel che ha. Secondo Martinez, la credibilità del padel ne guadagnerebbe. “Sarebbe positivo per tutti – dice –: giocatori, sponsor, organizzatori e allenatori. E anche per il pubblico: alle persone piace identificarsi in una squadra. Credo che nel padel occorra valorizzare maggiormente la figura della squadra. Sarebbe vantaggioso per tutti e non avrebbe alcun contro”.
L’unico appunto che balza alla mente è relativo agli infortuni: nello scenario proposto da Martinez, come dovrebbe comportarsi un giocatore rimasto senza compagno per infortunio? Obbligarlo a sua volta a fermarsi non sarebbe corretto, almeno col sistema di ranking attuale che di fatto propone il padel come sport individuale, ma da giocare in coppia. Tuttavia, un modo per risolvere la questione si potrebbe trovare. “Il mio augurio per il 2024? Spero – chiude Martinez – che le coppie con le quali lavoro possano rimanere tali per tutta la stagione, costruendo un percorso insieme senza cambiare partner o allenatore. Per me è questa la vera sfida”.