
Chiudi
Il ritorno in coppia dei due argentini nel 2023 è una grande notizia per l’universo della pala. Perché il loro modo di interpretare il gioco preferendo la tattica alla potenza, in netto contrasto con l’esplosività dei giovani, è uno spettacolo per gli occhi e garantisce un confronto di stili che rende il circuito più affascinante
di Marco Caldara | 25 novembre 2022
La notizia più fresca è il ritorno in coppia dei “Super Pibes” Franco Stupaczuk e Martin Di Nenno, che dopo aver giocato insieme a livello giovanile ci riproveranno da “pro”, mentre la più importante nell’economia del circuito sarà l’unione fra Agustin Tapia e Arturo Coello, da molti considerati i soli in grado di raggiungere il rendimento di Galan/Lebron. Ma la più carica di fascino fra le novità già annunciate per il 2023 del padel internazionale non può che essere la rinnovata collaborazione fra Fernando Belasteguin e Sanyo Gutierrez, che hanno deciso di unire di nuovo i propri cammini professionali.
Bela e il “Mago” avevano già giocato insieme nella passata stagione, dividendo il campo da inizio anno fino a settembre e riuscendo anche a esprimere un livello altissimo, che gli permise di vincere tre dei primi sette tornei dell’anno, a Madrid, Vigo e Valencia. Tuttavia, l’alchimia fra i due si ruppe dopo l’infortunio della leggenda a Valladolid, portando lo stesso Bela a decidere dopo una dozzina di tornei di cambiare partner.
Sanyo aveva sempre detto di essere rimasto deluso da sé stesso per non essere riuscito a dare tutto nel periodo di collaborazione con Bela, ma di considerarlo ancora di più il migliore al mondo. Tuttavia, un loro ritorno già nel 2023 non pareva nell’aria, anche perché Bela ha trovato la conferma (con Coello) di rendere alla grande con alla sua destra un compagno potente, che pensa poco e spinge tanto. Non a caso si era parlato di un avvicinamento – non andato a buon fine – con l’altro mancino Alex Ruiz, ma se il “no” del giocatore di Malaga ha portato al ritorno con Sanyo meglio così. Determinante l’emozione vissuta insieme al mondiale di Dubai, dove l’uno a fianco all’altro i due hanno riconsegnato il titolo iridato all’Argentina, vincendo una finale thriller contro la Spagna.
Il ritorno insieme di Belasteguin e Gutierrez è una buona notizia per il mondo del padel in generale. Perché in uno sport che sta assumendo una dimensione sempre più fisica, dove potenza ed esplosività vengono prima di qualsiasi altra cosa, i due argentini sanno ancora essere l’eccezione. Vederli uno a fianco all’altro nel 2021 era sempre uno spettacolo: mancava alla coppia quella fisicità che i rispettivi compagni attuali hanno saputo apportare, ma – anche grazie a questo – ogni loro punto diventava una lezione di tattica, tecnica (e talvolta pure di fisica) applicata al gioco del padel.
Il meglio si vedeva quando dall’altra parte della rete si trovavano di fronte Galan e Lebron: era come se le due coppie praticassero due sport completamente diversi, ma l’una contro l’altra e sullo stesso campo. Una splendida diversità di stili che sarebbe bene conservare, per rendere il padel professionistico un prodotto ancora più attraente e affascinante.
Perché è vero che i por tres di Lebron giocati da posizione impossibile fanno saltare sulla sedia, ma tante pensate di Sanyo non sono affatto da meno, idem il pallonetto di Bela che finisce sistematicamente a un palmo dal cristallo di fondo. Se hanno deciso di tornare a giocare insieme è perché hanno capito di aver lasciato qualcosa di intentato, di incompiuto, e che il loro padel classico può ancora battere quello dei giovani.
“È vero – ha detto Bela – che il padel sta diventando un gioco sempre più fisico, ma non c’è nulla di strano. Questa evoluzione non è diversa da quella vissuta da tutte le discipline, nelle quali gli aspetti atletici stanno diventando sempre più importanti. Ma continua a essere solo una parte: altrimenti a Usain Bolt basterebbe prendere una pala in mano e sarebbe numero uno del mondo. Per essere giocatori di alto livello serve una giusta combinazione fra tecnica, tattica, condizione atletica e forza mentale”.
Bela e Sanyo eccellono nelle prime due e vanno forte nella quarta, mentre la terza non è il loro forte, almeno se interpretata alla Galan/Lebron, cioè come forza bruta o capacità di fare il punto di potenza da ogni angolo del campo. Ma se Belasteguin è ancora così competitivo a 43 anni compiuti, e sta giocando alla grande nella seconda parte della stagione più intensa di sempre con praticamente un torneo a settimana, è anche grazie al lavoro atletico, che gli permette di tenere il passo di ragazzi fino a vent’anni (e oltre) più giovani di lui. Ha dimostrato di avere ancora fame di vittorie, di voler continuare a essere uno dei volti dello sport che l’ha reso una leggenda, e insieme a Sanyo vincerà ancora. A modo loro. Per fortuna.