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Il cambio di gioco del “Lobo”: così è tornato al top

Dopo l’infortunio di metà stagione e le difficoltà al rientro in campo, Juan Lebron ha capito di dover proporre un padel meno aggressivo, con più colpi di transizione. Galan ne ha accompagnato il processo ed è anche così che i due sono tornati a vincere. Rendendosi conto che continuare insieme era l’idea migliore

di | 13 gennaio 2024

Possibile che al termine della stagione più deludente – in termini di risultati – delle ultime quattro Juan Lebron e Ale Galan si sentano più forti che mai? Sembra un controsenso, ma è così secondo Jorge Martinez, allenatore dei due ex numeri uno alla M3 Academy di Madrid da lui fondata. Il motivo? Le modifiche apportate a Lebron al suo stile di gioco dopo l’infortunio di metà stagione, che hanno permesso ai due di vincere anche proponendo un padel differente rispetto al passato, aumentando le carte a disposizione in un mazzo già particolarmente ricco.

Che ci sia stato un cambio nelle abitudini di Juan – ha detto Martinez in un’intervista col quotidiano spagnolo Mundo Deportivo – è evidente. Prima dello stop basava praticamente tutto il suo gioco sul desiderio di chiudere il punto alla prima occasione utile, da grande finalizzatore quale è. Questo lo portava a tenere spesso una posizione un tantino più arretrata, che gli permettesse di posizionarsi meglio”. Dopo l’infortunio, tuttavia, quell’abitudine è diventata insostenibile perché il “Lobo” lasciava troppo spazio nella parte anteriore del campo. Così ha dovuto avanzare un po’, ma a quel punto si è trovato a giocare con continuità dei colpi intermedi che non utilizzava da un po’. “Pertanto – aggiunge il coach – è stato costretto a evolvere il proprio gioco, lavorando su soluzioni come la bandeja o la vibora che potessero aiutarlo a essere più competitivo”.

Un passaggio che ha richiesto del tempo, perché per Lebron è cambiato completamente il modo di interpretare le partite. “È servito grande impegno sia da parte sua sia di Galan, che ha dovuto a sua volta adattare il proprio stile all’evoluzione del compagno. E anche noi, come squadra, abbiamo dovuto insistere molto per fare capire a Juan che se voleva tornare competitivo dove necessariamente giocare un padel diverso”. I risultati dell’ultima fetta di stagione hanno dato ragione a loro.

Oggi – ha detto ancora Martinez – Ale e Juan si sentono rinforzati, sono consapevoli di poter vincere anche in un modo diverso rispetto al passato e questo è uno dei loro obiettivi per la prossima stagione: essere competitivi al vertice anche giocando così”. A proposito di 2024: sembrava che di futuro insieme per i due non se ne dovesse parlare, invece hanno scelto di proseguire in coppia e sicuramente l’aver capito di poter ancora vincere tanto è stato determinante nella decisione. Hanno incontrato tante difficoltà, alcune grandi  tal punto da mettere in discussione di tre anni dominio pressoché incontrastato, ma le hanno superate, sono tornati a vincere e questo promette di fortificarne ulteriormente l’unione e anche il valore in campo. “Non abbiamo mai avuto dubbi sul fatto che la coppia dovesse continuare – spiega ancora l’allenatore –, mentre per loro due è stato come un processo. Si sono accorti che potevano ancora convivere come coppia e giocare bene insieme, così hanno scelto di farlo anche nel 2024”.

Oltre ai problemi fisici (di Lebron) e di coppia, i due spagnoli nel 2023 hanno dovuto fare i conti anche con l’addio del loro coach Mariano Amat, storica spalla di Martinez che dopo metà stagione ha deciso di prendersi una pausa a tempo indeterminato, per dedicarsi ad altro. Dato il suo ruolo da collante della coppia, la sua assenza poteva diventare un motivo in più per separarsi, invece Ale e Juan hanno dimostrato maturità e superato anche quella. “Personalmente – dice Martinez – ho lavorato con Mariano per quasi 25 anni, una vita intera. La sua decisione ci ha colto di sorpresa, ma da subito ci siamo impegnati per trovare una soluzione, in particolare per sopperire alla sua assenza all’interno dell’accademia. La forza di un vero gruppo è questa: tutti sono importanti, ma nessuno è indispensabile. Si trova sempre un modo per andare avanti”. Proprio come fatto dai suoi assistiti di lusso.

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