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L’evoluzione di Agustin Tapia, da apprendista a capitano

Smessi i panni del giovane che andava a scuola dai giganti, Agustin Tapia ha impiegato pochissimo per dimostrare di essere maturo a sufficienza per correre con le proprie gambe. Con Coello non sa più perdere e inizia a stuzzicare i record. “Sono maturato – dice –, e con Arturo ha funzionato immediatamente alla grande”

di | 06 giugno 2023

La possibilità di guardare tutti dall’alto nel ranking individuale è durata poco, perché le scadenze relative al 2022 l’hanno fatto scivolare in fretta alle spalle del suo compagno Arturo Coello, ma la differenza è gran poca e ciò che conta è che i due siano – sempre con più margine sugli inseguitori – la miglior coppia del mondo. Dall’inizio della stagione hanno vinto 9 dei 10 tornei giocati, o tutti quelli nel circuito World Padel Tour, nel quale hanno una striscia aperta di 42 successi consecutivi, con un bilancio di 84 set vinti e 6 persi. Numeri di un dominio incredibile figlio di un’unione che ha funzionato dal giorno zero, quando due dei più grandi talenti del mondo hanno deciso di correre insieme.

“Il segreto del nostro rapporto – ha spiegato l’argentino, di tre anni più grande del compagno – parte dall’esterno. Andiamo molto d’accordo, e sento che Arturo mi ascolta. Comunicare con lui è facile, riusciamo a risolvere le situazioni in un attimo, anche nel corso di una partita, quando c’è da impostare il gioco. Sicuramente ci aiuta il fatto che entrambi veniamo dal giocare a fianco di compagni esperti che hanno vinto tutto e sono stati molto in alto in classifica. Ci è servito per formarci, crescere e farci trovare pronti per un progetto insieme. Abbiamo imparato molto, e da questo punto di vista stiamo continuando a migliorare”. La qualità del loro rapporto umano si vede, si percepisce. Sono due amici che si divertono nel fare ciò che fanno e condividono traguardi sempre più importanti.

Tapia è salito al numero uno – il decimo a riuscirci nella storia del circuito, prima che Coello diventasse l’undicesimo qualche settimana dopo – grazie al successo nell’Open di Vigo, il settimo del loro 2023. “È stata un’emozione unica – ha raccontato –. Non potrò mai dimenticare quello che ho vissuto in quei momenti. È difficile anche solo spiegarlo. Mi sono passati per la testa migliaia di pensieri, e tutti i sacrifici che ho dovuto fare per arrivare fino a qui, fin dal giorno nel quale ho iniziato a giocare”.

Alla vigilia del match che poteva dargli la vetta, Tapia era un po’ nervoso. La notte faticava a dormire, poi si è ricordato del bigliettino che Coello gli aveva dato qualche ora prima. “C’era scritto ‘riposa bene, che domani facciamo la storia’. Ha avuto ragione. Per chi non ci è passato, è difficile comprendere cosa significhi diventare il miglior giocatore del mondo nello sport che ama. Anche se, come ho sempre detto, per me il vero numero uno è colui che chiude l’anno davanti a tutti. Quindi quello è il prossimo obiettivo”.

Un approccio che lo aiuta a tenere alte le motivazioni, che potrebbero essere messe alla prova da quella che – risultati alla mano – si può definire una carenza di avversari all’altezza. “Mi auguro di riuscire a tenere questo rendimento per tutta la stagione. Con Arturo è successo tutto molto velocemente, abbiamo iniziato subito a vincere e lo stiamo ancora facendo. Sicuramente siamo arrivati pronti al 2022, dopo due ottime stagioni. Io avevo avuto un grande inizio anche insieme a Sanyo: non paragonabile a questo, ma comunque molto buono”.

Oltre al livello di gioco dei due e all’intesa che hanno saputo trovare, cementata dalle vittorie, fra le ragioni del dominio di Tapia e Coello c’è senza dubbio anche la crescita del primo dal punto di vista mentale. È maturato, ha capito che per vincere le partite non basta essere spettacolari ma serve anche molto altro, e ha trovato in fretta ciò che gli mancava. “Al termine dello scorso anno – ha detto ancora – ho iniziato a lavorare con una psicologa, che mi ha aiutato tantissimo. Per me è stata una sorta di sfida, e sento di avere ancora molto da migliorare. Come tutti i ragazzi, anche io sto attraversando diverse tappe di maturazione. Sportivamente parlando non credo di essere ancora del tutto maturo, ma cerco di continuare a imparare”.

La decisione di giocare con Coello l’ha responsabilizzato: non ha più a fianco un giocatore esperto, ma l’esperto fra i due è lui. Fino a qui ha dimostrato di saper guidare la coppia alla grandissima, tanto da scomodare paragoni con il duo Belasteguin-Diaz, da tutti considerato il più forte di sempre. “Cosa ne penso? Mi sento in imbarazzo anche solo a vedermi nelle foto con due come loro. Ma sappiamo che tutto ciò che si dice su di noi ce lo stiamo guadagnando. Siamo i primi a non renderci ancora bene conto di quello che abbiamo realizzato. Credo che il paragone fra Tapia/Coello e Bela/Diaz sia come quando vengono confrontati Messi e Maradona. Come si fa? Non hanno mai giocato uno contro l’altro, come noi contro di loro. Erano altri tempi, giocavano contro altre coppie. Il confronto è molto difficile”. Verissimo, ma se dovessero continuare di questo passo  il paragone potrebbe risultargli addirittura un po’ stretto.

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